Augustin Mouchot: chi è il genio dimenticato dell’energia solare

 

La storia diAugustin Mouchot,pioniere dell’energia solare e del fotovoltaico, viene oggi riscoperta attraverso articoli e libri. Ne scriveMiguel Bonnefoynel romanzo-biografiaL’inventore. Docente di matematica nato in un’officina, con le sue invenzioni durante la seconda metà dell’800 arriva fino all’Esposizione Universale, ma ha una colpa: le sue idee sono troppo avanti per il resto del pianeta. È il 1861. Mentre nasce il Regno d’Italia unitario,inFranciavige l’impero di Napoleone III. In quel contesto tra le scuole di Alençon, Rennes e Tours c’è un insegnante di matematica in allarme: teme che, in piena rivoluzione industriale, sia le scorte di carbone sia le miniere possano davvero esaurirsi, nel suo Paese come in tutto il globo. È proprioAugustin Mouchote si concentra subito sull’energia solare. Inventa dapprima uno scaldabagno per la toilette che funziona con i raggi del sole e poi, allo stesso modo,un forno per la cucina. Cinque anni dopo passa già a un motore capace di convogliare le radiazioni solari su un tubo contenente acqua da trasformare in vapore. Queste intuizioni gli permettono poi di far funzionareun macchinario per la stampaeun sistema d’irrigazione. Con il passare del tempo, anche grazie a fondi pubblici, il professore arriva quindi a realizzareun grande motore solare, che si guadagna un posto d’onore all’Esposizione Universale di Pariginel 1878. È come una grande parabola che raccoglie i riflessi del sole e li incanala verso una caldaia, a sua volta in grado di alimentare un dispositivo refrigerante che genera blocchetti di ghiaccio.È una sorta di frizzerche funziona grazie al sole. Gli avventori restano senza parole. In quella stessa Esposizione però fanno rumorei motori a combustione interna, in un frangente in cuiil carbone e il petroliorisultano economicamente convenienti. La fascinazione perl’energia solaresvanisce in un lampo, così com’è nata, e non tornerà se non prima di un secolo abbondante. Da alloraAugustin Mouchotrimane un genio dimenticato. Oggi è chiaro che, grazie alle loro capacità di soddisfare il crescente fabbisogno energetico riducendo le emissioni di gas,gli impianti fotovoltaiciricopriranno sempre più un ruolo fondamentale nella transizione dell’Italia e non solo. Lo sancisce un’analisi previsionale per il 2050 pubblicata suEnergies, che ha studiato le potenzialità delle energie pulite entro 30 anni, prendendo in considerazione le installazioni sui tetti degli edifici già esistenti. Nel frattempo l’ultimo studio Cerved ha individuato 300 chilometri quadrati di tetti su cui installarepannelli fotovoltaici, per poter raggiungere in questo modoladecarbonizzazionedel Belpaese entro il 2030. Ma, come ormai sappiamo, un pezzetto di tutta questa storia nasce Oltralpe 150 anni fa.

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