La scienza è roba da femmine

 

Leragazzesono più portate per le materieumanistichee iragazziper quellescientifiche. Quante volta abbiamo sentito ripetere queste frasi?E quante purtroppo, anche inconsciamente, ci abbiamo creduto? Nonostante le neuroscienze abbiano ovviamente smontato da anni in modo categorico questo falso mito,la convinzione che esista una sorta di inclinazione di genere è ancora piuttosto radicata, al punto che secondo la ricerca Drawing the Future (Chambers et al.) già alla fine dei sei anni le bambine smettono di immaginare un futuro nellescienze. Eppure è anche lì che, se lo desiderano, dovrebbero sognarlo, visto chesono sempre di più le aziende che richiedono questo tipo di competenze, e che in mancanza di donne qualificate si trovano ad assumere (ancora una volta) per lo più maschi. Per scardinare i tanti pregiudizi di genere ancora fortemente presenti in ambito scientifico, in occasione dellaSettimana Nazionale delle Stemche inizia oggi, l’associazioneValore Dlancia una nuova campagna di comunicazione,We Stand 4 STEM – Insieme per supportare le discipline scientifiche. Parte del più ampio progetto#ValoreD4STEM, con cui dal 2022 Valore D sensibilizza sul tema della partecipazione delle donne al mondo scientifico, la campagna punta astimolare le nuove generazioni femminili a interessarsi alle materie Stem(dall’inglese science, technology, engineering and mathematics) e ad approcciarsi a questo ambito di studi, che sviluppa competenze sempre più richieste dal mercato del lavoro. Si stima, infatti, che quasi un quarto delle professioni sia destinato a cambiare nei prossimi cinque anni e chebig data, cloud computing e intelligenza artificiale saranno tra le tecnologie che creeranno maggiori opportunità occupazionali. «La scuola gioca un ruolo molto importante perché è in questa fase che nasce l’interesse per le scienze e si rafforzano i bias, quei pregiudizi inconsci che influenzano il nostro giudizio e creano stereotipi a cui è difficile sottrarsi, in assenza di azioni che incentivino una cultura una cultura inclusiva e equa», commentaBarbara Falcomer Direttrice, Generale Valore D. Per questo la campagna, inserita all’interno del progetto internazionaleInspiring Girls Italia, promosso nel nostro Paese da Valore D, avrà come fulcroun eventorealizzato in collaborazione con ilMuseo della Scienza e della Tecnologia di Milanoerivolto ad alcune scuole secondarie di I grado. Nel corso della giornata Role Model che si sono affermate in ambienti generalmente considerati “maschili”, e spesso preclusi alle donne o in cui le donne faticano ancora oggi a farsi strada, racconteranno la loro storia con l’obiettivo di ispirare ragazze e ragazzi. A seguire si svolgerà uno speed mentoring in piccoli gruppi con il coinvolgimento diChiara Montanari, ingegnera e capo-spedizione in Antartide, e una visita guidata del Museo della Scienza e della Tecnologia, che a oggi conta 21.000 beni, 36 esposizioni permanenti tematiche, 14 laboratori e 3 opere d’arte digitale interattiva. Nell’ambito del progetto verrà inoltre lanciata la terza wave della campagna#nonèdamaschio, che ha lo scopo didecostruire lo stereotipo secondo il quale esistano lavori, studi o passioni “da maschio” o “da femmina”, che condiziona fortemente i percorsi di studi femminile. I dati di Almalaurea 2023 sui laureati 2022 mostrano infatti chetra le donne laureate solo il 19,1% ha conseguito una laurea Stem, percentuale che sale al 40,7% tra gli uomini (elaborazione Valore D). Un dislivello che pone le donne che si approcciano al mondo del lavoro già in partenza in una condizione di svantaggio, che può essere colmato solo lavorando nell’immediato per cambiare la cultura del Paese. È in questa direzione che lavora Valore D, prima associazione di imprese in Italia che dal 2009 èimpegnata su questo fronte. Attualmente, la maggioranza delleaziende, indipendentemente dal settore di attività, è alla ricerca di professionisti con competenzeStem, che tuttavia scarseggiano, al punto che secondo la Fondazione Deloitte, circail 23% non riesce a trovare professionisti qualificati. Per invertire la rotta sono necessaripercorsi formativirivolti alle nuove generazioni, e in particolare alle donne attualmente non inserite nel mercato del lavoro. «In un mondo in cui le competenze scientifiche sono diventate un’urgenza per la competitività delle aziende e del sistema Paese,le professioni Stem al femminile rappresentano un’urgenza nell’urgenza: avere una scarsa rappresentatività delle donne non solo significa perdere il loro grande potenziale inespresso, ma correre un rischio reale per l’inclusione e l’approccio alla diversità – commentaCristiana Scelza, presidente Valore D-In particolare è importante consolidare gli sforzi nel contesto dell’intelligenza artificiale e dei modelli LLM (“Large Language Model”) che rivoluzioneranno il panorama lavorativo e sono un’opportunità straordinaria per plasmare un futuro più inclusivo, rappresentativo e libero dai pregiudizi». A crescere giovani donne con competenze Stem ci sta pensando ilprogettoDigitHer. Realizzato in partnership con Generation Italy e selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale-Impresa sociale, contribuisce allaformazionecome Junior Data Engineer e Junior Java Developerdi 150 giovani donne tra i 18 e i 34 anninon occupate, accompagnandole nella fase di inserimento lavorativo. Le prime 50 studentesse hanno già completato il percorso e sono in fase di accompagnamento e di inserimento lavorativo.