I Suv inquinano troppo

 

La sempre più ampia diffusione dei veicoliSuv(Sports Utility Vehicles) sta comportando unaumento delle emissioni globali di gas alteranti, più elevato di quello dato dalle auto di piccola cilindrata vendute 10 anni fa. Questi sono i dati che emergono dal nuovo reportTractor Attackelaborato dall’organizzazione benefica inglesePossible. Lo studio ha evidenziato cheun nuovo Suv acquistato nel 2023 ha un rilascio diCO2, per km percorso, superiore a quello di un motore termico tradizionale, benzina o diesel, di un’auto comprata nel 2013. I dati sono stati modellati analizzando il mercato automobilistico inglese, nel quale emerge che l’acquisto dei Suv è strettamente correlato a un reddito elevato. I documenti inerenti alla proprietà dei veicoli evidenziano infatti che le famiglie nella fascia di reddito più alta del 20% hanno l’81% di probabilità di possedere un’auto ad alte emissioni rispetto ai proprietari di veicoli presenti nel restante 80%. Inoltre il 20% più benestante tende a percorrere il triplo dei km rispetto alla fascia più economicamente svantaggiata, pari al 20% della popolazione. SecondoLeo Murray, co-direttore dell’organizzazione beneficaPossibile,i Suv rappresentano un problema sotto molteplici aspetti: «automobili così grandi e potenti portano una serie di altri problemi nelle nostre affollate strade cittadine: troppo grandi per entrare nei parcheggi standard e molto più propense a uccidere i pedoni, soprattutto bambini, in caso di collisione. Inoltre producono particolati più tossici derivanti dall’usura dei pneumatici e fanno molti più danni al manto stradale rispetto alle auto convenzionali. Ma nessuno di questi costi per la società è coperto dal prezzo di acquisto o dai costi di gestione dei grandi Suv, il che significa che le autorità devono introdurre nuove politiche per porre rimedio a questo problema. Fare in modo che i mega inquinatori dei Suv paghino di più, è un metodo efficace ed equo per portare le persone nelle città fuori da questi trattori urbani sociopatici e verso mezzi più ecologici per spostarsi». Ladiffusionesu larga scala di questi veicoli ha avuto inizioverso la fine degli anni ‘90, quando le case automobilistiche hanno proposto nuovi modelli che ibridavano le normali vetture con i fuoristrada, attraverso un design di alta gamma. Il successo di questa operazione ha creato unnuovo mercatonelle fasce più agiate dei Paesi avanzati, consentendo unabbattimento dei prezzie unadiffusione di massa dei Suv anche nel ceto medio, che attraverso varie forme di finanziamento e leasing ha iniziato privilegiare questa categoria di veicoli. Le maggiori aziende di automotive hanno inoltre investito ingenti capitali nella promozione di questi mezzi, grazie al maggiore margine di profitto rispetto alle classiche utilitarie. Il successo dei Suv ha però contribuito alpeggioramento della crisi climatica. L’International Energy Agency(Iea)ha stimatoche nel 2022 le emissioni digasalteranti prodotte da questi mezzi sono aumentate complessivamente di 70 milioni di tonnellate, mentre l’intero parco circolante (330 milioni di veicoli) èresponsabileannualmente di circa 1 miliardo di tonnellate di emissioni. Per fermare questo inquinamento il gruppoPossibleha proposto una serie di cambiamenti rispetto alle politiche adottate fino a ora dai vari Stati per regolamentare le emissioni dei veicoli, a partire dall’introduzione di una nuova tassa progressivain base alle dimensioni dei Suv. Inoltre l’organizzazione inglese è a favore di una serie di tariffe designate specificamente per i maggiori inquinatori. Viene chiesta inoltre la fine della pubblicità commerciale e l’attuazione di politiche per rendere più costosi e meno accessibili questi mezzi.

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