Nel “nuovo” Pnrr ci sono meno piccoli progetti
IlPiano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr),approvato dall’Italia nel 2021 per rilanciare l’economia dopo la pandemia attraverso i fondi europei delNext Generation Eu(Ngeu),è stato ritoccato dal Governo Meloni in collaborazione con la Commissione europea. La proposta di revisione era stata già approvata il27 luglio 2023, poi confermata dal Parlamento qualche giorno dopo e finita sulla scrivania della Commissione lo scorso agosto per l’inizio dell’iter istruttorio. La chiave di tutto il processo dimodificasta nelle “circostanze oggettive” che secondo l’articolo 21 del regolamento Ue 2021/241(che istituisce il Pnrr) permetterebbero agli Stati membri diapportare modifiche al rispettivo piano nazionale, mettendo mano su quei progetti per cui risultaimpossibile realizzare gli obiettivi originari. La Commissione europea ha valutato positivamente l’esistenza di queste giustificazioni, legate principalmente all’arrivo di eventi totalmente imprevedibili come laguerra in Ucraina, da cui si è generato un forte innalzamento dei prezzi del gas, della benzina e dunque dell’inflazione. Motivo per cui nel nuovo piano si è deciso diescludere 20 progettiche, tuttavia, dovrebbero rientrare fra i finanziamenti di altri fondi. Complessivamente, circa250.000 interventi singolisono stati depennatidall’esecutivo: si tratta per lo più dipiccoli progettidi rigenerazione urbana e di lotta al dissestoidrogeologicoche, per via di lungaggini burocratiche e amministrative, avrebbero corso ilrischio di non essere pronti per il 2026, anno in cui la maggior parte degli investimenti previsti dal piano dovrebbe essere completata. Infatti, gli1,2 miliardiinizialmente destinati alla gestione del rischioalluvioneverrannoredistribuiti ai territori colpiti dagli eventi alluvionali del 2023(Emilia-Romagna, Toscana e Marche) per il ripristino della viabilità delle infrastrutture stradali, del patrimonio edilizio e delle scuole. Fra le questioni meno facili da digerire pesano le modifiche alribasso per nuovi posti in asili nidoe scuole dell’infanzia da garantire entro il 2026, che scendonoda 264.480 a 150.480. Così come la riduzione da 2.100 a 850 del numero di giovani ricercatori supportati da finanziamenti pubblici per evitare la fuga di cervelli, e ancora di più il taglio per la costruzione dinuove strutture di sanità territoriale(come case e ospedali di comunità) chescendono di quasi 400 unità. La rimodulazione per mano del Governo ha interessato anche i progetti che, pur essendo già avviati, avrebbero subito stop e blocchi per ilmancato rispetto dei criteri ambientali stabiliti.Così come sono stati scartati tutti quegli interventi che (con forte probabilità) non avrebbero soddisfatto i requisiti diammissibilità e rendicontabilità, come nel caso di progetti sullaviabilitàche ammontano a circa 1 miliardo di euro. Fra questi, infatti, non rientrano più i progetti di costruzione di tratte ferroviarie come laRoma-Pescara(del valore di 620,17 milioni), così come 2 lotti dell’autostrada Palermo-Catania e alcuni tratti della Napoli-Bari. Tutte misure in cui già nellaRelazione sullo stato di attuazione del Pnrrtrasmessa al Parlamento il 7 giugno scorso, il Governo rinveniva profili di criticità collegate a difficoltà normative, di bassa partecipazione delle imprese alle gare d’appalto e soprattutto alla rendicontazione e ai criteri di verifica delle misure. Sono dunque Comuni, enti locali e sindaci a uscire sconfitti dopo la rasoiata di Palazzo Chigi, che decide di riallocare quei miliardi risparmiati verso le imprese (con12,4 miliardiper industria e Pmi), ma anche circa 3 miliardi in più per i fondi dell’Agricoltura, a cui vanno aggiunti «i fondi del Piano nazionale complementare, pari a 1,2 miliardi, per un totale di circa8 miliardi di euro» commenta il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Ma non è l’unico membro dell’esecutivo a festeggiare, dato che il ministero guidato da Matteo Salvini ha ricevuto1 miliardo per la rete idrica, oltre ad altrettante risorse per iltrasporto regionalee per il potenziamento di alcune linee ferroviarie al Nord. Ilnuovo Pnrr,con risorse complessive pari a194,3 miliardidestinate agli investimenti guarda con forte interesse anche le grandi infrastrutture energetiche. Non a caso fra le145 nuove misurerimaneggiate, è stato introdotto un nuovo pacchetto di interventi interamente dedicato all’efficientamento e alla riduzione dei consumi energeticidel valore di11,1 miliardi di euro, il quale si unisce ufficialmente all’elenco di missioni fondamentali a cui è indirizzato il piano (digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, inclusione e salute). “L’obiettivo – avvisa ilGoverno- èridurre i costi di connessione alla rete del gasper gli impianti di produzione di biometano derivante da rifiuti organici urbani o scarti agricoli” in modo da stimolare l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Allatransizione verdeinfatti viene assegnato il39,5% dei fondia sostegno degli obiettivi climatici, il 2% in più rispetto al piano originario, mentre il contributo alladigitalizzazionepassa dal 25,1% al 25,6%. Già lo scorso Marzo, laRiforma della Giustiziaportata avanti dalla ex ministra Cartabia aveva introdotto molte novità legate al medesimo traguardo di una maggiore efficienza della giustizia e una riduzione complessiva dei tempi del processo (che si attestano su una media superiore a quella europea), oltre a conseguire l’obiettivo diriduzione del 25% dei tempi del processopenale legato all’attuazione del Pnrr. Nel nuovo piano si prevedono nuove riforme tese all’accelerazione dei tempi della giustizia civile e penale, oltre una maggiore semplificazione degli appalti (già prevista dalnuovo codice degli appalti) e una maggiore velocità nei pagamenti della Pubblica amministrazione, nel tentativo di far rispettare l’obiettivo europeo dipagare i fornitorientro 30 giorni, che per le autorità sanitarie regionali si estende a 60 giorni. Ma sono previsti rafforzamenti delle riforme già previste nel piano con nuovi impegni sul fronte dellaconcorrenzae sul lato finanza attraverso “semplificazioni per le vendite promozionali e il riordino dellanormativa sustart-up, Pmi innovative e venture capital”.