Come funziona il (nuovo) Ddl affitti brevi?

 

Mentreil problema del caro affitti non accenna a diminuire, il Governo tenta di arginare le conseguenze negative degli affitti brevi attraverso un apposito decreto, per ora ancora in forma di bozza. Già a fine maggio, ha cominciato a circolare fra le scrivanie del Ministero del Turismo undisegno di leggesul tema, i cui elementi sono stati ripresi – e rinvigoriti – nell’ultima versione ancora non discussa dal Consiglio dei ministri. L’obiettivo che si pone è ambizioso, cioè riuscire a conciliare ildiritto alla proprietà privatatutelato costituzionalmente, secondo cui – come ricordato da Matteo Salvinidurante un convegno di Confedilizia- «ognuno deve essere libero di decidere come mettere a reddito il proprio immobile», con le lamentele deglialbergatori, i cui potenziali clienti preferiscono l’ospitalità dei proprietari privati non professionisti sulla carta e che reclamano una tutela specifica dalla concorrenza sleale. Lo scontro dunque si innalza a livello imprenditoriale, con il settore alberghiero da una parte e dall’altra le diverse piattaforme di riferimento per incrociare domanda e offerta di affitti brevi, al cui vertice troviamoAirbnb, che nel 2022 in Italia ha fatturatopiù di 21 milioni di eurotrattenendo una percentuale su ogni affitto. Dalla nuova bozza si evince unastrettada parte del Governo articolata su più punti. Prima di tutto, si disciplina ilcontratto di locazione per finalità turisticheavente a oggetto il soggiorno in uno o più immobili nelle zone di rilevanza storica, artistica e ambientale dei comuni capoluoghi, che «non può avere una durata inferiore a due notti consecutive», pena la nullità dell’intero contratto. Un lasso di tempo ben definitoe privo delle deroghepreviste nella bozza di maggio, il cui limite minimo era ammorbidito qualora a ricevere l’immobile in affitto fosse un nucleo familiare di almeno un genitore e tre figli. Inoltre uno stesso proprietario potrà mettere in locazione brevesolo due appartamenti, oltre il quale non potranno beneficiare delregime fiscale agevolato pari al 21%applicato sul canone lordo di locazione. Novità anche sul fronte della sicurezza, in quanto anche le unità immobiliari messe in affitto per poco tempo dovranno essere dotate deidispositivi di sicurezzaper la prevenzione degli incendi, oltre che rispettare i requisiti igienico sanitari. Come nel precedente Ddl, le destinatarie della normativa saranno14 città metropolitane(come Roma, Milano o Napoli) insieme a969 comuni ad alta densità turistica, anche se con meno di 5000 abitanti. Fra le novità più importanti spicca senza dubbio l’introduzione di unCodice identificativo nazionale (Cin)che il Ministero del Turismo assegnerà a tutti gli immobili destinati all’affitto breve, oltre che alle strutture alberghiere ed extra alberghiere come B&B e ostelli. Un codice creato per garantire latutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e scongiurare gli abusi, e che dovrà essereobbligatoriamente esposto all’ingressodi ogni unità immobiliare, oltre che indicato negli annunci pubblicati nelle varie piattaforme telematiche. Sono previste inoltremulte salateper i trasgressori:fino a 5.000 europer la mancata esposizione, per raggiungere gli8.000in caso di affitto senza aver fatto istanza per ottenere il codice. I Cin andranno quindi a sostituire progressivamente i Cir (codice identificativo regionale) resi obbligatori da marzo 2023 per comunicare ufficialmente l’inizio dell’attività, e ogni codice verrà inserito in una appositabanca dati nazionalepresente sul sito del Ministero del Turismo per monitorare tutte le unità immobiliari presenti sul mercato degli affitti a finalità turistiche e prevenire forme irregolari di ospitalità. Sempre ai fini di un maggiore controllo, il proprietario o il gestore del portale telematico sarà soggetto all’obbligo disegnalazione certificata di inizio attivitàpresso lo sportello unico per le attività produttive del comune, con una sanzione fino a 10.000 euro per ogni mancata segnalazione. Nel complesso la normativa, che potrebbe subire ancora cambiamenti, non ha la stessa intensità delbando de factodi cui si è lamentata la stessa Airbnb sulNew York Times, e che la città diNew Yorkha recentemente introdotto per regolarizzare gli affitti brevi. Dal 5 settembre infatti tutti i proprietari e gli affittuari sonoobbligati a registrarsi presso le autorità cittadinee ottenere una specificaattestazione di conformitàdel loro immobile prima di inserire i loro annunci sulle piattaforme, pena una sanzione di massimo 5.000 dollari. Un aumento burocratico non da poco per i potenziali locatari newyorkesi e soprattutto per i portali online, che per molti esperti potrebbero vedere la lista delle inserzioni averecirca 10.000 annunci in meno. Anche i comuni italiani, soprattutto quelli maggiormente a vocazione turistica, aspirano a mosse severe sul modello della Grande Mela. «Milano vorrebbe fare una cosa simile a quella di New York e cioè di lavorare sul numero di giornate e poi sul numero di appartamenti» commentavail sindaco di Milano Beppe Salaa inizio settembre, che insieme a Firenze e Roma sopporta da tempo le storture del mercato provocate proprio da un aumento degli affitti brevi, il cui numero incontrollato impatta negativamente sulcaro affittie, di conseguenza, sull’emergenza abitativa degli studenti fuori sede.