Le famiglie dei dissidenti egiziani sono nel mirino delle autorità, mentre il Paese si prepara alle elezioni del 2024. Lo dimostrano diversi casi che vedono protagonisti parenti di attivisti e giornalisti che negli ultimi anni hanno criticato il regime del presidente egizianoAbdel-Fattah Al-Sisi. È il 2015: durante una conferenza stampa a Berlino traAl-Sisie l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel, qualcuno dalla follagrida«assassino», «nazista» e «fascista» al presidente egiziano. Una donna, che con la mano fa il simbolo delle uccisioni di massa dei manifestanti anti-Sisi nel 2013, viene accerchiata da alcune guardie di sicurezza e portata via. Si chiamaFagr Eladly, è una studentessa di medicina che vive a Francoforte sul Meno, è di origini egiziane.Racconteràal quotidiano tedescoder Spiegeldi averlo fatto «senza paura» perché si trova in Germania: «Ho saputo che era la prima volta che Sisi affrontava una protesta in diretta, perché in Egitto nessuno può sgridarlo come ho fatto io, altrimenti le conseguenze sarebbero disastrose per chi tenta di fare qualcosa di simile in Egitto». Da quel momento utilizza i suoi social media, dalla Germania, per attirare l’attenzione sulleviolazioni dei diritti umani in Egitto. Ora ha iniziato a subire le conseguenze di quella protesta:il 18 agosto 2023 il padre, Alaa Eladly, è stato arrestatoal suo arrivo al Cairo, mentre si stava recando a fare visita alla famiglia. È l’unico tra loro a non avere un passaporto tedesco, ma vive in Germania da oltre 30 anni. Le accuse? “Diffusione di notizie false”, un’accusa standard tra i prigionieri politici. Fagr Eladly è convinta che l’abbiano arrestato per fare pressione su di lei. Su Twitter la donnaraccontadi aver iniziato unosciopero della fameinsieme a suo fratello, la settimana scorsa, quando è tornata al Cairo: “Quarto giorno del nostro sciopero della fame: molta presenza di poliziadavanti all’ambasciata tedescae un poliziotto egiziano ci ha chiesto di lasciare il posto in modo educato per motivi di sicurezza”, spiega nel post pubblicato ieri con l’hashtag:#FreeAlaaEladly. La sua protesta potrebbe costarle caro, poichérischia di essere arrestataa sua volta. Sul suo profilo Twitter una foto la ritrae accanto a suo padre, la cui detenzioneè stata prolungatasenza prove di condanna a suo carico. Lei regge dei mazzi di fiori, lui le sta accanto con uno sguardo fiero. “Ci appelliamo alle autorità egiziane e chiediamo il rilascio di nostro padre, che attualmente viene privato della libertà ogni ora”, ha scritto Eladly in una dichiarazionerilasciata ai media. Rivolgendosi alle autorità tedesche ha poi chiesto chele concessioni economiche e finanziarie all’Egitto siano legate allo stato di diritto e al rispetto dei diritti umani, considerando che il Paese è la principale destinazione delle esportazioni di armi tedesche. La detenzione di Eladly non è un caso isolato. Gli attacchi contro i familiari degli attivisti e dei critici si verificano di frequente sotto Al-Sisi. La piattaformaThe New Arabriportail caso dei genitori diNosayba Mahmoud, che avrebbero dovuto atterrare a Dallas, in Texas, nel 2018, ma non sono mai arrivati a destinazione. Ahmed Abdelnaby e Raia Abdallah sono stati arrestati dalle autorità egiziane in Egitto senza fornire una motivazione. La madre è stata rilasciata, ma il padre, recluso in una prigione di massima sicurezza probabilmente per la sua partecipazione alle proteste del 2013, è morto “a causa delle condizioni orribili e delle gravi torture da parte delle guardie egiziane”, spiegaTNA. Il 22 agosto le autorità egiziane in borghese hanno arrestatoGamal Abdelhamid Ziada, padre del giornalista freelance residente in BelgioAhmed GamalZiada. Il quotidiano tedescoDeutsche Welleriportache l’uomo è stato fermato, bendato, ammanettato e interrogato per il lavoro del figlio: secondo Wadih Al-Asmar, presidente della Ong per i diritti umaniEuromed Rights, «l’ufficiale ha affermato che il figlio del signor Ziada incitava contro lo Stato e lo ha descritto come un “giornalista in fuga”». I pubblici ministeri gli hanno mosso le stesse vaghe accuse che sta affrontando Alaa Eladly, nonostante non sia una persona politicamente attiva secondo il figlio: diffusione di informazioni false, uso improprio dei social media e appartenenza a un gruppo vietato. Su Facebook Ahmed ha pubblicatoun appelloin cui ha chiesto la scarcerazione del padre, il cui arresto sembra una ritorsione per la sua attività giornalistica. In un rapporto del 2019 sulla tortura nelle detenzioni egiziane, la OngHuman Rights Firstha stimato una cifra dicirca 65.000prigionieri politici, ma i dati potrebbero essere più alti. «L’anno scorso solo al Cairo circa 2.500 dissidenti sono stati arrestati e portati davanti alla Procura suprema per la sicurezza dello Stato semplicemente per aver esercitato i loro diritti umani», ha detto aDWMarie Gorgis, ricercatrice egiziana diAmnesty International. Ma le autorità egiziane continuano a negare l’esistenza dei prigionieri politici nel Paese.
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