Green Economy: a che punto siamo?
Il 7 novembre si è svolta la prima di 4 giornate della FieraEcomondodi Rimini. E, proprio in questa occasione, è stata presentata laRelazione sullo Stato della Green Economy, documento che ha messo in luce l’importanza delle iniziative che rendono l’economia italiana più sostenibile. Più nello specifico, il focus della relazione è stata l’attuazione nel nostro Paese del pacchetto europeoFit for 55per la decarbonizzazione entro il 2030e sui vantaggi che potrebbero derivarne. Vediamo allora più da vicino di che cosa si tratta. Economiagreen: un vantaggio non solo per l’ambiente Secondo la relazione, l’attuazione di queste misure comporterebbe, in soli 10 anni, maggiori costi cumulati per 136,7 miliardi di euro. Spesa, questa, che sarebbe compensata da un aumento del valore aggiunto di oltre 6891 miliardi di euro, e da unrisparmio di costi nel settore energetico di 66 miliardi, con maggiori entrate per lo Stato di 529,5 miliardi di euro. La transizione verso un’economia piùgreennon è solo un imperativo ecologico, ma anche un’opportunità significativa in termini di guadagno. Inoltre, l’attuazione delle misure europee per promuovere l’economia circolare in Italia consentirebbe dirisparmiare 82,5 miliardi di euro in materiali importatientro 7 anni,aumentando di 4 miliardi di euro il valore delle attività di riciclo dei rifiutie riducendo i costi di smaltimento in discarica di 7,3 miliardi. Ma non è tutto: nella relazione, infatti, vengono evidenziati anche i benefici del ripristino degli ecosistemi, che porterebbe a un bonus di circa 2,4 miliardi di euro, a fronte di costi di 261 miliardi di euro. Semplificazione normative e investimenti Edo Ronchi, Presidente dellaFondazione per lo Sviluppo Sostenibilee relatore dello studio, ha sottolineato il legame tra la transizione verso un’economia più sostenibile e la competitività, evidenziando l’importanza disemplificazioni normative, della riduzione dei costi energetici grazie allo sviluppo delle fonti rinnovabili e del rafforzamento della circolarità. In questo modo, dunque, «potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che invece, senza nuove prospettive, sta entrando in una fase di preoccupante stagnazione», afferma. Da canto suo, il Commissario europeo per l’economia,Paolo Gentiloni, ha sottolineato l’importanza di investire in tecnologie pulite per garantire una transizione ecologica giusta, mentre il ministro delle InfrastruttureMatteo Salviniha auspicato che questo processo non danneggi il sistema produttivo italiano e non comporti la perdita di migliaia di posti di lavoro. Un percorso ancora in salita La fotografia dellagreen economyitaliana mostra però anche delle ombre: nel 2022, a causa della crisi dell’energia idroelettrica legata allasiccità, la quota dienergia rinnovabileèscesa del 19% del fabbisogno, lontano dunque dall’obiettivo del 40% entro il 2030. Sempre nel 2022 sono stati installati 3 GW di nuovi impianti rinnovabili, un aumento positivo maancora lontano dagli obiettivi europei per il 2030. E così l’Italia è in ritardo rispetto ad altri grandi Paesi europei come Francia, Spagna e Germania. Sul fronte circolarità, il nostro Paese ha dimostrato una buona produttività delle risorse, ma questo non basta: i dati relativi al tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo e al tasso di riciclo dei rifiuti specialievidenziano la necessità di continuare a lavorare per ottimizzare l’efficienza dei processi di riciclo. Anche sulla biodiversità si può e si deve migliorare: l’Italia, rispetto alla media europea, presenta infatti valori inferiori sulla tutela del territorio (21,4% contro alla media del 26,4%) e del mare (6,9% rispetto alla media europea del 12,1%). Per migliorare, però, sono necessarie politiche industriali, incentivi, fondi per la ricerca e nuove normative. E, in quest’ottica, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato: «Abbiamo intenzione come governo di presentare, con i tempi dovuti, una legge quadro che deve ridisegnare il consumo del suolo».