Usa: stop alle assicurazioni climatiche

Cinque grandiassicuratori immobiliaristatunitensi (Allstate, American Family, Nationwide, Erie Insurance GroupeBerkshire Hathaway)hanno dichiarato alle autorità locali che, a causa dei sempre più frequentifenomeni meteorologici estremicausati dalla crisi climatica,non sottoscriveranno più le coperture assicurativenelle regioni maggiormente colpite, escludendo protezioni da disastri naturali e aumentando i premi mensili e le franchigie. Secondo il sondaggio condotto dallaNational Association of Insurance Commissioners, i maggiori gruppi assicurativi affermano cheelimineranno i danni causati da uragani, vento e grandine dalle polizzeche interessanoproprietà edificatesulle zone costiere e nelle aree esposte a incendi. Inoltre, gli assicuratori sono disposti ad abbandonare le polizze esistenti in alcune località, man mano che esse diventano sempre più vulnerabili. «Gli stessi rischi che rendono l’assicurazione più importante la rendono più difficile da ottenere», ha detto alWashington PostCarolyn Kousky, vicepresidente associata dell’Environmental Defense Funde studiosa presso l’Insurance Information Institute.«Non c’è posto dove nascondersi da questi gravi disastri naturali – ha invece affermato David Sampson, presidente dell’American Property Casualty Insurance Association- Stanno accadendo in tutto il Paese e quindi gli assicuratori devono riconsiderare la concentrazione del rischio». L’assicuratoreAllstateha affermato che la sua strategia dimitigazione del rischio climaticoincluderebbe “la limitazione delle nuove attività assicurative [automobilistiche e immobiliari] nelle aree più esposte agli uragani” e “l’implementazione di franchigie o esclusioni per cicloni tropicali e/o vento/grandine, ove appropriato”. I consumatori che desiderano queste coperture dovranno acquistare una polizza supplementare o un’assicurazione da un altro fornitore. In Europa,l’Eiopa(Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e laBce(Banca Centrale Europea)hanno pubblicato un documento congiunto su comeassicurare meglio le famiglie e le imprese europee contro le catastrofi naturali legate al clima. Per promuovere la copertura, secondoEiopaeBcegli assicuratori dovrebbero attuare politiche per incoraggiare la riduzione del rischio, a esempio concedendosconti per l’attuazione di misure efficaci di mitigazione o adattamento. Inoltre, le 2 istituzioni suggeriscono di aumentare il ricorso aicatastrophe bond,titoli che trasferiscono parte del rischio agli investitori del mercato dei capitali. «Dobbiamo aumentare la diffusione delle assicurazioni contro le catastrofi climaticheper limitare il crescente impatto sull’economia e sul sistema finanziario», ha dichiarato il vicepresidente dellaBceLuis de Guindos, che ha tuttavia ricordato l’importanza di unarapida transizione ecologica per ridurre al minimo ogni perdita. Ogginell’Ue solo un quarto di tutti i danni dovuti all’emergenza climatica sono assicurati.In alcuni Paesi, la percentuale è inferiore al 5%. Il dato è dovuto al fatto che in molti sottovalutano i costi dei danni. Secondolo studio dell’Agenzia europea per l’ambiente,tra il 1980 e il 2021le perdite economiche dovute a questi eventi ammontano a560 miliardi di euroin tutta l’Ue: solo il 30% era coperto da polizze ad hoc. Tra tutti, il caso più importante è rappresentato dai Paesi Bassi (77%), mentre in Germania e in Francia, seppur con perdite consistenti,la quota assicurativa raggiunge il 47% e il 52%. In Francia e in Spagna, ha sottolineato laBce,gli schemi di compartecipazione pubblico-privato hanno consentito una maggiore copertura assicurativa da rischi legati al climate change. E l’Italia?“La sottoassicurazione (dell’Italia,ndr) è evidente”,ha ammesso l’Ivass(l’istituto di vigilanza del settore) aReuters. Secondo l’istituto, le ragioni di questa carenza sono da rintracciare nellecomplessità burocratiche,nell’altocosto delle coperturee nellepiccole imprese che preferiscono rischiare, evitando quindi le spese assicurative, piuttosto che stipulare le polizze. In Italia,1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economichea causa di fenomeni naturali, e solo il 7% è assicurato verso queste catastrofi. Come evidenziaAnia(Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici),il 16% dei veicoli in circolazione è coperto da polizze per gli eventi climatici.Inoltre, i sinistri correlati agli eventi atmosferici hanno raggiunto, nel 2022, un importo di circa 800 milioni di euro, rappresentando da soli il 44% delle garanzie accessorie previste dalle polizzeRc auto. Per quanto riguarda le abitazioni,solo il 5,3% delle case civili dispone di un’assicurazione contro le calamità naturali,come terremoti e alluvioni. «Dobbiamo superare la riluttanza delle imprese e delle famiglie a stipulare assicurazioni contro le calamità naturali»,aveva detto il ministro delle Attività produttive, Adolfo Urso,lo scorso giugno.