15 anni fa nasceva il Bitcoin

Sono ormai passati 15 anni da quandoSatoshi Nakamoto(l’inventore o un gruppo di inventori sotto pseudonimo) iscrisse ilprimo Bitcoin in rete.Il 3 gennaio del2009si aprì un nuovo sistema monetario che, utilizzando la struttura delleblockchain, permettevatransazioni peer-to-peer in modo decentralizzato,crittografato e irreversibile. Al suo rilascio, lacriptovalutarientrava in un mercato di nicchia, spesso legato al mondo dell’hacking, per l’assenza di una rintracciabilità dei pagamenti; il suo valore si aggiravaintorno agli0,08 euro a token.Una vera e propria fortuna per coloro che hanno lasciato lievitare il Bitcoin nel proprio computer per anni. La quota di mercato della moneta è cresciuta negli anni grazie alla domanda e all’offerta: dopo aver raggiunto i120 euro nel 2013, è passata a circa 1.125 euro nell’aprile del 2014; nel2017, grazie al debutto nel mercato dei futures, in cui il prezzo di acquisto e vendita è concordato tra gli investitori, il valore è aumentato vertiginosamente fino ai15.000 euro. L’anno successivo, però, si è assistito al crollo del Bitcoin a causa di unaserie di scandali.Tra i più eclatanti, ladistribuzione di immagini pedopornografiche contenute all’interno delle blockchaine lamorte di Gerald Cotten,Ceo di un’importante società canadese che si occupava di exchange trading e unico detentore delle password dei portafogli virtuali, che decreta la “scomparsa’’ di oltre 215 milioni di dollari in bitcoin. Nel 2019, però, si è registrata una consistente ripresa, per poi sfociare nel boom del2020, quando il prezzo hatoccato cifre superiori ai 50.000 euro;per questo motivoElon Muskdecide che Tesla avrebbe accettato le transazioni tramite Bitcoin, dando così ulteriore importanza al sistema delle criptovalute e attirando i più curiosi ad affacciarsi su questo nuovo mercato in evoluzione. Il massimo storico è stato raggiunto anovembre del 2021, con una quotazione di circa 66.500 euro. Ma ilribasso degli ultimi annidescrive perfettamente la volatilità e l’incertezza legata a questo mondo. A 15 anni dalla sua nascita, Bitcoinnon ha ancora fatto il grande passo di iscriversi nei mezzi di pagamento ufficiali,né di sostituire il dollaro o l’euro come si decantava lo scorso decennio.Situazione determinata dall’assenza di un ente centrale che regoli l’andamento del mercatodei crypto-assets e dal loro impiego poco trasparente a causa del sistema di crittografia che non permette di rendere tracciabili gli spostamenti di capitali e facilita transazioni su siti illeciti. Inoltre, il dissenso verso questo tipo di moneta è alimentato anche dall’inquinamento prodotto dallevalute virtuali.Durante le transazioni vengono utilizzate cospicue quantità di energia elettrica che, nel processo di trasformazione, aumenta le emissioni di CO2: è stato stimato che con il costo sociale del carbonio a 100 dollari per tonnellata, il Bitcoin ha provocato trail 2016 e il 2021 oltre 12 miliardi di dollari indanni ambientali. A contrastare la sua istituzionalizzazione ci aveva già pensato laCinanel 2021, quando avevadichiarato illegali tutte le transazioni tramite criptovalutee vietato il loro acquisto con exchange stranieri in seguito a una nota dellaPeople’s China Bankdel 15 settembre, che descriveva le monete digitali come un rischio per la sicurezza nazionale e la stabilità sociale. IlParlamento europeo,meno drasticamente, ha cercato di regolamentare le cripto-attività, mirando a garantire latracciabilità(in contrasto con il sistema di crittografia di Bitcoin) eprevenire azioni illecite di riciclaggio del denaro, decretando così la fine alle transazioni sospette. Il regolamentoMiCA(Markets-in-Crypto-Assets), approvato nella seduta del 20 aprile 2023, ha introdotto unquadro giuridico tra gli Stati membriper certificare la sicurezza degli emittenti e i fornitori di valute digitali al fine di proteggere i consumatori dagli abusi di mercato. Sono di diversa opinioneEl Salvadore laRepubblica Centrafricana,gli uniciStati al mondo a esserecrypto-friendly,ovvero che riconoscono Bitcoin come metodo di pagamento per beni e servizi, ma anche per tasse e debiti.