Ricostruire una canzone completamente da zero,utilizzando le registrazioni dell’attività cerebrale umanasvolte durante un intervento chirurgico al cervello, è possibile. E a dimostrarlo sono i neuroscienziati dell’Università della California Berkeley, che hanno ricreato una celebre canzone rock targata Pink Floyd:Another Brick in the Wall (Part 1). Una meticolosa lettura del nostro cervello eseguita tramite un computer addestrato per analizzare le sue attività, i processi e le onde cerebrali. L’operazione sembra semplice, ma è frutto di un duro e costante lavoro svolto nel tempo: mentre si ascolta la musica,il computer capta gli schemi neuronali creati dal cervello e ricrea la melodia da zero. A provarlo sulla propria pelle sono stati29 pazientia cui è stata fatta ascoltare, nel periodo 2009–2015, la celebre canzone dei Pink Floydmentre venivano sottoposti a un intervento chirurgico per trattare l’epilessia. Sorprendentemente gli scienziati hanno ricostruito la canzone tramite il monitoraggio delle onde cerebrali, seppur con un suono leggermente ovattato. I risultati sono stati pubblicati suPlos Biology.«È possibile ascoltare il cervello e ripristinare la musica che le persone hanno sentito», spiega alNytGerwin Schalk, neuroscienziato che ha partecipato alla raccolta dati dello studio. Ai pazienti è stata impiantata nel cervellouna rete formata da 2.668 elettrodi in grado di registrare l’attività cerebrale. La tecnica utilizzata è quella dell’elettroencefalogramma intracranico(Eeg), che registra i segnali della corteccia cerebrale. Sono stati analizzati i dati di ogni singolo paziente per capire quali parti del loro cervello si attivavano durante l’ascolto della canzone e a quali frequenze queste aree reagivano. Per ricostruireAnother Brick in the Wallsono stateutilizzate 128 bande di frequenza. E non è mancato l’aiuto dell’intelligenza artificiale, utilizzata per decodificare le registrazioni del cervelloper poi codificare una riproduzione di suoni e parole Il team di ricerca, con lo studio in questione, ha fatto un significativo passo avanti verso lo sviluppo di dispositivi che assistono le persone che hanno perso alcune capacità neurologiche e cognitive a causa di ictus o altre lesioni cerebrali, come a esempio quella di parlare. Queste persone potrebbero riacquistare la parola attraverso dispositivi innovativi,come protesi vocali,in grado di trasformare i loro pensieri in voce. I ricercatori hanno anche scoperto che quando i volontari dello studio ascoltavano una canzone,l’emisfero del cervello più coinvolto è stato quello destro. Mentre quando le persone ascoltavano un discorso parlato, a essersi maggiormente attivato è stato l’emisfero sinistro. Questo spiega come alcune persone colpite da ictus riescano a cantare alcune canzoni ma non a parlare bene. Altri gruppi di ricerca stanno adesso realizzando esperimenti simili utilizzando altre tipologie di strumenti,come la risonanza magnetica funzionale o scanner cerebrali non invasivi, in grado di scansionare ed esaminare l’intero cervello.
Lascia un commento