Tam Tam: il basket che salva i ragazzi di Castel Volturno

 

Tam… Tam… Tam… Tam.Cosa ti ricorda? È il rumore, cadenzato e rassicurante, dellapalla a spicchiche rimbalza sul pavimento, per poi tornare fedelmente, un istante dopo, fra le braccia delgiocatore. L’ex cestista della serie A italianaMassimo Antonelliha raccontato aLa Svoltadi averci pensato una mattina, di essersi svegliato con questo nome in testa:Tam Tam.«Io e gli altri soci di una società appena costituita eravamo da tempo alla ricerca diun nome per una squadra di basket, finché un giorno non mi è venuta quest’idea. MaTam Tam, per me, ha tanti significati diversi. Per esempio, è anche il nome diuno strumento utilizzato in Africa per comunicare tra villaggi vicinie rappresenta, banalmente,il cuore degli atleti che batte per questo sport». Nel 2016, insieme ad altre 4 persone,Massimo Antonelli, classe ’53, ha fondatoTam Tam Basketball,un’associazione sportiva dilettantistica senza scopi di lucro, che a Castel Volturno offre l’opportunità aragazzi e ragazzenati in Italia, da genitori stranieri, provenienti perlopiùdalla Nigeria, dipraticare gratuitamente la pallacanestro. «Crediamo cheattraverso la scuola e lo sport possa realizzarsi concretamente l’inclusione sociale. Ci ha spinti e motivati quello che gli americani chiamanoGiving Back Philosophy, ossiail desiderio di restituire qualcosa alla comunità, in questo caso quella delbasket, che ci ha cresciuti, formati… E resi le persone che siamo oggi». In pochi anni,Tam Tamha fatto crescere una squadra dibasketche, pur avendo vinto nel 2019il campionato regionale under 15, si è dovuta scontrare ripetutamente con limiti normativi e scelte escludenti da parte della Federazione Italiana Pallacanestro. Un fatto è indubbio però:la sua storia ha incuriosito e conquistato l’opinione pubblica italiana, tanto da portare la squadra a giocare conla rappresentativa della Nazionale Magistratie quella dellaComunità Cinese in Italia. Anche all’estero la vicenda ha avuto una certa eco. «Il documentario cheAl Jazeeraci ha dedicatoè stata una bella, inaspettata, avventura e penso trasmetta bene la passione dei ragazzi e il loro impegno nel progetto». I ragazzi di Castel Volturno. I rischi maggiori: povertà estrema e criminalità La storia di Tam Tam si snoda non in un posto qualsiasi, masulla foce del fiume Volturno, lungouna striscia di costa che si estende per circa 10 kmin provincia di Caserta, segnata daprofonde difficoltà sociali. Nell’area, infatti, si registrala più alta percentuale di abitanti extracomunitari, quasi tuttidi origine africana,molti con gravi problemi di inserimento. Secondoi dati ufficiali dell’Istate quelli ricavati dallaraccolta di rifiuti nel Comune, su circa26.000 residenti,quasi 5.000 non sono cittadini di Paesi membri dell’Unione Europea. Molti sonoclandestini, richiedentiasilocon esito negativo o soggetti che non hanno ottenuto il rinnovo dei propri permessi, e che finiscono per scivolare in un limbo dimarginalità sociale,povertà estrema, sfruttamento lavorativo e criminalità organizzata. «Le famiglie di questi ragazzi, in molti casi,non possono permettersi di far praticare al figlio o alla figlia alcunosporto di accompagnarli in palestra». Massimo Antonelli e gli altri socihanno avviato il loro progetto dalle scuole, bussando di classe in classee proponendo agli studenti di presentarsi agli allenamenti, nella palestra della scuola I.CL Pineta Mare di Villaggio Coppola. «In poco tempo, quelli che avevano partecipato ai primi incontri hanno contagiato gli altri con il loro entusiasmoe così da una quindicina di ragazzi siamo arrivati a un gruppo di 30 – spiega il coach Antonelli. – A oggi sonopoco più di un centinaioe l’obiettivo