Agricoltura: l’Ue ritira la proposta sulla riduzione dei fitofarmaci

 

Le organizzazioni che rappresentanogliagricoltori italianisono sembrate piuttosto timide, soprattutto nel prendere posizione, in occasione delleproteste dei trattoriche si sono tenute in Europa e nel Belpaese. Ma adesso festeggiano a gran voce il ritiro dellaproposta di regolamento UeFarm to forksui fitofarmaci (Sur),annunciato dalla presidente della CommissioneUrsula von der Leyen, che dovrà avanzare la richiesta al Collegio dei commissari. D’altra parte, si è trattato quasi di una presa d’atto formale, dopo il voto a maggioranza dell’Europarlamento controil dimezzamento dei pesticidi in agricolturae dopo la controversa proroga per altri 10 anni dell’uso delglifosato, classificato come “probabilmente cancerogeno”. E intanto, si avvicinano le elezioni europee di giugno. Guarda tutte le immagini della gallery>1/2 2/2 Il tema centrale è:a fare il tifo per i fitofarmaci sono soprattutto i produttori;infatti, senza questi prodotti chimici, laresa calerebbe dell’8% per i cereali, dell’11% per i semi da olio e del 10% per gli ortaggi. I Verdi ne avevano ipotizzato la riduzione almeno a partire dal 2020, proponendo il regolamento ora rigettato. Secondoil presidente nazionale diCiaCristiano Fini, questo stop evita un disastro che «avrebbe falcidiato le produzioni agricole, mettendo a rischio non solo la sopravvivenza delle aziende del settore, ma anche lasicurezza alimentare dei cittadini europei». «Ci siamo battuti fin da subito – aggiunge – per sostenerel’impraticabilità di un taglio netto del 50% dei fitofarmaci al 2030senza valide alternative e con la crisi climatica in atto». «Quando il pragmatismo prevale sull’ideologia è sempre una buona notizia -dichiara il presidenteConfagricoltura, Massimiliano Giansanti- In Italia il taglio dei fitofarmarci avrebbe potuto superare addirittura il 60%. La nostra linea è chiara. Il ricorso alle medicine delle piante nei processi produttivi va ridotto, come già si sta verificando, ma ogni divieto deve prevedere un’alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico». La Confederazione terràun’assemblea straordinaria a Bruxellesil 26 febbraio: «Ora va sospesa l’entrata in vigore delle nuove misure in materia di emissioni industriali estesa agli allevamenti e sul ripristino della natura – conclude il presidente – È una questione di coerenza». PerColdirettipoi, il ritiro della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci(Sustainable Use of pesticides Regulation,Sur)salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea,dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’obiettivo (definito “irrealistico”) di dimezzare l’uso di agrofarmaci. Secondo l’organizzazione agricola, il provvedimento avrebbe avuto un forteimpatto sulla produzione italiana ed europea, favorendol’importazioneda Paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del diritto del lavoro. Coldirettiaggiunge che, in un decennio, si è concretizzato il taglio del 20% sull’uso dei fitofarmaci, ritenuti essenziali per garantire la salute delle coltivazioni. «La battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani non si ferma»,precisa il presidente Ettore Prandini, escludendo tagli alle risorse economiche che la Politica agricola comune (Pac) prevede per i coltivatori. «Auspichiamo che l’annuncio di von der Leyen detti la linea per un nuovo approccio da parte della Commissione, iniziando sul serio quel dialogo strategico tanto annunciato, perché ormai è chiaro a tutti che nuove leggi e normative non possono prescindere da un lavoro condiviso con mondo agricolo e rappresentanza»,ha concluso Fini diCia. Nel frattempo, quindi, la chimica continuerà a essere presente nei campi, anche se questo potrebbe implicare, “naturalmente”, che i pesticidi finiscano nel nostro corpo attraverso ciò che mangiamo. Ma l’Europa sembra avere altri pensieri al momento.