La strategia di OpenAI

La conferenza per gli sviluppatori diOpenAIha mostrato la strada che l’azienda diChatGPTvuole seguire nel prossimo futuro. ConGPT Turboe le altre soluzioni proposte nei giorni scorsi, Sam Altman vuole abilitare lacostruzione di tante piccoleChatGPTspecializzate, pensate da sviluppatori indipendenti. E paganti. Nell’intento di esplorare tutte le possibilità offerte dalla sua tecnologia attraverso la capacità interpretativa dei suoi clienti. Come la Apple ha costruito un “App Store” per la vendita e la distribuizione delle applicazioni che possono girare sull’iPhone, cosìOpenAI vuole costruire un negozio per le applicazioni del suolarge language modele dell’interfaccia conversazionale che ha conquistato tanta attenzione. In entrambi i casi, le applicazioni esplorano i loro modelli di business e possono ottenere grandi risultati economici, ma nello stesso tempo valorizzano la tecnologia che le abilita. Una soluzionewin-win, in teoria, per i rappresentanti dell’offerta. Lo sarà anche per la domanda? La chat alimentata dalle parole statisticamente scelte dal modello linguistico diOpenAIè un’interfaccia evidentemente digrande fascino per i consumatori.Come lo era l’iPhone, peraltro. E anche in questo casonon si conoscono in partenza tutte le implicazioni del suo utilizzo.Ma ormai la società ha fatto esperienza. Gli smartphone hanno conquistato una posizione nella vita quotidiana comparabile solo con pochissime tecnologie precedenti. Hanno evidentemente soddisfatto bisogni inespressi e latenti. Hanno reso possibile esplorare la fattibilità di servizi che erano in precedenza impossibili. Hanno reso più facile l’accesso alla conoscenza e alla socialità. Hanno anche alimentato forme di dipendenza psicologica, hanno favorito la diffusione di applicazioni rischiose per le persone più fragili, hanno accompagnato la crescita di disinformazione e discorsi di odio, hanno contribuito in modo determinante all’ulteriore concentrazione del potere nell’economia digitale. Allo stesso modo, nell’uso dellechat alimentate da modelli linguisticici sono evidentemente vantaggi importanti da esplorare e conseguenze rischiose per la qualità della conoscenza, per il lavoro di alcune importanti categorie professionali, per la produzione industriale di messaggi didisinformazionee altro. Gli annunci diOpenAIdei giorni scorsi, sostenuti dalla massa d’urto commerciale e tecnologica della Microsoft, hanno un potenziale di impatto piuttosto grande. Possono accelerare la conquista da parte di OpenAI di una posizione dominantenella rete che si sta formando nel mondo dell’intelligenza artificialefondata sui grandimodelli linguistici.Una volta che OpenAI abbia avviato a proprio vantaggio l’effetto-rete sarà difficile limitarne il potere. Naturalmente questesono solo ipotesi.Ma fondate sulla ormai solida analisi del modo con il quale le grandi piattaforme digitali hanno conquistato il loro immenso potere. È istruttivo osservare come ilcatastrofismo esagerato di alcuni osservatori dell’intelligenza artificialesi concentri su lontani rischi esistenziali per gliumani, che in futuro potrebbero trovare nelle macchine che pensano autonomamente un avversario della loro stessa predominanza sul Pianeta, invece difocalizzare l’attenzione sui rischi vicini e importanti.La lungimiranza in questo caso sembra una forma di distrazione. Pensare ai rischi esistenziali devia l’attenzione dalle discussioni, tuttora aperte naturalmente, sulmodo con il quale si sta sviluppando l’economia deilarge language modelgià oggi: è oligopolistica, scarsamente interessata aidiritti umani, culturalmente banalizzante, si teme. La velocità di sviluppo della strategia di OpenAI è impressionante. La quantità di immaginazione che conquista è gigantesca. Il suo potenziale dirompente è importante. Le sue conseguenze sono coinvolgenti per centinaia di milioni (probabilmente miliardi) di persone.Le regole che giustamente l’Unione europea vuole introdurre sono fondamentali, ma non possono evidentemente bastare. Occorre produrrealternativeche consentano di moltiplicare le scelte diverse e rallentino la costituzione di nuovi oligopoli che poi, come si è visto, sono molto difficilmente smantellabili. Alternative che anche economicamente e culturalmente producano vantaggi non soltanto alle piattaforme e agli sviluppatori ma anche per gli utenti.