Ma è proprio vero, come sostengono alcuni, cheregalare un libro a Natale è l’ultima risorsa?Quella a cui ci si appella disperati correndo in libreria il pomeriggio del 24 dicembre e mettendosi in fila dietro altri disperati come noi giusto per non presentarsi a mani vuote?Noi siamo sicuri di noe, anzi, lo ribadiamo a gran voce:sì ai libri sotto l’albero. Per questo, oggi che manca ancora una settimana all’ora X che fa scattare il panico del regalo non fatto, vogliamo suggerirvi3 titoli che abbiamo recensito quest’anno- ciascuno per ognuno dei nostri temi: ambiente, diritti, futuro – per aiutarvi a regalare un pensiero originale, utile e mai scontato. Ecovisioni, Edizioni Ambiente, 320 p., 21€ Se pensiamo alle parole “cinema” e “ambiente” ci vengono quasi sempre in mente scenari catastrofisti e tantissime variazioni sul tema dell’estinzione dell’umanità così come la conosciamo. Se è vero, però, che soprattutto le produzioni hollywoodianenon hanno sempre saputo raccontare il cambiamento climaticoe i rischi dell’azione antropica per il Pianeta, è vero anche cheil rapporto tra la settima arte e l’ambientalismo è molto più complesso e profondo. Lo mostra con una chiarezza senza pari illibrodi Marco Gisotti, che attraverso 125 anni di storia del grande schermoracconta “l’ecologia al cinemadai fratelli Lumière alla Marvel – in 100 film e 5 percorsi didattici”. Non lo fa solo rispondendo a domande che, se non lo stiamo ancora facendo, dovremmo porci – quanto inquina un film? È possibile riconvertire l’industria cinematografica in una prospettiva di sostenibilità? – ma anche mostrando come,fin dalle origini, l’ambiente (e la sua tutela) è stato un tema centrale per “la fabbrica dei sogni”. Un focus originale e inedito, che lo rende un titolo adatto non solo a chi ha a cuore la sostenibilità ma anche per dare a cinefili e appassionati una prospettiva nuova. Lo abbiamo recensitoqui. Ma chi me lo fa fare?, Andrea Colamedici e Maura Gancitano, Harper Collins, 249 p., 18,5€ Grandi dimissioni, quiet quitting,lazy girl jobse “giovani che non vogliono più lavorare”.Qualcosa nel modo in cui viviamo e percepiamo il lavoro si è rotto.Si è rotta quell’illusione che ci ha convinti che amare il nostro lavoro fosse un imperativo, che dovevamo dedicargli ogni parte di noi, ogni momento di veglia (meglio se limitando le ore di sonno, orrendamente improduttive). Che dovevamo sacrificarci, pensando solo all’obbiettivo: farcela.Fare successo, fare soldi. Ora,diconoi fondatori di Tlon,è il momento di dire bastae di guardare il faccia “come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo”. Di uccidere il lavoro, così com’è, e rifondarlo, in modo che possa liberare le potenzialità che ancora ha da offrire. Disertando. “Dal lavoro, dal consumo, dalla competizione e dalla performance”, tirandosi indietro, “ovunque possibile, dalle logiche lavoriste che ti spingono a credere che le cose non possano essere che così”. Perché le cose possono non essere così, e questo libro ci ricorda che non c’è niente di inevitabile. Lo abbiamo recensitoqui. Disarmo nucleare, Francesco Vignarca, Altreconomia, 192 pagine, 16€ Secondo te,quante testate nucleari ci sono nel mondo?Quanto si spende ogni anno per produrle? Che cos’è la teoria della deterrenza? Francesco Vignarca risponde a tutte queste (e molte altre) domande su untema di cui si parla spesso solo superficialmente, anche di fronte alle minacce di attacco atomico da parte di superpotenze che hanno munizioni nei loro arsenali o, come è accaduto quest’estate, di film che ne raccontano la storia sbancando il botteghino. Il successo planetario del film di Nolan,Oppenheimer, tratto dalla biografia premio Pulitzer firmata da Kai Bird e Martin J. Sherwin, ha riacceso l’interesse per ilProgetto Manhattane per illavoro di fisici e scienziati che ha portato alla creazione dell’atomica, sganciata sui cittadini di Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945. Eppure, se dovessimo dire qual è la situazione in cui ci troviamo in questo momento, siamo sicuri che molti di noi sarebbero in difficoltà. Partendo dai primi test nucleari negli Stati Uniti e dalla corsa agli armamenti durante la Guerra fredda, questolibrodel coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, attraverso tantissimi datifotografa anche (e soprattutto) come stanno le cose oggi. Un titolo perfetto per approfondire un argomento che ci riguarda tutti più di quanto vorremmo (e per fare un figurone a tavola quando la conversazione cadrà su “Ma voi l’avete visto Oppenheimer?”). Lo abbiamo recensitoqui.
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