Abbiamo ridotto solo dell’1% le emissioni di gas serra previste al 2030
La riduzione delle emissioniè una corsa control’inquinamentoe i Paesi stanno contribuendo a restringere quella finestra di tempo disponibile – già scarsa – in maniera sempre più veloce ed evidente. A lanciare l’allarme èilnuovo rapporto sul clima delle Nazioni Unite, pubblicato venerdì 8 settembre. Il documento, si legge, “fornisce una valutazione dei progressi collettivi verso il conseguimento dello scopo e degli obiettivi a lungo termine dell’accordo di Parigie informa le parti sui potenziali settori per aggiornare e rafforzare la loro azione e il loro sostegno, nonché per rafforzarela cooperazione internazionale per l’azione per il clima”. La stella polare infatti continua a essere propriol’Accordo di Parigi, risalente al 2015, che ha fissato alcuni obiettivi principali, tra cuila limitazione del riscaldamento globalea 2°C o nel migliore dei casi a 1,5. In relazione a questo traguardo, l’indagine rileva che la Terra si avvia a raggiungere i 2,4 gradi Celsius entro la fine del secolo. Sono troppi. D’altra parteil documento dell’Onudenuncia che gli Stati hanno ridotto solo l’1% delle loroemissioni di gas serrapreviste per il 2030: di questo passo il Pianeta toccheràtemperature davvero elevatee i problemi aumenteranno inevitabilmente. Non a casoAntónio Guterresha utilizzato parole forti per commentare l’operato dei leader mondiali. Secondoil segretario generale delle Nazioni Unite, «la distruzione del clima è iniziata». Intanto, a conferma del fatto che la “distrazione” generale nei confronti dellacrisi climaticaè ancora troppo acuta,il G20 appena tenuto in Indianon ha stabilito una data entro cui eliminarei combustibili fossili, un passaggio appena reputato “indispensabile” dal report dell’Onu. D’altronde il documento evidenzia anche le iniziative che è necessario intraprendere al più presto: aumentare notevolmente l’uso delleenergie rinnovabili, porre fine alladeforestazione, fornire significativifinanziamenti per il climaalle nazioni in via di sviluppo, alleviarela povertàe ridurre al minimol’ingiustizia ambientale. Un articolo delWashington Postriassume così la gravità della situazione attuale. L’estate 2023è stata la più calda mai rilevata nella storia tra leondate di caloree igrandi incendi boschiviin Canada o in Europa, fino alle enormi inondazioni dovute alle piogge in Grecia, Cina e Florida.Le emissioni globalihanno stabilito un nuovo record nel 2022 el’anidride carbonicaè arrivata a livelli storici. Inoltre gli esseri umani stanno immettendoinquinamento da carbonionell’atmosfera troppo rapidamente. Ora è come seil testo dell’Onucontenesse i compiti a casa che i leader mondiali devono portare a terminein vista della Cop28in programma a fine novembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Durante il vertice si stilerà una sorta di bilancio globale per capire se il Pianeta è effettivamente capace di ridurrele sue emissioninel rispetto dell’accordo di Parigi. Il voto finale potrebbe essere molto duro: bisogna fare ancora molto, per evitare una sonora bocciatura.