Gli effetti della protesta tedesca dei trattori sull’Italia

In unaGermaniaforse frastornata dalla notizia di un 2023 inrecessione, il malcontento degliagricoltoriha continuato a gonfiarsi, fino a raggiungere dimensioni europee, con preoccupanti ripercussioni di stampo politico ed economico. Le proteste dei trattori, con origini inOlanda, sono proseguite soprattutto per via dei tagli governativi ai sussidi sul carburante ei partiti di estrema destrasembrano volerne approfittare. Le instabilità tedesche inoltre potrebbero avere conseguenze fuori dai confini, a esempio inItaliae inLombardia, come denunciaCna. Le origini dei trattori Tutto nasce inOlanda. Anche qui, sulla spinta di una sentenza della Corte dei Paesi Bassi,il governo Rutteha detto stop agliallevamenti intensivie alleemissioni di ammoniaca, di cui il settore agricolo è il massimo responsabile,mettendo a disposizione della transizione ecologica 25 miliardi di euro, considerati però pochi per la conversione delle campagne. Si è iniziato quindi a parlare di espropriazione di terreni per chi non avrebbe attuato le politichegreen. Al centro delle critiche c’era soprattuttoil progetto di legge sulla chiusura di oltre tremila fattoriee aziende agricole, accusate di inquinare con azoto e fertilizzanti chimici e di gestire il bestiame in maniere irregolari. Alle elezioni a sorpresa ha vintoil partito dei contadini, diventando il primo dei Paesi Bassi e dando corpo a un voto popolare contrario alGreen Deal Europeo, con la più alta affluenza dagli anni 80. È il modello olandese chele estreme destrevorrebbero ora cavalcare. Le proteste: come e perché Decine di migliaia di manifestanti e circa cinquemila mezzi agricoli, provenienti da tutta la Germania, sono tornati a intasareBerlinolunedì 15 gennaio, invadendo il centro della capitale, nel tentativo di convincere le autorità centrali a cambiare linea sulle questioni rurali. Sul palco tra l’altro è intervenuto il ministro delle FinanzeChristian Lindnerche ha incassato urla, fischi e suonate di clacson. Ha potuto iniziare a parlare solo dopo l’intervento diJoachim Rukwied, presidente dell’Associazione tedesca degli agricoltori (DBV). Le rivendicazioni dei produttori, come noto, spaziano dall’esigenza di contrastareil costo del gasolioalla fine delleesenzioni fiscaliper i propri macchinari, ma si scontrano conil piano di austeritàapprontato dall’esecutivo per rientrare nelle regole di bilancio statali in seguito a un richiamo della Corte costituzionale. Ecco nel dettaglio i punti che stanno facendo discutere nel Paese: ·il ripristino dell’Iva al 19% sugli acquisti; ·il venire meno del tetto al prezzo dell’energia; ·l’aumento dell’accisa sulle emissioni di CO2; ·la cancellazione dei sussidi sul gasolio agricolo (21 centesimi sovvenzionati sulla tassa da 47 centesimi per 1 litro di diesel); ·i continui rialzi del pedaggio autostradale delle merci; ·il ripristino della tassa sulle macchine agricole; l’esenzione risale al 1922; ·il taglio agli incentivi per gli acquisti delle auto elettriche; ·i tagli all’industria fotovoltaica; ·le nuove tasse sui voli interni; ·la disincentivazione della produzione della plastica. Le mosse dell’estrema destra Ancora una volta non sono mancati disagi sulle strade e blocchi alla circolazione del traffico, con trattori e camion parcheggiati nelle vie vicine alla Porta di Brandeburgo già dal precedente fine settimana. Ma soprattutto, come si temeva,esponenti di organizzazioni estremiste, neonaziste e dell’AfD(Alternative für Deutschland) hanno sostenuto la mobilitazione, definita come la più grande mai realizzata dal mondo agricolo tedesco. Era il culmine diun’intera settimana di contestazioniche hanno visto le ragioni deicontadiniintrecciarsi a quelle degliallevatori, deicamionisti, dei cacciatori e allo sciopero deiferrovieri, oltre a coinvolgere diverse città del Paese, arrivando fino ai confini con gli altri Stati. In questo caos l’obiettivo degliestremisti di destraè