Il condono edilizio ci consente davvero di recuperare risorse?

Il condono edilizio ci consente davvero di recuperare risorse?

 

L’idea che sta alla base del ragionamento di Salvini è semplice:attraverso il condono edilizio è possibile trovare delle risorse economiche quanto mai indispensabili in questo periodo. Il ministro, parlando all’assemblea diConfedilizia, è stato molto chiaro e non ha usato mezze misure: «Lo dico senza ipocrisia, ci sono problemi di bilancio? Ci sono alcune centinaia di migliaia di piccole irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che stanno intasando gli uffici tecnici dei comuni di mezza Italia? Sì, e allora non sarebbe più saggio per quelle di piccola entità andare a sanare tutto quanto?». In Italia ci sono stati vari condoni edilizi. La domanda a questo punto è:quando sono stati utili per le casse dell’Erario? Quanto hanno permesso al nostro Stato di incassare?Vediamolo insieme. I condoni edilizi nel nostro Paese sono stati fondamentalmente tre, emanati rispettivamente dal governo Craxi, dal governo Berlusconi I e dal governo Berlusconi II. I tre provvedimenti a cui ci riferiamo sono i seguenti: -la Legge n. 47 del 28 febbraio 1985; – la Legge n. 724 del 23 dicembre 1994; -la Legge n. 326 del 24 novembre 2003. Una serie di condoni sono stati introdotti tramite alcuni decreti legge, anche sein molti casi sono decaduti perché è mancata la conversione in legge da parte del Parlamento. A questo punto la domanda che rimane aperta è quanto abbiano reso all’erario questi provvedimenti. In base ai dati del secondo rapporto sul condono edilizio in Italia,realizzato dalCentro Studi Sogeeanel 2019, rispetto al condono edilizio varato dal governo Craxi nel 1985 rimanevano aperte qualcosa come 4.263.897 richieste di sanatorie da evadere (un quarto di quelle che erano state presentate, pari a 15.007.199). Per poter svuotare tutti gli archivi sarebbero dunque necessari altri 21 anni. Lo stesso rapporto mette in evidenza che, al 2019, risultavano ancora da definire: -2.842.938 pratiche del condono del governo Craxi; -817.367 pratiche del condono del governo Berlusconi I (1994); -610.592 pratiche del governo Berlusconi II (2003). I mancati introiti dello Stato Stando così le cose, più che di potenziali incassati da parte dell’Erarioè più lecito parlare di mancati introiti: all’appello, sempre con i dati aggiornati al 2019, mancherebbero 19 miliardi di euro. Di questa cifra che il nostro Paese dovrebbe incassare grazie ai vari condoni edilizi ci sarebbero: -9,8 miliardi sono di oblazioni, che devono essere spartite tra Stato, comune e, per una piccola parte, Regione; -760 milioni di diritti di segreteria e di istruttoria; -1,7 miliardi tra diritti di paesaggistica e risarcimenti per danno ambientale. Queste cifre, per il momento, non sono state messe in alcun Bilancio. Ma quali sono le regioni che hanno accumulato i più grandi ritardi? La classifica è sempre aggiornata al 2019: -Campania: 656.832 domande da portare a temine; Quanto devono ancora incassare le regioni Secondo l’analisi delCentro Studi Sogeea, la Campania, nel 2019, doveva ancora incassare 3,1 miliardi di euro, il Lazio 2,9 milioni e la Sicilia 2,8 milioni. Quante istanze sono state presente. Qui riusciamo ad avere un dato città per città: Conviene un nuovo condono edilizio? Un nuovo condono edilizio può servire per riuscire a fare cassa? Sì, certo, dei soldi rientrano nell’erario. Ma vedendo quante pratiche erano aperte dopo 35 anni rispetto al condono edilizio varato dal governo Craxi, si può dedurre che i fondi non arrivano in tempi rapidi. Sicuramente al giorno d’oggi la tecnologia può aiutare ad accelerare i tempi, ma c’è da chiedersi realmente di quanto. Nell’ultimo rapportoEcomafiadiLegambientesono stati sono stati documentati, nel corso del 2022, 12.216 reati relativi al ciclo illegale del cemento. L’Istat, inoltre, nelRapporto Bes 2022(Benessere equo e sostenibile) ha segnalato“un incremento netto delle abitazioni abusive in una misura che non si osservava dal 2004 (+ 9,1%). Non a caso la pressione più forte del mattone illegale, definita insostenibile dall’Istat con un’incidenza di 42,1 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate) si registra nelle regioni meridionali, Campania in testa, dove è maggiore il numero di reati accertati dalle forze dell’ordine”. Stefano Ciafani, presidente diLegambiente, ha spiegato che“la storia dimostra cheogni annuncio di nuovi condoni edilizia ha fatto crescere ulteriormente l’edilizia illegale. Si tratta davvero di provvedimenti criminogeni, non giustificabili con l’esigenza di fare cassa. Il governo farebbe bene, raccogliendo l’allarme lanciato anche dall’Istat, apotenziare l’attività di demolizione delle case abusive, affiancando i pochi sindaci coraggiosi e i magistrati che in Campania, Calabria e Sicilia emettono ed eseguono le ordinanze di demolizione e sbloccare anche per quelle antecedenti al 2020 il potere sostitutivo dei Prefetti, previste dall’art. 10 bis della legge 120, per quelle rimaste sulla carta.L’Italia ha bisogno di legalità e non di favori a chi la viola”.