sarebbe quello di arrivare a coinvolgerne 150.Abbiamo allievi a partire dai 5 fino ai 17 anni». Il basket che salva le persone e il territorio. Le campagne di crowdfunding e la riqualificazione di palestre abbandonate Nel tempo l’iniziativa si è ampliata. Non potendo più utilizzare la palestra scolastica che serviva per attività pomeridiane organizzate dall’istituto, il team di Tam Tam ha allestito un campo all’aperto, ormai dismesso, con nuovi impianti di pallacanestro. «Nonostante il caldo e il sole cocente in estate i ragazzi hanno continuato ad allenarsi». A settembre 2017, grazie auna campagna di crowdfundingche ne ha coperto in parte le spese, è statoriqualificato e riaperto un palazzetto in disuso da un decennio, dove tuttora i giovani di Castel Volturno si allenano ogni giorno. Sempre grazie alle donazioni,l’associazione si è dotata di 2 pullmanche servono per portare i giovani cestisti agli allenamenti e consentire, in una zona in cui il trasporto pubblico è carente, di spostarsi in sicurezza. «È tutto completamente gratuito per i ragazzi e così deve restare.Chiunque può contribuire al progetto per quello che può, non solo tramite donazioni. Per esempio, c’è chi ha creato il sito di Tam Tam e chi, avendo una buona padronanza delle lingue straniere, lo ha tradotto in inglese e in francese». Ma,Tam Tam è qualcosa di più di un semplice progetto sportivo. «Cerchiamo di prenderci cura di questi ragazzi, laddove necessario offriamo anche un’assistenza psicologica e ci teniamo al fatto che studino e frequentino la scuola. In questi contesti,il rischio di dispersione scolastica è alto. – racconta Massimo. – Mi è capitato diricevere videochiamate dalle mamme la mattina perché il figlio non voleva andare a scuolae di doverlo spronare ad alzarsi, o anche di recarmi personalmente ai colloqui con gli insegnanti o con i presidi, in casi di particolari difficoltà. La maggior parte dei ragazzi di Tam Tam, però, si diploma e molti si laureano, segno cheistruzione e sport sono legate a doppio filoe si influenzano positivamente a vicenda». Secondoun report realizzato daOpenpolisnel 2022,la Campania è fanalino di coda per quota dibambini e ragazzi che praticano uno sport, anche in modo saltuario- appena il 50% – e penultima rispetto al numero di palestre scolastiche presenti sul territorio. Non è un caso, quindi, che sempresecondo un’indagine di Openpolis, nella regione oltre il 15% dei giovani ha lasciato la scuola dopo le medie. Imparare il basket attraverso la musica. Il metodo del coach Antonelli Ad attrarre, poi, i giovani atleti è un metodo d’insegnamento del basket innovativo e coinvolgente, messo a punto negli anni dal coach Antonelli. Si chiama ilMusic Basketball Methode coniuga movimenti della pallacanestro e musica. «Io lo definiscoun metodo assolutamente democratico, perchénon richiede alcuna conoscenza tecnica delle note o dello spartito- spiega. – Attraverso la musica, si possono apprendere e affinare i fondamentali della pallacanestro. Qualsiasi gesto, un passaggio sotto le gambe o un lancio, ha un suo ritmo. Riproducendo delle tracce musicali con ritmi sempre più veloci, testiamo la soglia di errore dell’atleta, che così di volta in volta, si autocorregge e impara a evitare errori tecnici e posturali. A lungo termine, è un lavoro che consente diacquisire consapevolezza e capacità di compiere scelte velocisul campo di gioco». Tra i progetti in cantiere, come racconta il coach Antonelli, ci sarebbe anche una lab/factory conl’Università Federico II e la facoltà di Scienze Motorie di Napolisul ruolo della musica e del ritmo per lo sviluppo motorio e tecnico nella pallacanestro. La legge‘Salva Tam Tam’riconosce loius solisportivo Nel 2017 però è