Italia e Uk hanno un problema con la qualità delle case

 

Case povere, tetti che perdono, muffa sui muri, pavimenti malridotti, finestre dagli infissi marciti. Il Regno Unitodiscute del problema delle abitazioni, conl’Inghilterrache diventa l’area «più difficile in cui trovare alloggi», mal’Italianon sembra messa meglio. IlGuardianparte proprio dal presupposto chel’Inghilterrasia “il posto peggiore nel mondo sviluppato per cercare casa”, oltre a illustrare come i cittadini siano “intrappolati nella povertà”. Anche l’Italia si distingue, in negativo. Sono i datiEurostat(2020) sulle persone che vivono instrutture di scarsa qualitàrispetto allo standard dell’Unione europea, tra pareti umide e fondamenta logore. Così i numeri ricordano sia cheil Portogalloè al primo posto in questa triste classifica, con il 25% degli abitanti in questa situazione, sia chel’Italiasi piazza subito dopo in seconda posizione, raggiungendo quasi il 20%. Seguonola Franciacon il 18%,il Regno Unitocon il 17,6% el’Olandacon quasi il 15%. La media europea è al 13%: quindila Germania(12%),l’Austria(9%),laSvezia(7%) stazionano perlomeno nella parte buona della graduatoria. Il dibattito inglese nasce da un’indagine che fotografala crisi immobiliaredel Paese e la rassegnazione deicostruttori edili. Secondol’Home Builders Federation (Hbf), è semprel’Inghilterraad avere la percentuale più bassa di case sfitte pro-capite nell’ambito dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico(Ocse) che include l’Ue, gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia. Certo,le aziende del settoresono portate a dipingere una situazione a tinte fosche mentre continuano a chiedere un allentamento delle restrizioni per poter accelerare l’iter dellecostruzioni. Ma è anche vero che, stando ai dati Ocse, il 25% degliaffittuari privatinelRegno Unitoè sommerso daicosti abitativie spende in questa voce oltre il 40% del reddito, rispetto al 9% dellaFranciae al 5% dellaGermania. Intanto, denunciando sfratti ingiusti, rincari e degrado, otto sindacati britannici che rappresentano il mondo degliinquilinihanno lanciato un appello per chiedere 3 milioni dinuove case popolari, azioni più dure contro i proprietari disonesti e maggiori controlli sugliaffitti. Questi ultimi sono alle stelle, un altro punto che in effetti accomunal’Italiaeil Regno Unito. Stewart Baseley, presidente esecutivo di Hbf, ha dichiarato: «Il Paese ha un disperato bisogno dinuove case di alta qualità ed efficientidal punto di vista energetico». Studi recenti infatti dimostrano che dal 1980il Regno Unitoha costruito meno case rispetto a Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Romania, Bulgaria e Ungheria. In questo quadro ha un ruolo anche il punto di vista ambientale. I costruttori edilisono stati criticati per le pressioni sulle normative relative all’inquinamentodei corsi d’acqua e per i ritardi negli standard di riduzione delleemissioni di carbonio. Parallelamente Hbf vorrebbe la costruzione di altre 100.000 case, in linea con le stime dei fornitori dialloggi socialie deglienti di beneficenza per i senzatetto.