Usa: anche l’assistenza sanitaria materna è vittima del post Roe
Non solo aborto:ilribaltamento della sentenzaRoe v. Wade, nel giugno 2022, non ha influito esclusivamente sulle interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti, maanche sull’assistenza sanitaria materna. Ilsondaggiocondotto nel mese di agosto daAll In Together, organizzazione no-profit di educazione civica femminile, e la società di sondaggiEchelon Insights, ha rilevato cheil 34% delle donne di età compresa tra i 18 e i 39 anniha deciso (o conosce qualcuno che l’ha fatto) di non rimanere incinta “per iltimore di dover gestire le emergenze mediche legate alla gravidanza”. Dai dati emerge che il problema riguarda allo stesso modo gli Stati in cui l’aborto è vietato, limitato o legale. Dopo la sentenzaDobbs v.Jackson Women’s Health Organizationdel 24 giugno 2022 la “scarsa” o “indisponibile” assistenza sanitaria materna sta portando le persone a modificare alcune delle loro scelte di vita più importanti. Il sondaggio condotto online nell’ambito dell’Echelon Insights Verified Voter Omnibusdell’agosto 2023 su un campione di 1.000 persone ha rilevato chepiù di un terzo dei giovani e, in particolare, il 22% delle donneha dichiarato di aver “affrontato difficoltà nel tentativo di gestire un’emergenza legata alla gravidanza”, o di aver conosciuto qualcuno che si è trovato in questa situazione. Le giovani donne, anche quelle che vivono in Stati in cui l’aborto rimane legale, affermano di rinunciare ad avere figli perché hanno il timore di rimanere incinte a causa dei cambiamenti seguiti alla sentenza di più di un anno fa. La cosa più sorprendente di questi dati, secondo la cofondatrice e amministratrice delegata diAll In TogetherLauren Leader, è che “sono simili a prescindere dal fatto che le intervistate vivano in Stati in cui l’aborto è vietato, limitato o non limitato. Il 23% delle donne tra i 18 e i 39 anni dice di non aver ottenuto un aborto o di conoscere qualcuno che non ha potuto usufruirne nel proprio Stato, un numero quasi 3 volte superiore a quello delle intervistate di altre fasce d’età”. Dalla fine di giugno dello scorso anno14Stati hanno vietato completamente l’abortoe più di 20lo vietano a 22 settimane o meno. “Ma la coerenza tra gli Stati rossi e blu (a guida Repubblicana o Democratica,ndr) suggerisce chele statistiche sulla mortalità materna e le storie e le lotte delle donneche si confrontano con questa nuova normalità dell’accesso all’abortosono penetrate nella psiche delle giovani di tutto il mondo”. La decisione di Dobbs,spiegaLeader sul sito di newsPolitico, potrebbe aver “modificato radicalmente il modo in cui le persone pensano di avere una famiglia e il calcolo per rimanere incinte”. La direttrice generale diPlanned ParenthoodAlexis McGill Johnson ha detto a Leader che le storie delle donne che hanno perso la vita o che hanno affrontato esperienze pericolose a causa delle restrizioni all’aborto hanno influito sul senso di sicurezza delle giovani americane, molte delle quali erano già titubanti riguardo all’avere figli a causa dei costi. Molte donne hanno subito terribili traumi medici in Stati in cui l’aborto è illegale:Carmen Broesder, una donna dell’Idaho, ha documentato su TikTok il suo aborto spontaneo durato 19 giorni. Quando era incinta di sole 6 settimane, nonostante il sanguinamento abbondante e i crampi intensi, le è stato negato l’accesso a un intervento di raschiamento a causa del divieto di aborto dell’Idaho. «Perché dovrei arrivare sul punto di morire per chiedere aiuto? -ha dichiaratoBroesder allaAbc News -Sono pronta a diventare madre. Sono una madre e volevo avere un altro bambino. Questa è la mia storia e mi ha quasi ucciso». Anche i tassi di natalità ne risentono: secondo una ricerca delPew Research Center, negli Stati Unitierano già in calodall’inizio degli anni 2000 e sono crollati durante la pandemia di Covid; poihanno avuto una breve ripresae, ora, sono nuovamente scesi. Per Leader, “se questa tendenza dovesse continuare, la riluttanza delle giovani donne ad avere figli ora avrà conseguenze vaste e a lungo termine anche per l’economia americana e il tessuto della nazione”.