Sharing mobility: i monopattini elettrici sono in crisi
Lasharing mobilityè entrata ormai a far parte della nostra vita quotidiana: le auto, le biciclette e i monopattini condivisi registranooltre 500 milioni di corsein tutta Europa grazie agli850.000 mezzi in circolazione, per un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro. Nonostante questi numeri, però, il settore sembra non potercontare su una forte stabilità. Da una parte, il dibattito sullostop all’uso dei monopattini elettrici,nato per questioni legate alla sicurezza della viabilità e degli utenti, ha portato il tema anche tra le istituzioni: in Italia sono già in vigore leggi che regolano la circolazione di questi mezzi, mentre a Parigi, in seguito al referendum cittadino del 2 aprile, è stata prevista la rimozione di circa 15.000 monopattini dalle strade. Dall’altro, ci sono preoccupazioni per lo scoppio dellabolla sharing.Il caso più eclatante è quello diBird Global, società pioniera del settore della mobilità condivisa, che ha presentato un’istanza di protezione dalla bancarotta alla Florida.Nel 2018, appena un anno dopo la sua fondazione, era diventata lastartuppiù veloce di sempre a raggiungere una valutazione superiore al miliardo di dollari. Come riporta ilFinancial Times,Birdha un fondo contante di circa 3,25 milioni di dollari, a fronte dei 16,8 necessari per far fronte agli obblighi finanziari entro il 12 gennaio 2024. «Fin dalla sua nascita, Bird ha avuto difficoltà a generare flussi di cassa positivi nonostante i suoi sforzi di crescita e la relativa quota di mercato rispetto ai suoi concorrenti», ha affermato Michael Washinushi, amministratore delegato della società. A novembre, l’azienda ha dichiarato perdite nette per 73,4 milioni di dollarida inizio anno, mentre a fine 2022 le perdite si attestavano intorno ai 358,7 milioni. «Stiamo facendo progressi verso la redditività e miriamo ad accelerare questo progresso ridimensionando correttamente la nostra struttura di capitale», ha aggiunto Washimushi. Per evitare il fallimento, la società hastanziato 25 milioni di dollari di debiti di finanziamento da parte di vari istituti di creditocon alta priorità rispetto agli alti creditori e alti tassi di interesse. Le cause del crollo della compagnia e dell’esplosione dellabolla sharingper imonopattiniha diverse cause. Tra le principali troviamo la presenza dialti costi per l’insediamentodi una consistente flotta in più città, con errori di calcolo sul proprio ritorno economico; infatti, in molti casi,i ricavi non ricoprivano gli elevati costi inizialiportando a un innalzamento delle tariffe e un conseguente calo di impiego. Inoltre, sono da considerare i costi per ipermessi operativi, lespese legaliper le cause relative a richieste di risarcimento per lesioni personali e i costi dimanutenzionee riparazione dei monopattini. Tra le cause, anche ladiminuzione della domanda nel periodo invernalecon gli utenti che, visto il calo delle temperature, preferiscono optare per soluzioni alternative.