Zaini riciclati e… piccole grandi idee per il Pianeta
Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per ilcambiamento climaticoe contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno. Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lanciaidee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi pertrasformare il banale in straordinario. Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te.Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri? Gli zainiRest Restè un nuovo progetto innovativo nato dallavolontà di ridurre le oltre 810.000 sedie da ufficio che, ogni anno, vengono gettate e sprecate nel Regno Unito.Rest, infatti, prevede il loro recupero e riciclo per trasformarle in zaini rigidi e borse laterali per biciclette. La straordinaria intuizione è diThomas Howell-Jones, uno studente di design dellaBirmingham City University: dopo aver raccolto sedie da ufficio scartate nel tentativo di trovarne un uso sostenibile, Thomas si è reso conto chelo schienale di queste poltrone poteva trasformarsi in un contenitore protettivoe, sperimentando l’idea con vari formati e tipologie, alla fine è riuscito a ottenere oggetti funzionali, resistenti e utili:gli zainiRest, prodotti durevoli e impermeabili, che possono essere utilizzati anche come borse per le biciclette. Il processo creativo diRestprevede la raccolta di vecchie sedie da ufficio dismesse, lo smontaggio degli schienali e la loro lavorazione con l’aggiunta di altri materiali come stoffa e una zipper realizzare un prodotto (lo zaino, appunto) che diventa, così, facilmente pratico e originale. Vincitore dell’RSA – Student Design Awards, Thomas Howell-Jones ha ricevuto unpremio di 2.500 sterline per la realizzazione degli zaini. Biblioteca con vaschette di gelato In Indonesia,nel quartiere Bima a Bandung, sull’isola di Giava, è stato realizzato un interessanteprogetto da parte dello studio di architetturaSHAU, che hariciclato e assemblato ben 2.000 vaschette usate di gelato per dare vita a una micro biblioteca di quartiere. La biblioteca è stata realizzata con tecniche costruttive molto semplici e a basso costo (che spesso hanno anche visto l’intervento diartigiani locali)e si divide in due piani: la struttura presenta travi di acciaio e cemento ed èrivestita esternamente con una facciata di vaschette di gelato (scelte perché sono fra i rifiuti più diffusi nel Paese) che sono posizionate in modo leggermente inclinato verso l’esterno, per evitare che l’acqua piovana si depositi e possa, invece, defluire verso il suolo. In alcuni punti della struttura, le vaschette sono state intagliate percreare aperture simili a finestre per il ricambio dell’aria. In questo modo, la facciata crea all’interno una temperatura piacevole, perché gli ex contenitori di gelato agiscono come complessi sistemi schermanti: evitano l’irraggiamento solare diretto e al tempo stesso favoriscono l’ingresso di aria, consentendo di poter fare a meno dei sistemi di condizionamento. Grazie a una serie di vaschette capovolte, che creano una grande scritta sulla facciata, dall’esterno della micro biblioteca è possibile leggere un antico detto indonesiano che recita “buku Adalah Jendela Dunia”:i librisono una finestra sul mondo. Scope ecologiche Unacoppia originaria di Venezuela e Colombia(Yair Soto e Zoila Rondón) dopo aver intrapreso un viaggio in Brasile alla ricerca di una stabilità economica, ha dato vita a un progetto rivoluzionario. Grazie anche al supporto diGari Giorggio, una piccola impresa green,Yair e Zoila hanno imparato atrasformare le bottiglie di plastica PET in scope ecologiche, dando vita a una straordinaria attività imprenditoriale sostenibile, oltre che a unagrande community onlineche conta più di 1 milione di follower,Menina Das Vassouras. Il processo di creazione dellescope eco sostenibiliprevede in primis ilgonfiaggio delle bottiglie di plastica, utile per correggere eventuali imperfezioni. Dopo averle gonfiate, le bottiglie vengonotagliate in sottilissime fettucceattraverso un’accurata e precisa operazione di taglio e vengono, poi,fuse per formare un filo perfetto per la fabbricazione delle scope. Oggi la coppia è in grado di vendereoltre 100 scope al mese, tutte realizzate a mano e 100% da plastica riciclata, e ha iniziato a lavorare per rendere più resistenti i filamenti di plastica per utilizzarli come fili per stendere i panni, in grado di sorreggere fino a 20kg di abiti.