Tequila: il mercato instabile mette a rischio la produzione

 

Negli ultimi anniil mercato della tequila ha preso sempre più terreno. Il distillato messicano, che si ottiene tramitela fermentazione e la distillazione dell’agave blu,nel 2021ha superato il whiskeydiventando il secondo distillato più venduto dopo la vodka negli Stati Uniti. Complice di questo incremento nelle vendite è stata anche lapandemia, che ha compromesso il rapporto dei consumatori con l’alcol, riducendone il consumo all’interno di bar e ristoranti eaumentandone le vendite per consumarlo a casa. La pianta necessaria alla produzione della tequila èl’agave blu, oagave tequilana, che costituisce un’importanterisorsaeconomicaper tutto ilMessicoe che ha unprocesso di maturazione abbastanza lungo: fiorisce intorno ai sette o otto anni. Nel2022si è concluso un ciclo di maturazione, è aumentata la produzione disponibile esono crollati i prezzi: si è passati dai massimi di31 pesos(corrispondenti a 1,83 dollari)al chilogrammo dei primi mesi del 2023ai10-15 pesos al chilogrammo alla fine dello stesso anno. Al tempo stesso, però,è rallentata anche la domanda da parte degli Stati Uniti: la crescita delle vendite di tequila premium e super premiumè scesa dai massimi del 25-45% nella prima metà 2022 al 5% nello stesso periodo del 2023. Bene, invece, per quanto riguardal’esportazione al di fuori del Nord America, anche se si teme che il distillato possa avere effetti diversi, a lungo andare, sugli altri mercati mondiali. Negli ultimi anni,il volume della tequila esportata dal Messico è aumentato costantemente. Nel 2000, le esportazioni del distillato messicano ammontavano a meno di 100 milioni di litri.Nel 2022,la tequila esportata ha raggiunto quasi 419 milioni di litri, rappresentando oltre il 64% della produzione del Paese. GliStati Unitisono diventati ladestinazione principale delle esportazioni di tequila del Messico.Nel2022, le esportazioni della bevanda verso il Nord America hanno raggiunto circa338 milioni di litri, più di 32 volte il volume destinato al secondo partner più importante nelle esportazioni del liquore, ovvero la Germania. Da un lato, grazie allagrande disponibilità della materia prima e alla riduzione dei suoi costi,l’industria delle bevandepotrebbe allargare la produzione e incrementare l’esportazione del distillato anche in quelle zone dove si procede a rilento. Ottime notizie quindi, per ora, per i produttori di tequila. C’è però l’altra faccia della medaglia:i produttori di agave potrebbero essere indotti a smettere di piantare la materia prima nei prossimi 5 annivista la discesa dei prezzi e il lungo processo di maturazionee a rivolgersi verso delle coltivazioni che possano portare a guadagni più produttivi e più stabili nel tempo. E tutto questopotrebbe riportare il prezzo della tequila, in maniera graduale, ai livelli del 2022. Bisogna, infine, sottolineare cheil mercato della tequila non ha mai mostrato stabilità proprio a causa della lunga fase di maturazione dell’agave. L’equilibrio tra domanda e offerta è, da sempre, una priorità: basti pensare all’oscillazione dei prezzi tra il 1997 e il 2001, quando sono saliti a 16 pesos al chiilogrammo, etra il 2006 e il 2008, quando sono riscesi a 1 peso al chilogrammo.

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