Usa: il settore dell’energia eolica è in crisi

Vento contrario.In Europa nell’ultimo trimestre del 2023 laproduzione di energia elettrica da eolicoha superato quella da centrali a carbone: un risultato storico che rilancia la sfida delleenergie pulitee tenta di mettersi in linea con gli obiettivi decisi allaCop28, tra cui quello ditriplicare la produzione di energia rinnovabile nel mondo. Lo stesso vento di cambiamento, in teoria, avrebbe dovuto soffiareanche negli Stati Uniti: anni fa c’è statauna vera e propria corsa a chiudere contratti sugli impianti eolicima oggi unaserie di fattori,dai tassi di interesse altifino alle difficoltà di costruzione, stanno portando a una graduale e inattesa marcia indietro. A raccontarlo è ilWall Street Journalche in unarticolospiega comela scommessa dell’eolico sta trovando diversi ostacoli per leutilitystatunitensi, soprattuttoper i progettioffshore,quelli in mare aperto che necessitano di grandi costi e lunghi tempi di realizzazione. In totaleprogetti per 8,5 gigawatt di elettricità sono già stati annullati o saranno presto bloccatidopo una serie di contratti che erano già stati approvati. Questo perché dopo che le compagnie elettriche statunitensi hanno fatto a gara per entrare nel boom dell’eolicoadesso molte si stanno tirando indietro. Vale per unparco eolico in New Jersey, per unimpianto nel Massachusetts, ma anche perNew York, Connecticut, Rhode Island e Virginia. Il problema centraleè relativo acosti e materiali per costruire le grandi turbine nell’oceano: i budget iniziali dei progetti oggi sono complessi da sostenere a causa ditassi elevati,difficoltà di reperire materiali per la costruzione(che spesso arrivano via nave) ecosti eccessivi di manodopera. Finora ipianigreendel presidenteJoe Biden, che quest’anno corre per la rielezione, hanno fortemente puntato su unasfida incentrata sulladecarbonizzazione e basata su eolico e solaree fino a qualche anno fa il record di successo dei parchi eolici in tutto il Nord Europalasciava intendere che l’industriaoffshoresembrava pronta a decollare anche negli Stati Uniti. Trapandemia e conflitti però sono saliti alle stelle i prezzi delle materie primee un arretrato globale di piani per parchi eolici ha creato nel tempo unacarenza di navi necessarie per trasportare le turbine, così come le loro fondamenta, dai porti ai cantieri nell’oceano. Anno dopo anno i costi e i ritardi si sono nel frattempo ulteriormente accumulati. Nel New England alcune società si sono completamente ritirate dagli impegni presi, nel Connecticut altre hanno sospeso progettioffshorepagando decine di milioni in sanzioni relative alla risoluzione per rescindere i contratti. Sebbene ci siano casi di parchi eolici dove le cose funzionano e le costruzioni continuano, come in Virginia per quello dellaDominion Energyche è rimasta nei tempi e nel budget, oggi diverse altre realtà che hanno puntato sull’eolico negli Usasembrano essersi prese una pausa. L’attesa è dovuta alla speranza di una stabilizzazione del mercato e dell’abbassamento di costi nel reperire materiale. Solo se questo avverrà, il vento dell’eolico tornerà a soffiare, ma probabilmente non in tempi brevi.