In un mondo dilaniato dalleguerre,aumentano le opere di bene. Una buona notizia, quasi necessaria se riflettiamo sull’instabilitàche governa numerosi Paesi nel mondo. Negli ultimi 2 anni, abbiamo sentito parlare della guerra in Ucraina e, più recentemente, del conflitto tra Israele e Hamas; a queste crisi, si aggiunge l’instabilità dell’Iran, dove le donne vengono uccise mentre chiedono, semplicemente, di essere libere, e del Sudan, dove il 15 aprile 2023 è iniziata una guerra e centinaia di civili sono stati massacrati; c’è poi il Myanmar, dove il collasso economico sembra avvicinarsi sempre di più. E infine, a livello mondiale, le persone povere faticano soddisfare i propri bisogni basilari. In queste situazioni, è quindi di vitale importanza illavoro di Organizzazioni non governative (Ong) e Organizzazioni della società civile italiane (Osc):secondo idati raccolti dalla piattaformaOpen Cooperazione,nel 2022 le organizzazioni italiane avrebbero realizzato quasi4.500 progetti di cooperazione e solidarietà in 119 Paesi. In totale sono112 le organizzazioni coinvolteche hanno generato nel 2022entrate pari a 1,3 miliardi di euro, circa il 10% in più rispetto all’anno precedente. Sono così riuscite a raggiungere direttamente oltre238 milioni di persone. I fondi sono arrivati per il60% dalle istituzioni(tra le più coinvolte,Maeci/Aicse l’Unione europea) e per il restante 40% da soggetti privati: sono stati quasi 2 milioni tra fondazioni, aziende, chiese e 5×1000 le persone o le associazioni che hanno sostenuto le attività di cooperazione delle organizzazioni italiane nel 2022. In generale, il maggior numero di progetti ha preso vita nel nostro Paese: 684; a seguire, il Mozambico con 208 progetti e 30 organizzazioni presenti sul territorio, l’Etiopia con 198 progetti e 25 organizzazioni, l’Uganda con 196 progetti e 14 organizzazioni. La maggior parte delle iniziative avevascopi umanitari(768 in totale, ben il 20% in più del 2021), ma ancheeducativi, sanitari,per incrementare la sicurezza alimentare. Se molti progetti, quasi il 70%, è gestito direttamente dalle organizzazioni, in alcuni casi è prevista una collaborazione con i canali locali per raggiungere le popolazioni in difficoltà, creando strategie e piani ad hoc per garantire un supporto adeguato. La prima organizzazione nel nostro Paese per volume di produzione e per numero di donatori privati (circa 20.000 nel 2022) èSave The Children Italia – Ets,un’associazione che da oltre 100 anni si impegna a garantire una vita e un futuro dignitoso a milioni di bambine e bambini in tutto il mondo. Al secondo posto,Intersos– Organizzazione Umanitaria Onlusche dal 1992 fornisce aiuto in Paesi afflitti da guerre e violenze, aiutando le popolazioni locali in prima linea e cercando di rispondere ai bisogni di prima necessità, come sicurezza alimentare e cure mediche, oltre che offrire agli sfollati un posto dove dormire e ripararsi. Analizzando, invece, il numero dipersonale volontario impiegatonei progetti, laComunità di Sant’Egidioconta più di 20.000 volontari e da anni combatte la povertà e promuove la solidarietà tra individui, con iniziative a carattere nazionale (come per esempio il pranzo di Natale che, come da tradizione, l’associazione organizza ogni anno, aprendo le sue porte a famiglie, profughi,senzatettoe persone sole). In totale, nel 2022, nelle 122 Ong e Osc italiane, sempre secondo i dati raccolti daOpen Cooperazione, ivolontari attivi sono stati più di 42.000oltre ai 1.154 volontari del servizio civile. A questi si aggiunge chi, dell’aiutare gli altri, ne ha fatto il proprio mestiere: oltre27.500 lavoratori, soprattutto uomini(55%) e soprattutto impiegati all’estero, con contratti e stipendi variabili che vanno dai 10.000 euro lordi fino ai 145.000 euro. Forse, ancora oggi, sognare lafine delle guerree auspicarsi un mondo più giusto è un’utopia. Possiamo però imparare a non voltarci dall’altra parte, aiutare il prossimo, sostenerci l’un l’altro per far sì che un domani la pace nel mondo sia più un desiderio tanto irrealizzabile.
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