Non si fermano lebattaglie politiche statunitensicontroTikTok(di proprietà della società cineseByteDance),accusato dispiare e rubare i dati degli utenti americaniper favorire il Governo di Pechino. Nel corso degli ultimi anni, più voltei membri del Congressohanno chiestodi vietare l’applicazione negli Usa,sia per considerazioni geo-strategiche nel quadro dello scontro economico-politico fra le 2 potenze, che per infliggere un danno al rivale dei social network occidentali. Nel febbraio 2023la Casa Bianca ha obbligato le agenzie federali a rimuovere l’app dai dispositivi governativi, mentre a marzo la Commissione per gli affari esteri della Cameraha votatoper undisegno di legge che consentirebbe al presidente Joe Biden di vietare definitivamente il social media.Ma questi tentativi hanno sollevato dubbi e resistenze, considerate le garanzie fornite dal primo emendamento Usa: «Nei sistemi democratici il Governo non può semplicemente vietare la libertà di parola o di espressione senza motivazioni molto forti e specifiche, e non è chiaro se vi siano» haaffermatoCaitlin Chin, ricercatrice delCenter for Strategic and International Studies. In soccorso diTikTokè arrivato anche il miliardario statunitenseJeff Yass, che da tempo ha scommesso economicamente sull’app cinese attraverso la sua società di investimentoSusquehanna International Group,con una partecipazione nella società madreByteDancepari al 15% circa, per un valore di21 miliardi di dollari. Yass ha difeso esplicitamente TikTok, in modo da tutelare il suo patrimonio economico, ma ha anche utilizzato i suoi capitali perfinanziarel’influente gruppo conservatoreClub for Growth, che da tempo raduna sotto di sé numerosiesponenti del Partito Repubblicano,fra cui alcuni dei più duriavversari della Cina.Tramite una donazione di 61 milioni di dollari, dal 2010 a oggi il miliardario hacambiato l’opinione di diversi rappresentati repubblicani, tanto che il senatore Rand Paul ha annullato un tentativo di accelerare il disegno di legge del senatore Josh Hawley per vietare il download dell’appTikTok. Lo sforzo lobbistico a favore dei conservatori è stato giustificato con il fatto cheun divieto totale dell’applicazione potrebbe portare a conseguenze negativee spiacevoli, fra cui gravoserappresaglie economiche da parte del Governo di Xi Jinping,andando a impattare su altre multinazionali; cosa che ha spinto l’azienda cinese dell’e-commerceAlibaba Groupe la società australiana di servizi finanziariMacquarie Groupa esercitare pressioni sul ceto politico americano per proteggere i loro interessi. «Ho sostenuto i principi libertari e del libero mercato per tutta la mia vita adulta.TikTok riguarda la libertà di parolae l’innovazione, l’epitome degli ideali libertari e del libero mercato. L’idea di vietare TikTok è un anatema per tutto ciò in cui credo» ha ribadito il miliardario Yass. Ma oltre all’intricata questione riguardo la rivalità economica e geopolitica, esiste un aspetto di TikTok (comune anche con Instagram e altri social network) che preoccupa sempre di più la comunità scientifica: il suoimpattosulle menti dei più giovani. Alcuni nuovi studi evidenziano possibili effetti negativi di lungo termine, ma le ricerche sono ancora troppo scarne e agli inizi.«È imbarazzante che sappiamo così poco di TikToke dei suoi effetti. La ricerca spesso resta indietro rispetto all’industria, e questo è un esempio di un caso che potrebbe diventare un grosso problema» avevaammonitoPhilipp Lorenz-Spreen, ricercatore dell’Istituto Max Planck.
Lascia un commento