Milano: è tornata la ciclabile umana ProteggiMi

 

Immagina una città in cui non si sentono clacson, sgommate e odore di smog, ma solamente ilronzio dei pedaliche fanno girare la catena e, al massimo, il trillo dei campanelli. Una città in cui si può andare a lavoro o portare i figli a scuola inbiciclettasenza rischiare diessere investiti, e le persone “più deboli” della strada (ciclistiepedoni) non sono solo comparse, ma protagonisti.Questa è la Milano ideale per le tante persone(almeno 200 – 300) che questa mattina, tra le 7:30 e le 8:30, con le loro biciclette sono tornate a creare unalunga catena per difendere la corsia ciclabile di viale Monza. L’iniziativa, chiamataProteggiMie organizzata daLegambientee altre associazioni e attivisti,era stata messa in atto per la prima volta un anno fa:un gesto simbolico perchiedere ancora una volta alle istituzioni maggior sicurezza e attenzione a chi pedalaa Milano. Che la situazione sia complicata,lo diciamo da tempo,anche qualche giorno fa in occasione di un altro flash mob, organizzato sempre daLegambiente(la biciclettataMille Mila Bici). Lestrade di Milanosono troppo trafficate, gli spazi per le biciclette ancora troppo pochi, discontinui e invasi dalle auto. Tutto questo si traduce in un’aria irrespirabilee in untasso di incidenti preoccupante. Difendere con il proprio corpo e la propria bici la ciclabile di viale Monza, troppo spesso occupata da auto o camion in sosta, vuol dire schierarsi a favore di una mobilità diversa e quindi di una Milano diversa, più aperta, meno pericolosa e meno inquinata. «Le abbiamo fatte tutte queste manifestazioni – ha raccontato aLa SvoltaAnna, una signora venuta da Bresso con la sua bicicletta – perché crediamo in una città ciclabile e sostenibile. Bisogna intanto cambiare l’educazione di tutti quelli che frequentano la strada, anche i ciclisti e i pedoni, chiaramente. Dobbiamo sensibilizzare sulle regole:se tutti usassero il loro spazio e rispettassero gli altri, andremmo d’accordo». Per Leonardo, attivista diFridays For Future, la prima cosa da fare per rendere Milano più a misura di bicicletta è «abbassare i limiti di velocità e ridisegnare gli spazi in funzione di unaCittà 30, togliere le auto parcheggiate nei parterre alberati e restituire spazio alle persone». Lacatena umanapartiva dal civico 81 di viale Monza e arrivava quasi a Piazzale Loreto:1 chilometro di biciclette, in piedi o capovolte, a protezione della ciclabile,senza ostacolare il trafficodi auto e altri mezzi a motore (molto intenso a quell’ora). Le persone hanno manifestato in un orario di punta in cui, in altre città europee, migliaia di cittadini possono pedalare a lavoro o a scuola in sicurezza, cosa che invece rimane ancora un lusso in molte zone di Milano: «Io dico sempre che andare in giro in bici qui non è impossibile, ma è difficile – ha spiegato aLa SvoltaLeonardo, con la sua bicicletta capovolta e in mano un cartello con scrittoThis bike lane fights climate change(“Questa corsia ciclabile combatte il cambiamento climatico”) – Con questaciclabile umanarivendichiamo il nostro spazio».