I soldi non fanno la felicità (lo dice la scienza)

Isoldi, si dice, non fanno lafelicità. Ora uno studio potrebbe averlo dimostrato. A renderci felici non sarebbero infatti né la ricchezza né la crescita economica spinta all’infinito: se così fosse, come potrebbero lecomunità indigene isolate nel Centro-Sud America essere felici quanto (e forse più) di noi occidentali benestanti? Come sottolineato dairicercatoridell’Istituto di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’Universitat Autònoma de Barcelona(ICTA-UAB), che hanno condotto lo studio,generalmente le indagini di questo tiporaccolgono risposte solo da persone che vivono nelle città industrializzate, manon riescono a studiare le società in cui il denaro non gioca un ruolo centralenella vita quotidiana e dove i mezzi di sussistenza dipendono maggiormente dalla natura. Grazie a questa nuova ricerca volta a valutare la conoscenza locale degli impatti deicambiamenti climaticiora si può però colmare in parte quella lacuna. Al suo interno, infatti, era presente anche una domanda per valutare il livello di soddisfazione sulla propria vita che ha dato risultati “sorprendenti”. L’indagine è stata condotta attraverso unsondaggio su 2.966 persone provenienti da comunità indigene e localiin 19 località in tutto il mondo, che ritengono di vivere una vita piuttosto soddisfacente nonostante non abbiano molti soldi: le persone intervistate, infatti, hanno riportato unpunteggio di soddisfazione della vita” medio di 6,8 su 10“anche se la maggior parte dei siti hanno stimato unpunteggio monetario annuo redditi inferiori a 1.000 dollari a persona”. Si tratta più o meno dello stesso punteggio medio disoddisfazione della vita per tutti i paesi dell’Ocse, che è pari a 6,7 su 10. “L’aspetto sorprendente dei nostri risultati-hanno scritto i ricercatori-è che la soddisfazione di vita riscontrata nelle comunità a reddito molto basso può raggiungere e persino superare quella riscontrata ai livelli medi più alti di ricchezza materiale forniti da stili di vita industriali”. Non solo: l’elevata soddisfazione di vita è dimostrata “nonostante molte di queste società abbiano sofferto storie di emarginazione e oppressione”. Alcunedi queste comunità, infatti,hanno riportato punteggi medi di felicità superiori a 8: sono Kolla Atacameña in Argentina (8,0); il Pãi Tavyterã/Guarani in Paraguay (8.2); i Riberinhos in Brasile (8,4) e gli agricoltori degli altopiani occidentali del Guatemala (8,6). Questi valori sonopiù alti persino dei migliori risultati registrati dall’Ocse: laFinlandia, il Paese più felice secondo l’indagine, si è fermata a 7.8. Nelle Western Highlands, 30 persone su 70 intervistate hanno dato 10/10come risposta alla domanda sulla loro soddisfazione di vita. Qui, il patrimonio medio pro capite detenuto è di 560 dollari (circa 520€). In Italia-che si è collocata al 25esimo posto su 38 con un valore di 5,8-è di 176.000 euro. «La forte correlazione spesso osservata tra reddito e soddisfazione di vita non è universale e dimostra che la ricchezza, così come generata dalle economie industrializzate, non è fondamentalmente necessaria affinché gli esseri umani conducano una vita felice» ha affermato Victoria Reyes-Garcia, ricercatrice presso l’ICTA-UAB e autrice senior dello studio. I risultati del sondaggio, si legge nella ricerca, sono “buone notizie per la sostenibilità e la felicità umana, poiché forniscono una prova evidente del fatto che una crescita economica ad alta intensità di risorse non è necessaria per raggiungere elevati livelli di benessere soggettivo”.