Ormai sappiamo bene (o lo dovremmo sapere, visto che studi,esperte,ce lo dicono da anni) chela scienza e la sanità hanno un bias di genere. Eppure,la fisiologia maschile continua a rimanere il modello standarde le donne vengono ancora considerate “uomini piccoli”. Questo approccio non è solo ingiusto e scorretto, ma ancheantieconomico. Se non colmiamo ildivario di genere in termini di salute, infatti, l’economia globaleperderà 1.000 miliardi di dollaril’anno entro il 2040. Secondo ilrapportodelWorld Economic Forume delMcKinsey Health Institute, le donne, sebbene vivano più a lungo,trascorrono il 25% in più della loro vita rispetto agli uomini in cattive condizioni di salute. La maggior parte degli anni persi per questo motivo (60%) si trova nella fascia 20 – 60 anni, quando le donne hannomaggiori probabilità di lavorare. Già lo studioWorld Without the Gender Health Gap,realizzato daIntiminain collaborazione con la giornalista freelance Sarah Graham, aveva mostrato comeeliminare il gender health gapavrebbe rappresentato un guadagno per le casse degli Stati, calcolando che, a esempio, per il Regno Unito si sarebbe tradotto in un risparmio di 18 miliardi di sterline all’anno. Il nuovo report fa un passo ulteriore, mostrando il costo (enorme) del divario di genere a livello mondiale. “Affrontare il divario – si legge – potrebbe generare un impatto equivalente a quello di 137 milioni di donne che accedono a posizioni a tempo pieno entro il 2040. Ciò potrebbe potenzialmentefar uscire le donne dalla povertàe consentire a un maggior numero di donne di provvedere a sé stesse e alle proprie famiglie. Affrontare le cause di questo divario (ovvero laminore efficacia dei trattamenti per le donne, lapeggiore erogazione delle curee la mancanza di dati) richiederebbe investimenti sostanziali ma rifletterebbe anche nuove opportunità di mercato”. Ricerca(soprattutto per quanto riguarda la raccolta di dati relativi alle donne),uguaglianza nelle cureeinvestimenti sulla salute femminilesono le 3 direzioni verso cui è necessario muoversi per ridurre il gap. Dati errati o incompleti, infatti, possono portare asottostimare i problemidi salute delle donne, influenzando sia le cure che ricevono che il modo in cui le società assegnano le risorse alla salute delle donne. In Canada e nel Regno Unito solo il 5,9% dei fondi concessi tra 2009 e il 2020 ha riguardato studi specifici sulle donne o la loro salute, e la ricerca sulla salute femminile è sotto-finanziata ovunque. Non solo:spesso i finanziamenti esistenti ignorano il fatto che alcune patologie possono manifestarsi in modo diverso(e spesso peggiore) nelle donne rispetto che negli uomini. Il genere femminile non solo riceve meno soldi, ma anche cure più costose o peggiori.McKinsey Health Instituteha scoperto che, a esempio, negli Usa le condizioni che colpiscono prevalentemente le donne spesso comportanorequisiti di ticket più elevati.E queste microdifferenze pesano: il divario nell’erogazione delle cure, infatti, rappresenta un terzo del gap globale nellasalute delle donne.
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