esplosoun vero e proprio caso mediaticoattorno aTam Tam. I ragazzi e le ragazze coinvolti nel progetto,pur essendo nati in Italia,sono tutti figli e figlie di cittadini stranierie per questo, in base alla normativa nazionale –che fonda la cittadinanza italiana sul principio delloius sanguinise non delloius soli-considerati a loro volta stranieri. LaFederazione Italiana di Pallacanestroprevedeva, all’epoca dei fatti, che nei campionati giovanilinon potessero partecipare più di 2 stranieri per ogni squadra. «Per la prima volta ci si rendeva conto di un paradosso più che mai evidente:la scuola includeva e lo sport escludeva, all’interno della stessa classe, uno studente poteva praticare un certo sport e prendere parte alle competizioni ufficiali e un altro, magari il compagno di banco, nato in Italia, ma da genitori stranieri». Dopo una lunga battaglia combattuta sui social e sui media tradizionali, l’associazione ha prima ottenutouna semplice derogaalla disciplina e poiun emendamento nella legge finanziaria del 2017, ribattezzato non a caso“norma salvaTam Tam Basketball”, che ha stabilito per la prima volta il principio delloius solisportivo. Gli atleti stranieri minorenni che vivono in Italia e che ne frequentano le scuole da almeno un anno, godono in ambito sportivo degli stessi diritti degli italiani. Quell’anno la modifica ha consentito aoltre800.000 atletidi giocarenelle federazioni sportive italiane. Massimo Antonelli ricorda quei giorni con una certa commozione: «è scoppiata una sorta dimovimento popolare, come lequattro giornate di Napoli.Fino ad allora questi ragazzi erano stati trattati come cittadini invisibili, inesistenti, ma sono convinto che, quando una battaglia è giusta, la gente ti dà ascolto e ti segue. Da un semplice passaparola attraverso i social, tra amici e conoscenti, fino ai giornali. Questo naturalmente, non ha evitatomomenti di stanchezza e di frustrazione. Mentre i campionati si avvicinavano, i ragazzi erano sotto stress e demotivati ea me sembrava di combattere, per la prima volta, contro la mia seconda famiglia, la FIP». La riforma dello sport: cosa cambia per Tam Tam Dal 1° luglio è entrata in vigorela riforma del lavoro sportivo, con il D.Lgs. n. 36/2021che fornisce nuove indicazioni per la gestione delle attività dei volontari e le modalità di svolgimento di attività lavorative in ambito sportivo, sia come lavoro subordinato, sia come lavoro autonomo e collaborazioni coordinate. «Non sappiamo ancora concretamente che effetti avrà questa riforma. Di certo, ha dei lati positivi, tra cui quello di dare maggiore dignità ai lavoratori sportivi,prevedendo premi e compensi occasionali per l’attività dei volontari, indennità di trasferta e rimborsi spese. Per noi che siamo un’associazione senza scopo di lucro, è una buona notizia». Riguardo il tesseramento degli atleti, la situazione è un po’ più complessa. «Prima per un atleta straniero, tutta la procedura arrivava a costare 90 euro, mentre per un italiano 12 euro. Ora la quota si aggira attorno ai 60 euro: l’iter nel caso di un ragazzo straniero è chiaramente più complesso, ma una somma 5 volte superiore a quella richiesta per il tesseramento di un atleta italiano mi sembra eccessiva». Per il futuro, Massimo Antonelli spera di «dare un assestamento alla struttura dell’associazione. Per ora viviamo con l’affanno, cercando di restare a galla grazie alledonazioni e al contributo dei volontari.Prossimamente, mi auguro di riuscire ad avere una maggiore progettualità e di arricchire e ampliare Tam Tam di anno in anno. Spero chei nostri ragazzi, i più grandi, torninoe continuino a collaborare come volontari dell’associazione, perrestituire alla comunità di Tam Tam qualcosa di buono».