L’amiantoche oggi tutti noi conosciamo per la sua pericolosità, è stato ampiamente utilizzato in Italia, e non solo, fino a pochi decenni fa. All’epoca della sua scoperta, negli anni Cinquanta,era sinonimo di avanguardiae, purtroppo, se ne ignorava il lato oscuro, tanto chela produzione di pannelli ed elementi vari con eternit(nome commerciale derivato dell’azienda produttrice con il quale è spesso chiamato l’amianto)ha proseguito massicciamente per diverso tempo. I fogli di amianto venivano impiegati in una miriade di situazioni, ma prevalentemente pertegole e rivestimento di tetti, isolamento termico delle caldaie, rivestimenti ignifughi degli impianti elettrici, cisterne e serbatoi, canne fumarie, pareti e pannelli divisori, alcuni elementi termoisolanti degli elettrodomestici, come il forno da cucina e il ferro da stiro e freni e frizioni delleautomobili. Da quando negli anni Ottanta furono sollevate le prime perplessità in merito all’azione delle molecole di amianto nell’aria, si innescò un lento meccanismo di presa di coscienza della effettiva pericolosità per l’uomo di questo materiale, la cuicommercializzazione venne definitivamente bandita nel 1992. Ma a che punto siamo dopo 31 anni? Purtroppo, a oggisono ancora moltissime le strutture, soprattutto edifici di edilizia residenziale, capannoni industriali,che presentano elementi in amianto, in particolare per quanto concerne il rivestimento dei tetti. Per riconoscere un rivestimento in eternit si possono fare due indaginimolto veloci: la prima riguarda l’anno di costruzione dell’edificio, o comunque l’anno in cui è stato eseguito il rivestimento del tetto, in quanto se successivo al 1992 non può per legge presentare tracce di amianto; la seconda consiste nel verificare il marchio di fabbrica che dovrebbe essere inciso sul manufatto. Pur avendo compreso i rischi che può implicare per la nostra salute,la fase di rimozione dell’amianto procede lentamentee i motivi sono principalmente due:i costi e il fatto che si tratti di un’operazione molto delicata che deve essere eseguita solo da personale altamente qualificato.Infatti, un intervento mal eseguito può arrecare maggiori danni del fatto di continuare a mantenere sopra la testa un rivestimento in eternit, perché questi pannelli con il passare del tempo o se maneggiati in modo errato tendono a sbriciolarsi rilasciando nell’aria la pericolosissima polvere di amianto. Mediamente,per la rimozione di amianto il costo oscilla tra i 15 e i 25 euro, al quale va però aggiunto quello dellosmaltimento, paricirca a 900 – 1.000 euro per una superficie di 50 metri quadrati. Cifre non irrisorie che non sempre i proprietari di aziende o di condomini con presenza di amianto da eliminare riescono a sobbarcarsi, e che per questo finiscono per posticipare l’operazione, con non pochi rischi per la salute. Pertanto,l’unico modo per dare una spinta allo smantellamento di strutture in amianto è incentivare economicamente questa operazione. Attualmente, gli incentivi fiscali messi a disposizione dal Governo sono ilBando Isi Inail, destinato solo alle imprese, e ilBonus Ristrutturazioni 2023. Per ilBando Isi Inail, al quale possono aderire tutte le società che risultano regolarmente iscritte alla Camera di Commercio, sono stati messi a disposizione333 milioni di euro. Si tratta di uncontributo a fondo perdutoche verrà erogato nella misura del65% del totale delle spese sostenute da ogni aziendacon un tetto massimo che è stato fissato in 130.000 euro per ogni impresa. Sia le imprese sia i privati cittadini, nonché i condomìni ovviamente, hanno a disposizione anche ilBonus Ristrutturazioni, che prevede unincentivo fiscale sotto forma di detrazioneIrpefnella misura del 50%del totale dei costi sostenuti per la ristrutturazione degli edifici e anche per la rimozione dell’amianto. Tale detrazione verrà recuperata dal contribuente che ha sostenuto le spese in sede di dichiarazione dei redditi e spalmata su 10 rate ossia 10 esercizi. Questa agevolazione fiscale sarà in vigore fino al 31/12/2024 ed è rivolta a proprietari di immobili, inclusi i nudi proprietari, cioè coloro i quali possiedono immobili con presenza di usufruttuari; usufruttuari; locatari; soci di cooperative; e futuri proprietari ovvero le persone che non hanno ancora rogitato ma che dispongono già del contratto preliminare di compravendita firmato e che possono già accedere all’immobile. Attenzione, però, per beneficiare della detrazione fiscale del 50% per rimozione di eternit non è sufficiente effettuarne l’eliminazione e lo smaltimento dal tetto di casa, ma èindispensabile che a questa operazione faccia seguito l’intervento di installazione di un impianto fotovoltaico.
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