Quali sono i Paesi emergenti nel panorama dell’economia globale?
Loscenario economico mondialepotrebbe presto cambiare.Paesi economicamente emergentipuntano, infatti, ad affermarsi nei prossimi anni tramiteambiziosi progetti di crescita e sviluppo. L’obiettivo comune è seguire l’esempio degli anni ’80 delle nazioni dell’Asia Orientale(Giappone, Corea del Sud, Singapore) che, sfruttando unaforza lavoro numerosa e a basso costo,hanno conquistato settori come quelloautomobilistico, elettronico e farmaceutico. Oggi lo sviluppo dei Paesi passa perdifferenti approcci,che vanno dallosfruttamento delle materie prime criticheper attirare investimenti alprotezionismoper sviluppare industrie dell’alta tecnologia. Narendra Modi, Primo Ministroindiano, punta aincrementare il Pilpersuperare la soglia di alto reddito posta dalla Banca Mondiale entro il 2047. Per farlo, i funzionari ritengono chesarà necessaria una crescita del Pil pari all’8% annuo: 1,5 punti percentuali in più rispetto a quanto il Paese è riuscito in media negli ultimi 3 decenni. Modi sta scommettendo su30 miliardi di dollari di “incentivi legati alla produzione”per catalizzare gli investimenti in14 settori prioritari, tra cui quello deisemiconduttori. Il suo impegno araggiungere emissioni nette di gas serra “zero” entro il 2070prevede lacostruzione di parchi solari, laproduzione di batteriee molto altro. E l’idea è anche quella dicreare posti di lavoroeridurre il costo dell’energia. Si prevede che la bolletta delle importazioni di energia dell’India scenderà dal 4% del Pil nel 2021 al 2,5% nel 2032. Stando al rapportoPath to 2075diGoldman Sachs,l’India dovrebbe diventareentro i prossimi 50 anni la seconda economia mondiale.Tra i motivi dietro questa sua possibile ascesa futura, spiega Santanu Sengupta, economista diGoldman Sachs Researchper l’India: ilprogresso tecnologico, idati demografici favorevoli(l’indice di dipendenza sarà tra i più bassi tra le grandi economie per i prossimi 20 anni) e la transizione verde, che attirerà grandi investimenti. Altro Paese asiatico in forte crescita è l’Indonesia. La politica industriale di punta del Governo indonesiano, ildownstream, si concentra sullerisorsenaturali. L’Indonesia produce infatti il37% del nichel mondiale(fondamentale per la costruzione di batterie elettriche) e attraverso ildivieto di esportazione di materie primeselezionate(tra cui lo stessonichel, labauxitee da quest’anno anche ilconcentratodi rame)il Governo guidato daJoko Widodopunta adattirare multinazionali nel Paese per costruire raffinerie locali. Con un progetto ambizioso(Indonesia Vision 2045)il Paese intende diventare una delle prime 5 economie mondialicon oltre 7 trilioni di dollari entro il centenario dell’indipendenza dall’Olanda. Per conseguire l’obiettivo, avrà bisogno di unacrescita del 7% annuo, rispetto a una media del 4,6% nello stesso periodo. InArabia Saudita,la monarchia intende attuare una riforma strutturale perdiversificare l’economia, oggi fortemente dipendente dal petrolio. Nel 2016 è stato lanciato il progettoSaudi Vision 2030, finalizzato a migliorare i servizi pubblici nazionali, espandere il settore turistico, aumentare gradualmente l’accesso delle donne sul mercato del lavoro e a attirare investimenti diretti esteri (Ide). L’obiettivo del regno è quello didiventare una delle prime potenze economiche mondiali. Secondo le proiezioni diGoldman Sachs, nel 2050 l’Arabia Saudita potrebbe diventare la 13° economia al mondo. Ma prima che affermarsi a livello mondiale,i sauditi devono competere con i vicini Paesi del Golfo. Seppur in rapida espansione,l’Arabia Saudita non riesce a monopolizzare gli investimenti nel Golfo; nel 2022 gli Emirati Arabi e il Qatar detenevano il primato con rispettivamente 23 miliardi e 29 miliardi di dollari attratti contro i 7,9 miliardi dei sauditi. Inoltre, affinché il Paese possa affermarsi al livello mondiale,dovrà aumentare la propria crescita del 9% annuo, contro un 2,3% odierno. Strategia differente è stata applicata dalCile,che punta sull’estrazione di materie prime criticheper collocarsi in unaposizione strategicanella transizione ecologica. Secondo produttore dilitioal mondo, il Paese ha annunciato unpiano di semi-nazionalizzazione per l’estrazione del materiale, offrendo prezzi preferenziali sul carbonato di litio alle aziende che avviano progetti nel territorio cileno. Grazie alla disponibilità di risorse minerarie,il Cile è tra i Paesi leader nel settore estrattivo; oltre allasalina di Atacama, che da sola produce il30% del litio a livello globale, il Presidente cileno Boric ha evidenziato che il Paese possiedealtre60salinee che «il potenziale è enorme». Lo Stato è anche il principale produttore di rame al mondoe tra i principali diargento, nitrati, iodio. Obiettivo del Cile è quello di entrare a far parte deiprincipali esportatori di servizi e tecnologie per il settore estrattivo. Al momento, il Paese punta sullosviluppo di tecnologieper ridurre l’impatto ambientale – energetico dell’estrazionee potenziare il coinvolgimento delle comunità locali. Il settore necessita di investimenti per la modernizzazione di fonderie e raffinerie e per progetti di esplorazione del suolo. Altra economia in forte ascesa è ilVietnam.Il Paese ha registrato lacrescita più elevata in Asia nel 2022(+8%), e nello stesso annogliIdesono saliti al massimo da un decennio;oltre 20 miliardi di dollari provengono da Giappone, Singapore e Cina. Numerose aziende qualiDell, Microsoft, GoogleeApplehanno spostato intere parti della loro filiera produttiva nel Paese, tradizionalmente associato al settore dell’abbigliamento. Questi investimenti, nel corso degli anni, hanno dato grandi benefici all’economia locale, portando milioni di vietnamiti fuori da condizioni di povertà. E il Vietnam guarda al futuro. Il Governo vuole trasformare il Paese in un’economia ad alto reddito entro il 2045; per fare ciò occorreràdiversificare l’economia per attrarre maggiori investimenti esteri, oggi legati soprattutto albasso costo della manodopera. I Paesi emergenti stanno iniziando a trovare un loro posto nello scacchiere economico e politico internazionale. Importante sarà capire se le politiche economiche e commerciali dei singoli Paesi riusciranno a dare gli effetti sperati per restare in linea con i propri programmi di crescita e sviluppo, in uno scenario globale mai così dinamico e instabilecome quello odierno.