I bambini neri hanno 3 volte più probabilità di morire
Secondo un’analisi dei dati della mortalità infantile, ibambini bipocbritannici hanno3 volte più probabilità di morire rispetto ai bambini bianchi. Il tasso di mortalità dei bambini bianchi, spiega ilGuardian, è rimasto stabile dal 2020 ed è pari acirca 3 su 1.000 nati vivi.Quello dei bambini bipoc, invece, è aumentato da poco meno di 6 a quasi 9 su 1.000, secondo ilNational Child Mortality Database,che raccoglie dati standardizzati sulle circostanze della morte dei più piccoli. Anche la mortalità dei bambini asiatici britannici è aumentata, salendo del 17%. I dati mostrano che la mortalità infantile complessiva è salita tra il 2022 e il 2023, con unaumento delle disuguaglianze tra aree ricche e povere e comunità bianche e bipoc: i tassi di mortalità infantile nei quartieri più poveri, infatti, sono aumentati e ora sono il doppio di quelli nelle aree più ricche, dove invece sono diminuiti. Non solo: i numeri mostrano chetra gennaio e aprile 2023 sono morti 50 bambini neri in più rispetto all’anno precedente. Il tasso di mortalità dei bambini tra 0 e 17 anni è ora al livello più alto dal 2019, quando il database è stato lanciato. Gliaumentipiù significativi sono stati registrati tra i piccoli di età compresatra 15 e 17 annie tra quelli di età inferiore a 1 anno, anche se in questa fascia di età, i decessi sono legati soprattutto a nascite premature. Karen Luyt, responsabile del programma per il database e professoressa di medicina neonatale all’Università di Bristol, ha spiegato alGuardianchemolte donne nere e appartenenti a minoranze etniche non registrano le loro gravidanze abbastanza prestoe che il sistema non riesce a raggiungerle tempestivamente. «C’è un elemento di razzismo e c’è una barriera linguistica. Le donne appartenenti a minoranze spesso non si sentono benvenute. C’è incompetenza culturale e i nostri team clinici non hanno le competenze per comprendere culture diverse». Ma bias erazzismonei confronti delle partorienti bipoc e i rischi per i loro figli non sono un’esclusiva del Regno Unito. Secondo unostudiopubblicato a marzo 2023, a esempio, negli Usail tasso di Suds– un’ampia classificazione di decessi che include la sindrome della morte improvvisa del lattante, nota come Sids, insieme al soffocamento accidentale e allo strangolamento a letto e ad altre cause sconosciute – per i bambini bianchi è sceso al livello più basso dal 2017, mentreper i bambini neri quello del 2020 è stato il più altoda allora. Secondo lo studio, tassi che erano già circa due volte più alti per i bambini neri nel 2017 sono aumentati fino a quasi tre volte. E già nel 2020 un altrostudiorilevava “ladisparità razziale inaccettabilmente elevata nella mortalità infantile. Negli Stati Uniti, si è verificato un calo della mortalità infantile, ma si osserva che i bambini neri hanno un tasso di mortalità infantile circa 2,1 volte superiore a quello dei bambini bianchi. I neonati neri hanno una probabilità 3,8 volte maggiore di morire per complicazioni legate al basso peso alla nascita e le madri nere hanno maggiori probabilità rispetto alle madri bianche di ricevere cure prenatali tardive o assenti”.Durante lagravidanzal’ambiente sanitario della madre, continua lo studio, influisce sull’esito della gestazione e sulla salute del bambino.Soprattutto se a prendersi cura della donna è un medico bianco: quando i neonati neri sono assistiti da medici neri, infatti, il rischio di mortalità è dimezzato, dice unostudio. Negli Usa, che hanno il triste primato di essereil Paese ad alto reddito dove partorire è più rischioso, anchele madri nere sono più a rischio, con un tasso di mortalità 2,6 volte superiore a quello delle donne bianche (69,9 contro 26.6): i neri costituiscono circa il 14% della popolazione degli Stati Uniti, ma il 30% delle morti materne è tra donne nere. Anche il tasso di mortalità delle madri ispaniche ha superato quello delle donne bianche (28 contro 26,6), ed è raddoppiato in soli 3 anni. Unrapporto dello stato di New York del 2018sui decessi associati alla gravidanza ha rilevato che la discriminazione – che si traduce nella svalutazione delle preoccupazioni della paziente a causa di razza, sesso o peso o procedure diagnostiche ritardate perché una paziente era incinta – era una circostanza probabile o certa alla base di quasi la metà dei decessi correlati alla gravidanza. Essere nera, aveva rivelato nel 2019 il sondaggioGiving Voice to Mothersesponeva anche a un maggior rischio di violenza ostetrica: i maltrattamenti subiti dalle donne, infatti, erano “caratterizzati da marcate disparità razziali” e li aveva subiti 1 donna bipoc su 3, contro il 25% delle donne bianche. Indipendentemente dalla madre, anche avere un partner nero aumentava le segnalazioni di maltrattamenti.