Guuud Niuuuz: il castoro europeo torna in Italia (e altre cose belle)
Oggi lacrisi climatica-ambientaleè una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lancianoallarmisulle condizioni degli ecosistemi globali. L‘aumento delle temperature, loscioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimicoe laperdita dibiodiversitàpresentano dati e trend in peggioramento. Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano.Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente(dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te. Il ritorno del castoro europeo in Italia L’Italia rivede la presenza nei propri territori del castoro europeo (Castor fiber), che erascomparso più di 500 anni fa. La specie è stata reintrodotta grazie alle attività direwilding, che è uno degli strumenti usati nel campo della biologia della conservazione per ripristinare gli habitat naturali. Il castoro è tornato a diffondersi grazie alla sua espansione naturale dall’Austria verso il Trentino Alto-Adige, il Friuli Venezia-Giuliae con reintroduzioni non autorizzate nell’Italia centrale. «Ampie zone d’Italia risultano essere idonee per la stabilizzazione del castoro e, mentre le popolazioni settentrionali sembrano essere più isolate, in centro Italia abbiamo riscontrato un maggiore potenziale di espansione della specie», hadichiaratoMattia Falaschi, ricercatore zoologo dell’Università Statale di Milano. Aumentano i fondi per i Paesi a rischio IlGreen Climate Fund(Gcf) delle Nazioni Unite ha visto un incremento dei propri fondi da destinare alle nazioni più povere ed esposte agli impatti della crisi climatica-ambientale. Il Giapponeha annunciatoche verserà 1,11 miliardi dollari per accelerare i progetti di mitigazione e adattamento previsti per l’arco temporale 2024-2027. Una donazione che lo colloca fra i primi Paesi al mondo per gli aiuti climatici, seguito da quelli europei come Germania, Francia, Norvegia e Gran Bretagna. Anche nazioni come l’Australia, l’Italia e la Svezia hanno promesso di contribuire per far si che ilGreen Climate Fund(Gcf) superi i 10 miliardi di dollari per il prossimo triennio. «Se questi Paesi arrivassero con gli stessi contributi precedenti e alcuni di loro che hanno contribuito l’ultima volta con un leggero aumento… saremmo in zona sicura». haaffermatoil facilitatore delGfcMahmoud Mohieldin. La resilienza della focena vaquita Durante l’estate del 2023 alcuni ambientalisti hanno potuto osservare nelle acque marine del nord del Messico la straordinaria presenza di una coppia di vaquita, madre e figlio, detta ancheFocena del Golfo di California(Phocoena sinus). Uno dei cetacei più piccoli al mondo appartenente al gruppo delle focene, che da tempo è sull’orlo dell’estinzione con appena 11-13 esemplaristimatinel rifugio marino presente nel Golfo della California. «Questo è un ottimo segno anche se è ancora troppo presto per festeggiare, perché sono pochi gli animali sopravvissuti e i progressi nella riduzione delle minacce sono stati lenti. Ma l’avvistamento dei vaquita ci dà una speranza molto forte», hasottolineatoHector Licon, esperto di pesca dell’Environmental Defense Fund. La specie è minacciata dal calo della biodiversità, dall’impatto dell’inquinamento, ma soprattutto da certi tipi di reti da pesca che hanno finito per decimare i cetacei. Riscoperto un albero dato per estinto Un’eccezionale scoperta è avvenuta recentemente in Brasile, dove una specie di piccolo albero agrifoglio, denominatoIlex sapiiformis, è stato rinvenuto nella città di Igarassu, nello Stato di Pernambuco, da una spedizione scientifica che ha esplorato per 6 giorni la regione nel tentativo ditrovare delle forme vegetali date per estinte. «L’agrifoglio di Pernambuco è una delle nostre 25 specie perdute più ricercate. Si tratta della nona specie perduta più ricercata a essere riscoperta, da quando è stata lanciata la nostra ricerca delle specie perdute nel 2017», hacomunicatoil gruppo di conservazione naturaleRe:wildche ha riscoperto l’agrifoglio scomparso da più di 200 anni. L’elenco delle piante estinte è composto da oltre 2.200 specie scomparse in 160 Paesi ed è stato compilato dal gruppoRe:wilde dagli esperti dell’International Union for Conservation of Nature(Iucn).