chiaro: sfruttare le pieghe dell’insoddisfazione, della “pancia” diremmo forse in Italia, per introdursi nel mezzo delleprotestee provare ad attirare i consensi di nuovi elettori verso i propri programmi elettorali, presenti e futuri. AfD, d’altra parte, è già piuttosto forte inLänderal voto quest’anno comeTuringia, Sassonia e Brandeburgoe sostiene che la tutela degli interessi delle campagne è al centro delle sue politiche. Non solo: i servizi dei giornalisti dellaBbcsul posto si spingono ad affermare che il fine ultimo sia preparare una sorta di rivoluzione perrovesciare il governo. Un caso su tutti: la scorsa settimana, in una manifestazione aDresda, gli agenti della polizia hanno identificato e allontanato molti sostenitori diestrema destra, che sventolavano bandiere monarchiche e brandivano cartelloni con le immagini dei politici tedeschi vestiti da carcerati. Appartenevano al gruppoSassoni Liberi(Freie Sachsen), considerato cospirazionista. Sono stati confermati inoltre avvistamenti sia di esponenti di gruppi neonazisti comeTerza ViaeLa Patriasia di funzionari dell’AfDe della sua organizzazione giovanile. Le reazioni tedesche Pare che in diversi episodi la partecipazione di questi “infiltrati” non sia stata particolarmente apprezzata da parte dei coltivatori. Il leader della federazione degli agricoltoriJoachim Rukwiedha ribadito più volte con forza che la sua organizzazione non vuole movimenti di questo tipo tra le proprie fila. La minaccia a ogni modo è reale, al punto da suscitare decise prese di posizione anche da parte delle maggiori istituzioni nazionali. Lo stessocancelliere Olaf Scholzsabato scorso ha più volte denunciato pubblicamente i tentativi di estrema destra di manipolare il dibattito democratico a proprio favore. I risvolti economici in Italia e Lombardia Nel frattempola Germaniaha concluso l’ultimo anno con il Pil sotto lo zero (-0,3%): è la prima volta che accade dal 2020, l’annata della pandemia. Quandol’economiaattraversa fasi di fragilità come questa,lo scontentopuò trovare terreno fertile per diffondersi, con possibili ripercussioni economico-sociali fuori dai confini, tramite i canali dellaglobalizzazione. Così anchel’economia lombardaè a rischio. La nazione tedesca genera con la regione un volume d’affari di 56 miliardi di euro, secondo i dati 2022 dellaCamera Commercio italo-Germanica;la Lombardiaè la più forte davanti a Veneto (24 miliardi di euro) ed Emilia Romagna (19 mld di euro). La regione guarda ora con attenzione a ciò che sta succedendo inGermania. Le difficoltà dell’economia tedesca non lasciano tranquille le numeroseimprese artigianeche lavorano proprio con il grande partner europeo. «Dobbiamo trovare soluzioni adeguate evitando un tracollo delle nostre imprese.Le elezioni europeepossono cambiare in meglio le nostre chance, ma ai candidati chiediamo competenza, serietà e sobrietà», ha dichiaratoGiovanni Bozzini, presidenteCna Lombardia, «Con la loro economia in ribasso, inevitabilmente il contraccolpo lo sentiremo pure noi, Lombardia in primis. Sappiamo che si apre un anno cruciale per il nostro sviluppo futuro, dobbiamo quindi essere sempre costruttivi. Purtroppo la nostra crescita è ancora troppo lenta, per questo anche le elezioni europee possono cambiare in meglio le nostre chance, così come le relazioni europee trale grandi regioni». «Serveun’Europa solidalein cui i principali partner si supportano sul piano economico e sociale, realizzando più compiuti indirizzi di politica fiscale e industriale comuni, ma dentro una logica di investimenti selettivi sulla crescita. Non possiamo avvitarci», concludeBrozzini. «Crediamo che un filo tenga insieme le relazioni trale Regioni motori d’Europae il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’integrazione europea gestita dai Governi nazionali», sottolineaStefano Binda, segretario diCna Lombardia, «Serve un nocciolo manifatturiero comune, fondato sull’alleanza tra produzione ed economia della conoscenza».