La chimica verde rivoluzionerà l’industria cosmetica?
Il colosso della cosmesiEstée Lauder Companiesnel corso della tavola rotondaGreen Chemistry Scientific Advisory Group Meetingtenutasi a Shanghai, ha aggiornato il suoGreen Score, un indicatore che fa parte di una metodologia scientifica basata sullachimica verde, che fornisce un metodo quantificabile pervalutare gli ingredienti dei cosmetici, in modo da fornire ai formulatori tutti gli strumenti necessari per realizzare prodotti che rispettino non solo la salute umana, ma anche l’ecosistema e l’ambiente. Tra gli esperti in materia presenti all’evento, Buxing Han, professore presso l’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, e membro del Comitato per lo Sviluppo Sostenibile dell’Unione Internazionale di Chimica Pura e Applicata, ha affermato che non tutto ciò che estraiamo dalla Terra viene trasformato in prodotti, perchéla maggior parte delle risorse diventa rifiutiche possono provare ingenti danni ambientali. Basti pensare a quellicausati dalle creme solari che proteggono noi ma non la natura. Questi rifiuti possono però essere eliminati in partenza non producendoli, ma portando avanti una strategia basata sullachimica verde, cheEstée Lauderabbraccia da oltre 15 anni. Il formulatore, o cosmetologo, è una delle figure chiave tra i mestieri della cosmetica perché deve coniugare sapere tecnico-scientifico, con teoria, pratica, fantasia, creatività e visione. Detto in parole sempliciè il cuoco che inventa la ricetta di un nuovo prodottoscegliendo gli ingredienti più idonei, basandosi anche sui dodici parametriGreen Score, in modo da realizzareformule ecosostenibile sin dal principio, e non soggette a operazioni digreenwashing. I principi dellachimica verdenon sono una novità masono stati stabiliti da Paul Anastas e John Warmer nel 1998e sono validi per ogni settore. Se però utilizzati in uno chiave come quello della cosmesi assicurano un grande impatto sulla sostenibilità lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla sua composizione fino al consumo, alla vita dopo l’uso. Estée Lauderha distillato i principi della chimica verde in una rubrica di punteggio che consente ai formulatori di valutare sistematicamente la sostenibilità di ogni materia prima, dando unpunteggiogreencomplessivo a ogni prodotto. Con l’aggiornamento delGreen Scoredopo Shanghai si è arrivati a comprendere fino a 8 dei 12 principi della chimica verde e la più grande novità riguarda lamisurazione dell’impatto dei rifiutiin tutta la catena di approvvigionamento. Rifiutiche da scarto possono diventare in molti casi risorsa. Le bucce degli agrumi, scarto della lavorazione dell’industria alimentare, possono a esempio avere nuova vita come materia prima per vari ingredienti cosmetici. È chiaro che le catene di approvvigionamento sono complesse e la raccolta di dati sui tantissimi percorsi di rifiuti per tutte le sostanze chimiche è molto difficile, ma deve essere appunto una sfida, una delle tante che si pone la chimica verde, che ha come obiettivo difornite innovazione su larga scala,cercando di sostituire i singoli ingredienti di un prodotto con altri che facciano bene ai consumatori ma anche all’ecosistema e all’ambiente. La chimica verde è chiaramente un’opportunità di grande rilievo di cui l’industria cosmetica si sta già avvalendo da diverso tempo maqualche anno fa anche laCommissione Europeaha posto l’accento su questa strategiae su un ambiente privo di sostanze tossiche: non ci resta che affidarci alla scienza e sperare che presto giungano buoni risultati.