Disabilità e montagna: una sedia a rotelle che realizza i sogni

 

Che cos’è un amico? È una delle domande più semplici e complesse al tempo stesso. Forse un amico è quella persona su cui poter contare, sempre, senza se e senza ma. Forse, ancora, è quel compagno o compagna che, per vederti felice, farebbe l’impossibile. Forse un amico è tutte queste definizioni insieme. Spiegano bene questo legame, 2 versiliesi:Michele Corfini, ragazzo condisabilitàdalla nascita, eGuglielmo Landi. La vita li lega in prima liceo e non li separa più. Lo scorso giugno,17 anni dopo il loro primo incontro,realizzano (con l’aiuto di guide alpine e altre 30 persone) il grandesogno di Corfini:raggiungere la vetta dellaPania della Croce, una delle 4 cime più alte delle Alpi Apuane,1.850 metri. Un successo ottenuto con il supporto di unaJoëletteelettrica, una sedia a rotelle che permette alle persone con disabilità di fare escursioni in montagna o nei luoghi in cui quella “classica” non arriverebbe mai. «“La vedi? La cima della Pania della Croce, quanto vorrei raggiungerla.” Da quando lo conosco è stata una delle sue frasi più ricorrenti. E lo conosco dal 2006 – raccontaGuglielmo Landi,il primo dei fondatori del gruppoSulle Ali dell’Amicizia, doveoggi si contano oltre 50 persone e 4Joëlette– Potevo capirlo, io andavo spesso sulle montagne vicino casa e, come per lui, la natura è da sempre una grande passione. Lo ascoltavo e pensavo a quali potessero essere le soluzioni, ma ogni volta mi scontravo con la realtà. Al tempo era già impossibile pensare di raggiungere le vette più basse, figurati il monte Pania della Croce che è alto oltre 1.850 metri. Così, passavano i mesi e gli anni. Il sogno di Michele appariva sempre più inarrivabile.È stato lui, il primo, a continuare a crederci. Non ha mai smesso di farlo». La prima vera svoltaarriva all’università, grazie a una conversazione fra Corfini e il professore Luca Fanucci: a Pruno (una località di montagna nel Comune di Stazzema) l’associazione di volontariato I Raggi di Belen aveva unaJoëletteclassica e la mettevaa disposizione per le escursioni.Ecco che fra il 2011 e il 2012 il sogno comincia a prendere forma.Corfini, Landie altri amici, volontari, escursionisti professionisti, raggiungonoil Rifugio Acquapendente, a 900 metri di altezza. Qualche anno dopo, fra studi e ricerche, i ragazzi vengono a conoscenza di una sedia a rotelle più tecnologica, da fuori strada a ruota unica, con assistenza elettrica e in grado di affrontare anche i trekking più complessi:lae-Joëlette.Da lì, l’idea di aprire unaraccolta fondi per poterla acquistaree realizzare seriamente il sogno di Corfini. Grazie al grande numero di donatori è stato raggiunto il budget di 7.600 che ha permesso l’inaugurazione della primae-Joëlettein Versilia, il15 ottobre 2022, donata poi all’associazione di Pruno I Raggi di Belen. Da sogno a impresa, fino al successo: l’uscita in Pania Giugno 2023. Un percorso studiato nei minimi dettagli, un gruppo diragazzi,guide alpineassociate CAI a supporto, lae-Joëletteeuna barella di ultima generazionea disposizione per i tratti di strada più complessi. Con questi elementi, il gruppoSulle Ali dell’amiciziaha portato a termine l’impresa diraggiungere lavettasognata da Michele Corfini, la Pania della Croce. «Siamo partiti la mattina presto e in totale abbiamo fatto un’uscita di14 ore. Abbiamo studiato con le guide alpine ogni metro da percorrere affinché tutto potesse essere svolto in totale sicurezza. Da lì è cominciata questa incredibile avventura che ha coronato il sogno del mio amico – racconta Guglielmo Landi, tornando con la mente a quel giorno ­– Sembrava un film e l’emozione si percepiva in ogni passo e respiro. Per la prima mezz’ora siamo rimasti tutti in silenzio, concentrati soltanto sul qui e ora. Poi, ci siamo un po’ tranquillizzati, ma non nego che sia stataun’impresa davvero impegnativa, tanto quanto meravigliosa. La barella professionale ci è servita per l’ultima salita, perché con lae-Joëlettenon sarebbe stato sicuro. Arrivati in cima, tutta la fatica è stata ripagata, semplicemente guardando gli occhi di Michele che, fosse stato per lui, sono certo che sarebbe rimasto lì tutto il giorno. L’arrivo di una nuvola, però, presagiva un temporale e così dopo mezz’ora abbiamo deciso di tornare a valle. E abbiamo fatto bene, perché appena arrivati ha iniziato a piovere e sarebbe stato pericoloso». Da quel momento,le uscite sono diventate sempre più frequentie si sono aggiunti altri ragazzi che condividevano lo stesso sogno di Corfini. Oggi il gruppo è composto daoltre 50 personeche, con cadenza regolare,organizzano trekking alpini in totale sicurezza nella cornice delle Alpi Apuane. Il 3 settembre, alla Foce del Pallone,leJoëlettesono arrivate a 4 in un solo giorno. Un sogno, un grande amore quello che lega Corfini e la montagna. Una passione che sembrava impossibile da esprimere quando da casa sua, a Marzocchino, una località nel comune di Seravezza in provincia di Lucca, ammirava le Alpi Apuane dalla finestra. «L’amore per la montagna, e per la natura in generale, sono da sempre una costante. Ognuno ha qualcosa che rappresenta il senso della vita: chi la scrittura, chi la musica, chi lo sport. Io ho la natura e con lei il suo rispetto – racconta Corfini aLa Svolta– Fra i miei desideri più grandi c’era quello di poter raggiungere, insieme ai miei amici, le vette che vedevo sempre da casa mia.Non potrei essere più grato a loro per tutto quello che hanno fatto per me.Li ringrazierò per sempre. Pensavo fosse qualcosa di impossibile e non so descrivere a parole la magia e l’emozione che ho provato quando l’abbiamo fatto. Giuro,se ci penso, non riesco a trovare i termini appropriarti,epico e bellissimo forse, ma sarebbero riduttivi». Per lui, fra l’altro, l’ambiente naturale è uno dei beni più preziosi che ci possa essere: «Ci tengo a sottolineare chetutto è stato fatto nel rispetto del paesaggio. Mi spiego,laJoëlettenon deve e non dovrà mai essere vista come un intralcio alla natura. Se ci saranno percorsi impossibili, non li raggiungeremo, perchésiamo noi che dobbiamo adeguarci alla conformazione della montagnae non il contrario. Lo dico perché spesso, erroneamente, si associa questa sedia a rotelle alla possibilità di tagliare alberi o creare sentieri ad hoc, ma non è così, assolutamente.Lanaturava amata così com’è e raggiunta fin dove lei ce lo permette.Spero di avere la possibilità di continuare a scoprire, arrivare su nuove vette e, chissà, magari ripercorrere quelle già raggiunte. Il bello della montagna, infatti, è che non è mai uguale, cambia in continuazione e regala sempre emozioni diverse, in base al giorno e persino all’orario». Quella di Michele Corfini e Guglielmo Landi è una storia di inclusione, ma ancor prima di un’amicizia, nata fra i banchi di scuola del Liceo Scientifico Michelangelo a Forte dei Marmi, in Versilia, nel 2006.