Stephen King: 3 imperdibili libri del “Re”
Più di 60 romanzipubblicati, 13 raccolte di racconti, decine e decine di storie edite e inedite,più di 100 adattamenti cinematografici e televisividelle sue opere, una lista lunghissima di premi e riconoscimenti. C’è un motivo – anzi, ce ne sono decisamente tantissimi – per cuiStephen King è considerato il Re. Maestroindiscusso e prolificodella letteratura horror, se è così amato non è (solo) perché è riuscito a far tremare intere generazioni ma perché le sue sonomolto più che semplici storie di paura.Sonostorie di formazione, capaci di raccontare in modo straordinario l’infanzia, la perdita dell’innocenza, l’importanza dell’amicizia e dalla solidarietà, il valore dell’essere “perdenti”. Storie che raccontano la paura, la violenza, gliabusi, lalotta tra il bene e il male. Quel male che non arriva (o non sempre) da lontano, ma che è molto, molto più vicino, nel quotidiano. Ma King è anche molto altro. È, per dirla con le parole diMichela Murgia- che ha dedicato unapuntatadel suo podcastMorganaproprio a questo “Morgano” «uno degli scrittori più femministi della letteratura moderna – che con i suoi personaggi femminili come Carrie, Annie Wilkes, Bev, Dolores – fa giustizia a secoli di letteratura misogina». Da pocoin libreria con il suo nuovo romanzo,Holly, tra qualche giorno il Re spegnerà 76 candeline. Noi vogliamo prepararci al suo compleanno suggerendoti3 libri di Stephen King da leggere (o rileggere) assolutamente. L’uomo in fuga, Sperling & Kupfer Editore,272 p., 9,99 euro Prima di Hunger Games, prima dell’epoca d’oro del Grande Fratello e dei talent, prima dell’onnipotenza della tv, c’è statoL’uomo in fuga,pubblicatocon lo pseudonimo di Richard Bachman, sotto la cui firma King ha fatto uscire 7 romanzi. Scritto nell’arco di 72 ore secondo quello che King racconta nell’introduzione (una settimana, stando al saggioOn writing: Autobiografia di un mestiere, un altro testo kinghiano imperdibile per chi vuole lavorare con le parole e non), il libro èambientato in un futuro ormai non molto lontano, gli Stati Uniti del 2025. In questo mondo dove i poveri sono sempre più poveri e sfruttati e i ricchi sempre più opulenti e annoiati, dove la tri-vu, la televisione tridimensionale, domina incontrastata,i giochi televisivi hanno il compito di distrarre i cittadini dall’orrore della realtà, attraverso altrettanto orrore. Niente attori né copioni: a rischiare la vita in format sempre più cruenti e sadici sono persone vere. Come Ben Richards,il protagonista, che per curare la figlia Cathy e impedire alla moglie di continuare a prostituirsi,decide di partecipare aThe running man: 12 ore per fuggire e nascondersi, poi un gruppo di “cacciatori” proverà a ucciderlo, mentre i telespettatori e i comuni cittadini ricevono denaro per segnalare la sua presenza e aiutarli nell’obiettivo. It, Sperling & Kupfer Editore, 1218 p., 17 euro È impossibile suggerire dei titoli irrinunciabili di Stephen King è non citareIt. Non perché sia probabilmentela sua opera più conosciuta, ma perché se è uno dei suoi testi più famosi è perchéracchiude molte delle tematicheche nel tempo sono diventate il simbolodella letteratura kinghianain un racconto da cui è impossibile staccarsi, pagina dopo pagina. Non conoscere la storia (raccontata anche in una miniserie tv della Abc e in un film del 2017) è difficile: a Drarry, un paesino nel Maine, si aggiraPennywise, un mostro con le sembianze di un pagliaccio che assume la forma delle nostre peggiori paure.Dopo averlo sconfitto da bambini, Bill, Richie, Stan, Ben, Beverly e Eddie – “i perdenti” – devono tornare nei luoghi della loro infanzia per affrontarlo una volta per tutte, 27 anni dopo, guardando di nuovo in faccia alle loro paure più grandi. Ma la trama è solo uno degli aspetti che rende questo romanzo dell’orrore, popolato e animato dalla cultura americana, uncult indiscusso del generee uno dei capolavori di King, nonostante gli aspetti che possono risultare più disturbanti:Itè un romanzo di formazionee sull’innocenza perduta, sull’inesorabile passaggio all’età adulta e sul valore profondo e salvifico dell’amicizia. La torre nera, Sperling & Kupfer Editore, 816 p., 16 euro Questo è un suggerimento che ne vale 8.La torre nera,infatti, non è un romanzo, mauna serie, definita “l’opera magna” di King. Ispirata ai poemiChilde Roland alla Torre Nera giunsedi Robert Browning – il cui testo integrale è stato incluso in appendice all’ultimo romanzo – eThe Waste Landdi Thomas Stearns Eliot,la saga intreccia fantasy, fantascienza, horror e western. Di cosa parla? Per farla molto, molto breve,Roland è l’ultimo membro vivente dell’ordine dei cavalieri Pistoleri(gunslingers) e l’ultimo discendente di Arthur Eld, l’equivalente del nostro Re Artù. Il suo obiettivo è raggiungere la Torre nera – il perno dei mondi, in cui spazio e tempo si incontrano – accompagnato dal suo ka-tet. La Marvel, sotto la supervisione di King, ha adattatoLa Torre Nerain una serie di fumetti; nel 2017, Nikolaj Arcel ha portato la storia sul grande schermo, in un film con Idris Elba e Matthew McConaughey.