Chi è Yoko Kamikawa, la donna che potrebbe governare il Giappone
In unPaese maschilista come il Giapponela sua nomina a primo ministro potrebbe fare la storia. Yoko Kamikawa, classe1953e attualeministra degli Esteri, èconsideratal’astro nascente della politica nipponica in vista dellasuccessione al premier in caricaFumio Kishida. Diversi sondaggi danno il suo indice di gradimento sempre più in salita. La cautela in questa situazione è però d’obbligo: il solo fatto che una donna con alle spallesette legislature e diversi ruoli da ministrosia ritenuta solo ora all’altezza di poter correre per il ruolo di capo del governo fa capirequanto difficile sia il percorso di Kamikawa. E più in generale quello di una donna nella politica giapponese. Ad oggi la ministra vanta unapprezzamento internazionale sempre più ampioed è avvantaggiata da unaserie di scandali che hanno colpito il Partito liberal democratico (Pld), partito al momento al governo in Giappone. Diversi esponenti del governo sono stati infatti accusati di averrubato fondi elettorali per un totale di 32 milioni di euro.Le accuse hanno costretto alle dimissioni ben quattro ministri del governo Kishida. Kamikawa è uno dei pochi membri dell’esecutivo anon essere coinvolta dagli scandalie questo l’ha imposta all’attenzione del suo partito. Un funzionario diKomeito, partito alleato del Pld, ha detto alJapan Timesche Kamikawa «dà un’impressione di pulizia» per poi aggiungere che «un primo ministro donna sarebbe un’icona nella nostra campagna elettorale». IlJapan Timesha raccolto apprezzamenti anche nel suo Ministero: «Ha unatteggiamento fermo senza essere nervosa», ha dichiarato un alto funzionario. Lafermezzad’altronde è un elemento distintivo di quello che probabilmente è stato il suogesto politico più eclatante e divisivo: nel2018, daministra della Giustizia, decise diconfermare lapena di morteper i membri della setta religiosa dell’Aum Shinrikyō, colpevoli di aver compiutol’attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995. In quell’anno il gruppo aveva infatti immesso ilgas nervino Sarinnella metropolitana della capitale giapponese,causando la morte di 13 persone e l’intossicamento di altre 620. Nonostante la pressione internazionale,Kamikawa non ostacolò l’impiccagione dei responsabili. Sotto la sua guida le esecuzioni arrivarono a crescere fino a16:il numero più alto ordinato da un singolo ministro dal 1993, anno in cui il Giappone aveva interrotto la moratoria di 40 mesi sulle condanne a morte. All’epoca Kamikawa fece anche sapere dinon voler rivedere l’esecuzione della pena di morte. Chissà se oggi avrà cambiato idea. Nel frattempo, negli ultimi mesi Kamikawa è stata protagonista didiverse iniziative diplomatiche: a ottobre dell’anno scorso ha annunciatol’invio di un delegato speciale in Israele per tentare un difficile compromesso che portasse al cessate il fuoco a Gaza. Il suo ruolo di paciere in Medio Oriente è reso più credibile anche dallebuone relazioni con l’Iran. Dopo un incontro con la ministra giapponese,Hossein Amirabdollahian, il ministro degli Esteri iraniano, ha detto che Teheran è pronta «ad avererelazioni più forti con il Giappone e a nessuno dovrebbe essere permesso di influenzare i legami tra i due Paesi». A inizio gennaio si è invecepresentata a sorpresa in Ucrainaper dimostrare «la determinazione del Giappone a sostenere l’ordine internazionale basato sullo stato di diritto dalla prospettiva che cambiamenti unilaterali allostatus quo con la forza, come l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, non possono essere accettati». Il protagonismo internazionale collegato alla difficile situazione interna in Giappone sembra essere propizio. A intralciare la strada resta unsessismocosì dilagante nel Paese che anche quando un politico vuole farle i complimenti finisce con l’insultarla. «Non la definirei bella» e «la vecchia signora se la cava», sono solo due dei passaggi incriminati di undiscorso dell’ex primo ministro Taro Asoche in realtà voleva elogiare Kamikawa. Aso ha poi chiestoscusa. L’elezione di una donna potrebbe essere un buon inizio per non assistere più a situazioni del genere.