2023, l’anno degli incendi nell’emisfero boreale

 

Le foreste presenti in diverse regioni del mondo, soprattutto quelle dell’emisfero settentrionale,hanno subito i peggiori incendi della loro storia,secondogli ultimi dati riportatidalCopernicus Atmosphere Monitoring Service(Cams) dell’Unione europea, che pubblica regolarmente le statistiche sulla posizione, l’intensità, la diffusione dei fumi e le emissioni stimate degli incendi boschivi osservati dal sistema satellitare e da altri sistemi di rilevamento. Il Canada risulta uno dei Paesi più danneggiati, con gli enormi fuochi che hanno distrutto numerose foreste boreali canadesi ininterrottamente da maggio a settembre, e che tuttora affliggono vaste porzioni di territorio. Questi fenomeni ambientali, aggravati dalla crisi climatica in corso,comporterannoil rilascio di quasi 410 megatonnellate di gas climalteranti nel 2023, rispetto al precedente record di 138 megatonnellate risalente al 2014. Un quantitativo di emissioni di CO2 pari al 27% del totale derivato da fonti boschive a livello globale. Le regioni e i territori più colpiti sono situati nell’ovest e nel nord-ovest del Paese, con la regione della Columbia Britannica e quella dell’Alberta che hanno registrato un aumento dell’attività degli incendi ad agosto. «Ogni estate nelle regioni boreali si verificano incendi con località, intensità e durata variabili a seconda delle condizioni idrologiche, meteorologiche e climatiche. Poiché le temperature continueranno ad aumentare e le condizioni di siccità diventeranno un fenomeno di lungo termine, aumentano le possibilità di subire incendi devastanti come quelli in Canada. Comprendere la portata e i potenziali impatti sulla qualità dell’aria è essenziale, e la capacità di monitorare le emissioni di incendi e il trasporto dei fumi ci consente di farlo grazie alCams», haaffermatoMark Parrington, ricercatore senior delCopernicus Atmosphere Monitoring Service. L’area mediterranea è una delle zone che ha subito gli impatti maggiori in Europa,in particolare nelle regioni dellaGrecia settentrionale e centrale, che nei mesi di luglio e agosto hanno vissuto i più violenti incendi degli ultimi 20 anni. Secondo ilCamsle emissioni di CO2 prodotte da questi violenti eventi sono statele più alte mai registrate e le emissioni combinate di gas climalteranti di luglio e agosto sono state le terze più alte mai registrate, dopo il 2007 e il 2021. Inoltre gli incendi boschivi a nord della Grecia sono stati i più estesi mai osservati nell’Unione europea secondo i dati dell’European Forest Fire Information Service, che ha rilevato dall’inizio dell’anno un’area bruciata complessiva di oltre 173.000 ettari. Anche la penisola iberica ha visto un’intensa attività di incendi a seguito dell’ondata di calore che l’ha interessata nei mesi estivi.Sia ilPortogalloche la Spagna sono stati colpiti in vaste aree. Con il più grande incendio che ha coinvolto a metà agosto l’isola spagnola di Tenerife, che ha distrutto 15.000 ettari di bosco nel parco nazionale che circonda il vulcano Monte Teide. Sempre nel mese di agosto si èverificatouno dei più drammatici incendi del 2023, che ha portato alla distruzione della cittadina di Lahaina sull’isola di Maui,nelle Hawaii. Fra le molteplici cause, la combinazione fra i lunghi periodi di siccità che hanno reso notevolmente secco il territorio e i venti dell’uragano Dora che hanno causato una diffusione rapida delle fiamme. Dopo oltre un mese di ricerche e soccorsi,rimangonotuttora disperse 66 persone con 115 vittime accertate e 6.000 civili dislocati nei rifugi di emergenza. I danni totali causati dall’incendio hannoraggiuntoi 5,5 miliardi di dollari.