Plastic Tax, arriva la proroga: nuova scadenza al 1° luglio 2024

A seguito dell’approvazione del maxi emendamento sostitutivo del disegno di Legge di Bilancio 2024, il Senato italiano ha deciso diposticipare al 1° luglio 2024 l’entrata in vigore della tanto dibattuta Plastic Tax. La decisione, formalizzata attraverso ilcomma 44, lettere a) e b)dell’emendamento, è ora in esame alla Camera. Ma che cos’è la Plastic Tax? Introdotta originariamente dall’articolo 1 della legge di Bilancio 2020, èun’imposta sui manufatti inplasticamonouso. Ma, a 3 anni dalla sua istituzione, ancora non vede la luce. L’imposta, ora prorogata per la sesta volta,dovrebbe colpire i cosiddettiMacsi, manufatti in plastica con singolo impiego, realizzati utilizzando materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica, che includono, per esempio, icontenitori del latte intetrapak, le bottiglie, gli imballaggi in polistirolo e le preforme. Esclusi invece dalla tassazione iMacsicompostabili conformi alla normativa europea 13432/2002, come per esempio i dispositivi medici classificati come tali e i contenitori di preparati medicinali. L’attuazione pratica dellaPlastic Taxè ora rimessa a un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il quale, al momento,non è ancora stato adottato. Valore dell’imposta e sanzioni Il valore fisso dell’imposta è stabilito a0,45 euro per chilo di materia plastica contenuta neiMacsi, ed è prevista a carico di produttori, importatori e consumatori;le sanzioni previsteper il mancato pagamento o ritardosonotuttaviamolto severe. Per omesso pagamento, la sanzione amministrativapuò variare dal doppio al quintuplo dell’imposta evasa, con un importo non inferiore a 250 euro; in caso di ritardo, invece, l’ammenda è del30% dell’imposta dovuta, con un importo minimo di 250 euro. Anche la presentazione tardiva della dichiarazione trimestrale comporta sanzioni: in questo caso le multe vannoda 250 fino ai 2500 euro. Una norma anche europea L’imposta sulla plastica monousoandrebbe ad affiancarsi a una tassazione europea, considerata una “risorsa propria” dell’Unione europea e che viene utilizzata per finanziare voci specifiche del bilancio. Più nello specifico, la decisione 2020/2053/Ue ha introdotto un’aliquota uniforme di prelievo sul peso dei rifiuti di imballaggi in plastica non riciclati,fissata a 0,80 euro al chilo in ogni Stato membro, ma per evitare effetti recessivi è prevista una riduzione annua forfettaria del contributo, che per l’Italia ammonta a 184 milioni di euro. Dunque il nostro Paese, insieme agli altri Stati membri, si trova di fronte a sfide significative per adeguarsi a queste nuove disposizioni, e dovrà garantire una gestione sostenibile della plastica.