“Giù nella valle” e la doppia identità della montagna

 

ChePaolo Cognettisia un autore dedito dimontagna, ormai, è cosa nota a tutti. Se al grande pubblico è noto il titoloLe otto montagne(Premio Strega 2018), conGiù nella valle(Einaudi, 128 pagine, 16 euro) il lettore viene trasportato in uno scenario diverso rispetto a quello conosciuto con le precedenti opere, ovvero quello dellaValsesia, che nelle note in coda al libro viene accostato alle famosebadlandscantate da Bruce Springsteen. Nel corso della storia, che ruota attorno a 3 principali personaggi, vengono affrontati alcuni temi cari all’autore, come ilbinomio tra montagna e cittàe le diverse concezioni e punti di vista relativi alla montagna stessa, sia da chi la vive da sempre che da parte dei “forestieri”. In un villaggio cupo e piovoso viveLuigi, guardia forestale, insieme a sua moglie Elisabetta, originaria di Milano e trasferitasi in montagna per poter stare insieme all’uomo che ama. A interrompere, momentaneamente, la routine e la quotidianità della coppia arriva Alfredo, fratello di Luigi, dal carattere completamente opposto al suo e residente da ormai molti anni in Canada. Le dinamiche tra i 2 fratelli e la moglie non sono delle più serene e le tensioni emergono dopo una serie di incontri da parte di Alfredo con alcuni personaggi che ancora abitano ilpiccolo paese di Fontana Fredda. A fare da contorno a questa intricata rete di relazioni familiari, nei boschi circostanti il villaggio si stanno consumando, da alcuni giorni,efferati omicidiai danni dei cani della zonae, mentre Luigi indaga, Elisabetta ha alcuni sospetti su chi potrebbe aver compiuto questi gesti crudeli nei confronti degli animali. Senza rivelare troppo della trama,Giù nella valleporta all’attenzione di chi legge2 atteggiamenti opposti nei confronti della montagna, incarnati da personaggi diversi. Se, da una parte, assistiamo a un’apertura nei confronti di innovazioniche potrebbero portare la montagna a essereripopolata(nello specifico, si parla della costruzione di una seggiovia), dall’altra c’è chi vuolemantenere l’ambiente “puro”e incontaminato da questi cambiamenti. Il tema del “riconvertire” un piccolo paese comeFontana Fredda in unameta turisticae sciisticaè all’ordine del giorno e vede gli abitanti schierarsi ora con una fazione, favorevole alla costruzione, ora con l’altra, contraria all’insediamento di piste. Per quanto la collocazione geografica e l’ambientazione siano precise,i luoghi descritti assumono carattere universale, con meccanismi consolidati in molti scenari montani della Penisola, tra chi sponsorizza rinnovamenti che, in un certo senso, “snaturano” la bellezza di un paesaggio incontaminato e chi, invece, rifiuta la proverbiale fiumana del progresso. Ladistanza tra montagna e città, ancora molto sentita in questo paese, viene riproposta attraverso la relazione che lega 2 dei personaggi principali, ovvero Elisabetta, originaria di Milano e Luigi, nato e cresciuto a Fontana Fredda; il lettore viene portato a riflettere su quanto questa distanza sia reale e concreta e quanto, invece, una sovrastruttura mentale. Senza retorica e affidando i diversi punti di vista alle voci dei personaggi, Cognetti invita a riflettere su alcuni temi di attualità,su quanto l’essere umano abbia modificato (o distrutto?) l’ambiente in cui vivee su quanto, con la sua arroganza, stia andando a distruggere la casa di altre specie per costruire la propria.