Ivg: come Laiga aiuta le donne che vogliono abortire

L’associazioneLaiga(Libera associazione italiana ginecologi non obiettori per l’applicazione della 194) nasce dall’impegno di 2ginecologhenon obiettrici dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma. L’associazione, nata nel 2018, è stata costituitaper fare rete tra personale sanitario addetto al servizioIvg(interruzione volontaria di gravidanza) e all’aborto terapeutico. Tramite il lavoro di rete con altre professioniste e realtà che si occupano dellasalute sessuale femminile, è stata creata unamappa degli ospedali italiani in cui è possibileusufruire del servizio diinterruzione volontaria di gravidanza, correlato da una guida alle delle diverse modalità di accesso e presa in carico. La percentuale di obiettori in Italia Secondoi dati del Ministero della Salute del 2022,il64,6 % dei ginecologi italiani, il44,6% degli anestesistie il36,2 % del personale non medicosonoobiettori di coscienza. I numeri dell’inchiestaMai Datidelle giornaliste Chiara Lalli e Sonia Montegiove, pubblicata sul sito dell’Associazione Luca Coscioni, evidenziano strutture ospedaliere con una percentuale dipersonale (ginecologi, anestesisti e personale non medico) obiettore al 100% o che superano l’80%. Nell’analisi sono riportati22 ospedali e 4 consultori con il 100% di obiezione tra medici ginecologi, anestesisti, personale infermieristico e operatori socio sanitari;in 18 ospedali, il 100% dei ginecologi sono obiettori. Ci sono, inoltre,46 struttureche hanno una percentuale di obiettorisuperiore all’80%.In 11 Regioni, almeno un ospedale ha il 100% di obiettori: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. Le Regioni più inadempienti sono la Sardegna e la Sicilia, con più dell’80% di mancata risposta all’accesso civico generalizzato. Ad Andria (Puglia) sono obiettori al 100% sia i ginecologi sia il personale non medico. Nel polo ospedaliero di Francavilla Fontana (Puglia), più del 90% di medici ginecologi, anestesisti e infermieri sono obiettori. Il tasso di obiezione è talmente alto da rendereproblematica o impraticabile l’interruzione digravidanzain molte aree del Paese: le donne che vogliono ricorrere all’Ivg faticano a trovare informazioni, devono aspettare molto tempo per abortire (rischiando di superare i termini di legge) oppure sono costrette a spostarsi in un’altra Regione (affrontando costi ingenti). Il lavoro diLaiga Laigaè un’organizzazione di volontariatoattiva nell’ambito deidiritti della salute riproduttiva.Nasce per favorire l’applicazione della legge 194/78, a tutela della salute di chi vuole diventare genitore, di chi vuole un’Ivg nei primi 3 mesi di gravidanza, di chi decide di abortire dopo questo periodo per malformazioni del feto. Le ginecologhe, mediche e il personale sanitario presente nell’associazione,non sono obiettrici di coscienza:“Laigavuole ribadire di essere al fianco delle donne e di tutt* coloro che decidono di voler interrompere una gravidanza, eal fianco di tutto il personale medico (e non) che non obiettae che ritiene un dovere civile e morale garantire l’autodeterminazione e il rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi di tutt*, anche a costo di pagarne le conseguenze in prima persona”. Laiga,inoltre, si occupa delladifesa e del supporto (tecnico e legale) di coloro che applicano la legge 194/78e delle donne che ne usufruiscono, con particolare riguardo per le cittadine che richiedono l’aborto terapeutico. Fondamentale anche il lavoro di advocacy, per migliorare le condizioni lavorative del personale medico non obiettore con richieste concrete, come quelle di un aumento dei giorni di ferie e della retribuzione a favore degli operatori della legge 194, poiché sopportano un carico psicologico maggiore rispetto agli obiettori. La mappa degli ospedali italiani in cui si può abortire L’associazione, a seguito delle numerose richieste pervenute riguardo gliospedali in cui donne e persone con utero possono rivolgersi per abortire, ha creato unamappa interattivadei luoghi dove è possibile usufruire del servizio di interruzione volontaria di gravidanzae delle rispettive modalità di accesso. È stato un lavoro estremamente complesso, perché spesso le strutture contattate dall’associazione eranorestie a dare rispostee, in alcuni casi, addirittura non sapevano rispondere alle domande in merito.Laigaè riuscita a inserire nella mappa238 strutture mediche che effettuano l’Ivg chirurgica, 194 che mettono a disposizione l’Ivg farmacologica,mentre 25 strutture non hanno voluto dare risposta. Alcuni fattori hanno interferito con il lavoro di ricerca e mappatura: “col passare del tempo e mentre testavamo nuovi ospedali, è anche capitato purtroppo che in alcuni altri, già testati, il reparto Ivg chiudeva per il pensionamento dell’unic* ginecolog* non obiettor*. E per finire è arrivato il Covid, che come dicevamo, ha fatto chiudere o ridirezionare un gran numero di ospedali. Quindi la mappa che stavamo quasi definendo, è stata completamente sovvertita durante l’epidemia dovuta dal Covid-19, con molti ospedali che hanno improvvisamente chiuso i servizi di interruzione volontaria di gravidanza”, ha spiegato sul suo sito l’associazione. “Ci sono stati casi in cui il servizio è stato trasferito presso altri ospedali, mentrealtri hanno chiuso il servizio e basta.Lo stesso hanno fatto i consultori. Il tutto disattendendo decreti ministeriali che stabilivano che l’intervento di Ivg è da considerarsi urgente. Purtroppo, la situazione è drammatica: spesso gli operatori stessi non hanno alcuna idea sul se i servizi chiusi riapriranno e quando. Altri servizi dislocati da una città all’altra non sanno se rientreranno nella situazione precedente allapandemia”. Dove cercare informazioni e chiedere aiuto? Barcamenarsi in questa situazione non è sicuramente semplice ma, oltre ai consultori e al personale medico qualificato, è possibile informarsi e trovare supporto anche in rete. Oltre all’associazioneLaiga,un’utile fonte di informazione è la paginaIVG, ho abortito e sto benissimo,fondata da Federica Di Martino, psicologa e psicoterapeuta, insieme alla ginecologa Elisabetta Canitano, che offre supporto all’Ivg, aiuto nel reperire dispositivi di contraccezione, sostegno durante i test di gravidanza, informazione e divulgazione intorno ai temi dell’interruzione volontaria di gravidanza. Inoltre, esisteObiezione Respinta,pagina nata “con l’intento di mappare l’obiezione di coscienzain Italia e fa parte della rete nazionale di Non una di meno. Sulla base di testimonianze anonimeabbiamo creato una mappache riportaesperienze di accesso a interruzione volontaria di gravidanzae contraccezione in ospedali, consultori, farmacie”. Il progetto si occupa diformare e informareper decostruire lo stigma relativo all’aborto e alla salute riproduttiva, raccogliere e diffondere testimonianze dirette e lavorare in rete per supportare chi ne ha bisogno, denunciando le violenze e le difficoltà incontrate da chi cerca di accedere alla contraccezione e all’Ivg. Infine, il movimento femministaNon una di menoha messo a disposizione un manifestoper costruire un’idea nuova di salute sessuale e riproduttiva, basata sul benessere e sull’autodeterminazione.