Quando i documentari non convincono gli scienziati

 

Due documentariNetflix,Unknown:Cave of BoneseAncient Apocalypse,sono finiti al centro di un dibattito scientifico a causa della credibilità delle storie raccontate. Il primo,Unknown:Cave of Bones, esplora la teoria secondo cui gliHomo naledi, antenati umani estinti con un cervello dalle dimensioni simili a quello di una scimmia, avrebbero sepolto i loro morti in tombe poco profonde in un sistema di grotte in Sud Africa. Ma gli esperti non sono d’accordo, e sia archeologi che antropologi sollevano dubbi sullavalidità delle prove presentante. Il secondo documentario finito “sotto attacco” è inveceAncient Apocalypse, che racconta la storia di una civiltà evoluta dell’ultima era glaciale, responsabile della diffusione dell’agricoltura e delle costruzioni di antichi capolavori architettonici. Ma questa teoria, presentata daGrahm Hancock, conduttore e regista dello show, è statarespintada numerosi esperti e ricercatori, che evidenziano comele date archeologiche contraddicano le affermazioni fatte nel documentario stesso. Le 2 pellicole, però, sembrano piacere al grande pubblico, tanto cheentrambe hanno raggiunto la top 10 globale diNetflix. E proprio questo gradimento accende le preoccupazioni della comunità scientifica, che sottolinea come questi contenuti potrebberoinfluenzare in modo significativo la percezione pubblica della scienza. I registi, in risposta alle critiche sollevate nei confronti dei loro prodotti, hanno sottolineato chenon si tratta di film basati su articoli scientifici revisionati da esperti, ma più che altro dicontenuti che esplorano ipotesi, domande e curiosità. Netflix ha responsabilità editoriale? Molti, però, sembrano essere d’accordo con la comunità scientifica, sostenendo che, con quasi 250 milioni di abbonamenti pagati in oltre 190 Paesi in tutto il mondo,la piattaformastreamingha una responsabilità editorialee dovrebbe assicurarsi che i suoi contenuti pubblicizzati come documentari siano basati su prove scientifiche solide. Il dibattito ha sollevato domande e interrogativi riguardo la responsabilità delle aziende mediatiche nei confronti dei contenuti che commissionano e distribuiscono. Ma anche in questo caso ci sono 2 fazioni: gli “innovatori”, che sostengono che la definizione di documentario sia ormai diventata più flessibile, e i “puristi”, che sottolineano invece l’importanza di mantenere uno standard scientifico elevato al fine di proteggere l’integrità della ricerca e della divulgazione scientifica.

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