Green bond e acquisto gas: tutte le novità nei regolamenti sostenibilità Ue

 

Il 2024 si apre connuove proroghe a numerosi regolamenti europei di forte interesse ambientale, ossiaatti giuridici di portata generale e direttamente applicabili negli Stati membri, approvati negli anni scorsi immediatamentedopo l’invasione Russa in Ucraina. Più nel dettaglio, ilRegolamento (Ue) 2022/2576, che getta le basi per unmigliore coordinamento degli acquisti di gasconparametri di riferimento affidabili per i prezzi e gli scambi transfrontalieri di gas,verrà applicato per tutto l’anno in corso, mentresi esaurirà il 31 gennaio 2025ilRegolamento 2022/2578, che punta aproteggere i cittadini europei dai prezzi eccessivamente elevatiistituendo unmeccanismo di correzione del mercatoper prevenire picchi di prezzi del gas eccessivamente elevati nell’Unione europea. Infine, il30 giugno 2025 si esaurirà la funzione delRegolamento 2022/2577, volto aaccelerare la diffusione delle energie rinnovabili nell’Unione europea, attraverso una serie disemplificazioni burocratiche, esoneri e deroghe temporanee. Non solo i regolamenti passati, ma anche altri nuovi provvedimenti di stampo europeo caratterizzeranno il 2024, specialmente nel fondamentalerapporto tra finanza e ambiente. Il 30 novembre scorso laGazzetta ufficiale dell’Unione europeasi è arricchita di unnuovo regolamento, ilnumero 2631, riguardante leobbligazioni verdi europee(anche detteGreen Bond), che stabilisce tutti i requisiti che gli emittenti dovranno rispettare affinché i loro prodotti finanziari possano avvalersi delladenominazione “obbligazione verde europea” o “EuGB”(European green bond), ossiatitoli di debitoi cui proventi saranno utilizzati dalle imprese Ue per finanziare progetti sostenibili e legati al clima. Si tratta di uno strumento fondamentale per attrezzare i mercati finanziari allalotta contro il cambiamento climatico, di cui già troviamo una fonte il4 luglio del 2007, quando laBanca europea degli investimenti(Bei)ha emesso ilprimoGreen Bonddel mondo, dietro la regia dell’italianoAldo Romani, suo capostruttura. Uno strumento finanziario green di questo tipo, su cui si gioca il successo degli obiettivi sostenibili dell’Onu da raggiungereentro il 2030,si delinea sulla selezione diuno o più progetti da finanziare o rifinanziare, a cui dovranno essere necessariamente vincolati tutti i proventi (appositamente tracciati dall’emittente), e il cui utilizzo dovrà essere rendicontato annualmente e controllato da un revisore esterno che ne certifichi gli obiettivi e gli sviluppi. In particolare, un sistema apposito si occuperà diregistrare i verificatori esterni,cioèenti e persone fisiche indipendenti incaricate di verificare che le obbligazioni soddisfino i requisiti previsti dalla normativa europea in materia di finanza sostenibile, in modo da monitorarne le attività e scongiurare sul nascere ipotesi digreenwashing. Un rischio che poco meno di un anno fa è stato portato ai riflettori da un’inchiesta congiunta dei giornaliThe GuardianeDie Zeit, secondo cuioltre il 90% delle compensazioni di carbonio acquistate dalle aziende inquinanti erano veicolate verso progetti di tutela delle foreste di scarso valore ambientale. Si tratta di una misura che prevedemodelli di informativa volontariache attestino la sostenibilità delle obbligazioni commercializzate come ecosostenibili, nata proprio per realizzare unquadro di regole comuni e ben definitein modo tale da permettere ad aziende e cittadini discegliere conmaggiore sicurezzagliinvestimenti green, esi applicherà ufficialmente a partire dal 21 dicembre del 2024. Va detto che già nel 2021 l’Italia ha emesso il suoprimoBTp Green, i cui ricavati (pari a 8,5 miliardi) sono stati veicolati in settori come l’efficienza energetica,riduzione dell’inquinamentoedeconomia circolare, per poi superare le aspettative con unsecondo titolo di Stato verde(con scadenza il 30 aprile 2035) con40 miliardi di euroraccolti. Novità anche per ilRegolamento 2023/1115, adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea il31 maggio 2023con lo scopo dicombattere la deforestazionee il degrado forestalenell’Unione europea. Il provvedimento infatti istituisce unalista di prodotti e materie prime ad alto impatto ambientalecome legno (e i prodotti da esso derivati), cacao, caffè, soia, olio di palma, carne bovina, suina e ovina la cui attività di produzione dovrà esserecertificata come sostenibile egarantita dagli importatoriattraverso documentazione congrua ad attestare che siano stati ottenutinel rispetto della legislazione del Paese di provenienzaesenza lo sfruttamento di terreni oggetto di deforestazione. Nel percorso verso un sempre minore impatto ambientale dei prodotti commercializzati nell’Unione europea, il regolamento punta a far sorgere unaresponsabilità direttain capo «agli operatori che li immettono sul mercato e li esportano»commentaGianandrea Rizzieri, senior partner diGitti & Partners, il quale sottolinea l’applicazione di uno specifico obbligo di verifica dei canoni di adeguatezza sulle imprese più grandi e le piccole e medie imprese a partire dal prossimo 30 dicembre, fino a giungere sulle spalle delle microimprese, le quali potranno beneficiare di ulteriore tempo (30 giugno del 2025) per rendere le proprie strutture interne compatibili al regolamento europeo. Ultimo, ma non per importanza, è ilRegolamento (Ue) 2023/2486, pubblicato in Gazzetta il27 Giugno, il quale integra il precedenteRegolamento 2020/852, noto come“Tassonomia Ue”, il qualefissa i criteri determinare se un’attività economica contribuisce in modo sostanziale a uno o più degli obiettivi ambientali definiti dalla Commissione(uso sostenibile delle risorse, miitigazione dei cambiamenti climatici ecc.) per realizzare una vera e propriaclassificazione europea delle attività economiche considerabili green. Una cornice generale che il Regolamento numero 2486 intende attualizzarefissando deicriteri di vaglio tecnicoadatti a capire se un’attività stia contribuendo in modo sostanziale (e senza danni significativi)«all’uso sostenibile e alla protezione delle acque e delle risorse marine, alla transizione verso un’economia circolare, alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento o alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi».

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