Biocarburanti: risposte incerte dall’Europa alle ambizioni dell’Italia

Biocarburanti: risposte incerte dall’Europa alle ambizioni dell’Italia

 

L’Italia crede neibiocarburantima dall’Europa continua ad avererisposte incerte sui possibili futuri investimentisu questo tipo di carburanti. Come noto, a partire daldivieto di vendita di motori a combustione termica(diesel o benzina a esempio) fissato per il 2035, da tempo il nostro Paese spinge affinché l’Europa “apra” sulla questione dei biocarburanti,combustibili ottenuti in modo indiretto dalle biomasseo in generale da cui energia si ottiene attraverso il processo di fissazione biologica del carbonio. Quello dei biocarburanti è un mercato su cui l’Italia crede, cosìcome la Germania punta invece sugli e-fuel(sintetici e ricavati daidrogenocon corrente rinnovabile), a tal punto da aver più volte spinto nei confronti dell’Europaaffinché vengano riconosciuti come carburanti verdi e a basse emissioni di carbonio. Dall’Europa per ora sono arrivate risposte in direzione opposta, mail recente voto di approvazione legato alla decarbonizzazione nel settore trasporti da parte del Parlamento Europeo, all’interno di alcuni documenti ed emendamenti ha inseritouna prima definizione di “carburanti CO2 neutri” che includono i biofuelsviluppati dall’Italia (e che salverebbe i motori a combustione). Si tratta di un primo riconoscimento all’interno di un regolamento che comunquedovrà prima affrontare il Trilogo per essere approvatoe giungere alla fine della procedura legislativa. Nel recente testo approvato (445 sì, 152 no e 30 astensioni) in generale gli eurodeputati hanno propostonuovi target di contenimento delle emissioni di anidride carbonica degli autocarri medi e pesanti: si parla di una riduzione del 45% delle emissioni per il periodo 2030-2034, del 65% per il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040. Il fatto che si cominci a riconoscereuna possibile apertura nei confronti dei biocarburanti ha fatto esultare alcuni europarlamentari e associazioni di categoria comeFederautochiedono che dopo il voto avvengala giusta valorizzazione per i biocarburanti. Parallelamente a questa notizia giudicata positivamente da coloro che credono in questo comparto,dall’altra parte però è arrivata una stangata nei confronti dell’Italia che guarda ai biocarburanti. L’Europa ha infatti datoil via libera alla revisione del famosoPnrr, Piano nazionale di ripresa e resistenza,ma con delle specifiche correzioni. Una di queste riguarda proprio i biocarburanti. All’interno del pianoRePowerEu;quello su sicurezza energetica e transizione green, da quasi 20 miliardi di euro, ci sono state diverse voci riviste e asciugate da parte delle indicazioni Ue. Una voce è proprio relativa alla parte dei finanziamenti,circa 300 milioni di euro, relativi alla produzione italiana di biocarburanti.Questa parte non è stata ammessa, probabilmente secondo i criteri più stringenti per l’erogazione, ovvero che le risorse dovranno essere assegnate ai progetti effettivamente considerati green. Nonostante l’impegno del Mase, Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, che negli ultimi mesi ha preso a più riprese la difesa dei biocarburanti,i 300 milioni destinati a riconvertire le raffinerie tradizionali proprio alla produzione di biocarburanti, sono saltati. Tagli a parte, essendo la partita con Bruxelles ancora aperta su più fronti l’Italia non intende mollare sulla possibilità di valorizzazione dei biocarburanti che aprirebbe, chiaramente, a “rivedere” in parte la questione dello stop ai motori a combustibile. Lo stesso ministro dei Trasporti,Matteo Salvini,nelle scorse ore ha ribadito che al forum diConftrasportoche «il futuro della mobilità sulle strade solo elettrico è una follia, è una sciocchezza ambientale, economica e sociale.Significa aiutare la Cina. Io sono per laneutralità tecnologica, servono tutti i sistemi, Gpl, idrogeno, biocarburanti, non puoi fare finta che nei prossimi anni potremmo fare tranquillamente a meno del gas piuttosto che del gasolio. Senza gli altri combustibili non si va da nessuna parte».