Più riscaldamento globale, più aria condizionata: un pericoloso circolo vizioso

 

La conclusione a cui sono giunte leNazione Uniteè forse semplice, quasi ovvia, ma non va assolutamente sottovalutata. La nuova ricerca che l’Onu ha presentato a Dubai allaCop28, la sua Conferenza sul clima, mette nero su bianco un dato di fatto: con l’aumento delriscaldamento globale, l’utilizzo dell’elettricità perl’aria condizionatacontro le ondate di calore raddoppierà entro il 2050e continuerà a crescere insieme alleemissioni di gas serra, dando vita a un circolo vizioso senza via d’uscita. Si stima inoltre chela capacità delle apparecchiature di raffreddamento installate in tutto il mondo triplicherà. L’avvertimento, sottolineato dalNew York Times, contiene un’ulteriore previsione: entro poco più di 25 anni,il 10% delle emissioni globalideriverà appunto dagli sforzi per rinfrescare gli ambienti e gli edifici, se le tendenze attuali non subiranno modifiche. Risulta evidente che questa prospettiva rappresenterebbe un duro colpo anche perla transizione energetica. Quali sono le possibili soluzioni, dunque? Da un lato si può tentare di puntare sul cosiddettoraffreddamento “passivo”, cioè quell’insieme di strategie che contribuiscono a mantenere le temperature basse senza incrementare il consumo di corrente elettrica, comel’isolamento delle paretie la creazione disuperfici riflettenti. Il perfezionamento dell’efficienza energeticapoi costituisce naturalmente un punto essenziale, secondo il rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ma anche i progetti che estendonol’ombra naturale e la ventilazionedelle strutture possono rivelarsi particolarmente efficaci. Parallelamente bisognerebbe procedere conl’eliminazione dei refrigerantialtamente inquinanti, detti idrofluorocarburi: questo passo, già da solo, aiuterebbe a ridurrele emissionipreviste per il 2050 di oltre il 60%, stando al report dell’Onu. Allo stesso scopo, inoltre, potrebbe essere utilissima una rapida transizione verso le fonti dienergia rinnovabilecome l’eolico e il solare per alimentare i condizionatori d’aria. Intanto, con l’aumento delletemperature medieglobali,l’Organizzazione meteorologica mondialeha dato praticamente per certo cheil 2023si confermerà comel’anno più caldo della storia. Gli ultimi nove anni sono stati i più caldi prendendo in considerazione i 174 anni di osservazioni scientifiche registrate. Un altro punto che il Rapporto delle Nazioni Unite mette in evidenza cerca di responsabilizzare lenazioni più ricchedel pianeta,i cui piani climatici finora sono stati definiti insufficienti. Sono loro ad avere maggiori possibilità di successo nellalotta alle emissioni, perché iPaesi in via di svilupponon hanno mezzi e risorse adeguati per reagire di fronte a queste situazioni. Anzi,le economie meno potentisi trovano ad affrontare l’altra faccia della medaglia. È stato calcolato che circa 1,2 miliardi di persone in 77 Stati sono ad alto rischio dicattiva salute e mezzi di sussistenzaproprio a causa dell’assenza diaccesso al raffreddamento, perché mancano le tecnologie, i condizionatori e i frigoriferi, non soltanto nelle case ma anche nelle scuole e nei luoghi di lavoro.