Termoli è capitale italiana zero della mobilità sostenibile

 

Le città italianesi sfideranno in una «sana» competizione per diventarecapitale italiana dellamobilità sostenibile:Termoliè la numero zero, grazie alla suaGigafactory. Ildisegno di leggeche prevede tutto questo ha unito trasversalmente partiti di opposte fazioni ed è stato presentato nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama. Subito dopo la legge di bilancio inizieranno le audizioni per approvarela norma. Il ddl “Istituzione della capitale italiana della mobilità sostenibile”, definito «snello» e incardinato nella Commissione Ambiente, è formato da 6 articoli che vogliono disegnare «una nuova forma di società», capace anche di aiutare persone diversamente abili o in condizioni di disagio sociale. Il promotore del provvedimento è il SenatoreCostanzo Della Portadi Fratelli d’Italia, sindaco del piccolo Comune San Giacomo degli Schiavoni (Campobasso), che tra l’altro ha vinto un bando per diventarecarbon neutral. L’essenza dell’idea, spiegata dall’onorevole, è questa: ogni anno verrò istituita una commissione che dovrà valutare il miglior progetto a cui sarà data una dotazione finanziaria di1 milione di euro. Per il primo anno non c’è gara: la città vincitrice sarà già presente nel testo della legge e saràTermoli, che ha un ruolo centrale con il suo hub incentrato sulla sostenibilità. Inoltre una scuola individuata in ogni città dovrà divulgare le linee guida della legge, all’insegna delvivere bene, dellasostenibilitàe dellamobilità. Tra le firme in calce al ddl c’è quella del SenatoreMichele Fina, tesoriere del Partito Democratico, abruzzese, già promotore di un Intergruppo istituzionale sui cambiamenti climatici: «Il 23% delle emissioni di gas serra nel nostro Paese è dato dal trasporto e il 60% di queste riguarda i veicoli. C’è una richiesta di cambiamento nell’ambito dellatransizione energetica ed economica. Solo per l’inquinamento atmosferico, secondo i dati Ispra, noi causiamo circa mezzo milione di morti l’anno. Quindi questa proposta va nella direzione giusta». Termoli è la capitale zeroper diversi motivi: «La Gigafactoryè un investimento sul futuro, pari a 2 miliardi, con 2.000 lavoratrici e lavoratori entro il 2030 e con importanti gemellaggi con l’estero», continuaFina, «Passare all’elettrico cambia completamente la produzione. Nella competizione globale, per frenare le delocalizzazioni e consolidare i poli produttivi, alla fine la dote principale più forte è quella umana. Questa iniziativa connettele persone, la mobilità e il territorio: è la ricetta più giusta. È importante fare in modo che non ci siano cattedrali nel deserto, ci vuole un contesto sociale di condivisione». Il SenatoreEtel Sigismondi(Fdi) ha aggiunto: «L’obiettivo principale è istituire la capitale della mobilità sostenibile attraverso unasana competizione tra le città. C’è anche bisogno di un approccio culturale diverso, in grado di accendere un faro su questo tema e portarci a cambiare le nostre abitudini quotidiane. Nell’articolo 4 è previsto un chiaro riferimento allenuove generazioni». I Comuniavranno quindiun piano triennaleda realizzare, incentrato su trasporto intermodale, mobilità green, elettrificazione, incentivi al trasporto pubblico, qualità dei servizi, miglioramento degli spostamenti tra casa e lavoro. «La transizione ecologicanon dev’essere assolutamente ideologica ma pragmatica e sostenibile: deve avere i tempi giusti per poter avere un nuovo equilibrio tra natura e uomo attraversola neutralità tecnologica, senza penalizzare il tessuto economico, le imprese, l’occupazione», ha concluso Sigismondi. La proposta di legge vanta adesioni di peso: il SenatoreGuido Castelliha espresso il suo supporto con un video dalla Cop28 di Dubai, mentre Tommaso Pavoncello diAcc – Automotive Cells Companyda Termoli ha confermato: «Entro fine anno verrà perimetrata l’area del cantiere della Gigafactory». Ci sono ancheEni,A2A e-mobility- con Milano e Brescia come azionisti – e ilPolitecnico di Torino, che è da sempre un punto di riferimento perl’automotive. Il Magnifico RettoreGuido Saraccoè stato tra i primi a credere nel progetto: «Il Politecnico di Torino riceve più del 60% dei suoi studenti da fuori ed è già un successo per l’Italia, visto che molti vanno all’estero. Nell’ambito dellaGigafactory, ho deciso immediatamente di fare massa critica e offrire all’Università del Molisela condivisione delle competenze, soprattutto per fare ricerca e sviluppo». È importante poi il sostegno che arriva daBolognatramite sia l’Ad e Direttore Generale dell’aeroporto “G. Marconi”Nazareno Ventola, sia l’assessora del Comune a Nuova mobilità, infrastrutture, TPL e Città 30Valentina Orioli: «Abbiamo aderito subito. La mobilità sostenibile è una delle leve attraverso cui si possono trasformare le città, insieme alla sicurezza e alla bellezza, tutte dimensioni intrecciate. Lavorarci è molto difficile: ogni decisione scatena proteste, disagio e difficoltà, perché c’è un tema culturale: abbiamo bisogno di essere aiutati a cambiare le nostre abitudini.La capitale italiana dellamobilità sostenibileè un segnale importante, per sostenerela transizione culturale». «Questodisegno di leggeguarda avanti in maniera equilibrata e consapevole, trasformando un problema in opportunità. Tiene insieme la sapienza italiana nell’automotive, l’occupazione e le esigenze dei territori», ha dichiaratoDanilo Moriero dell’Associazione Città dei Motori, rete di 40 Comuni italiani, da Torino a Maranello, da Melfi a Pomigliano. Giulio Lo Iacono diASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibileha sottolineato: «Il 76% degli italiani usa mezzi privati nel tragitto casa-lavoro, secondo numeri del 2022. È un dato in peggioramento, anche dopo il Covid-19.Siamo l’unico Paese europeo a dare bonus per l’uso di motori a combustione, benzina e diesel. C’è un complesso di politiche da fare: occorre incentivarela mobilità dolce e sostenibile, anche a piedi e inbicicletta, oltre alleauto elettriche». Infine,Della Portaha affermato: «Questodisegno di leggedovrà essere efficace e avere effetti positivi sul Paese. Cultura dell’ambiente significa cultura del progresso, con il coinvolgimento delle scuole e degli enti locali. Vogliamo dare risposte serie peril rispetto dell’ambientee per lasciare ai nostri figli un mondo migliore. Questo è solo il primo tassello: può essere il grimaldello giusto perché altre leggi vadano in questa direzione».