Vertice Paesi Brics: si accende la rivalità contro il G7
A Johannesburg si è aperto il 15° vertice dei Paesi Brics(Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica); obiettivo di Cina e Russia:creare un blocco rivale al G7e indebolire (fino a eliminare) l’egemonia finanziaria del dollaro tramite l’introduzione di una nuova moneta. Nel 2001, la banca di investimentoGoldman Sachsconiò il termineBricsper indicare leeconomie emergenticon il tasso di crescita più rapido del tempo.Oggi i 5 Paesi membrirappresentano il 42% della popolazione mondialee detengono una posizione importante nell’economia globale, con una quota sulPil cresciuta dall’8% del 2001 al 26% del 2022. LaCina, che da sola rappresenta il 70% del Pil dei Brics,traina il club con una crescita annua del 6% dal 2013; l’India si trova in linea con Pechino, mentre risultanopiù stagnanti le economie di Brasile, Russia e Sudafricacon un aumento del Pil inferiore all’1%. In questo contesto economico, con le tensioni tra Usa e Cina e la guerra in Ucraina che ha rafforzato le fratture geopolitiche, il blocco sembra destinato ad accogliere nuovi partner. Il leader cinese Xi Jinping spinge per la fondazione di un polo rivalealG7attraverso l’annessione dei Paesi del Sud del mondo: sono 40 gli Stati interessati e23 hanno già richiesto l’ingressonella nuova coalizione, tra cui Arabia Saudita, storica alleata statunitense, Egitto, Argentina, Messico, Nigeria, Indonesia e Iran. L’ambizione di un “multilateralismo inclusivo’’ suscita peròpreoccupazioni per gli altri Paesi Membri. Ilpresidente sudafricanoCyril Ramaphosa ha dichiarato che il suo Paese«non si lascerà trascinare in una competizione tra potenze mondiali», anche in vista di un accordo commerciale continentale in programma con gli Usa. IlBrasile non sembra essere ancora prontoa recidere i rapporti con Washington; mentre l’Indiaè restia riguardo alla possibilità didonare alla Cina un ruolo sempre più egemonea livello globale. La Russia, invece, si è espressa positivamente,temendo un isolamento mondiale sempre maggiore. Il presidente russo Vladimir Putin, connesso in videochiamata a causa del mandato d’arresto per crimini di guerra emesso dalla Corte penale internazionale (di cui il Sudafrica fa parte), ha definito le sanzioni come «illegittime» dal momento «che calpestano tutte le norme del commercio internazionale», oltre ad alimentare spinte inflazionistiche. Riguardo ilconflitto in Ucraina, Putin apre all’accordo sull’esportazione del grano,a condizione che vengano rimosse le barriere alle esportazioni di cereali e fertilizzanti.Pechinoribadisce la sua contrarietà in una dichiarazione congiunta tra Xi Jinping e Ramaphosa definendo icolloqui di pace “l’unica opzione praticabile’’. Dal Cremlino si apre il dibattito attorno alla realizzazione di un’istituzione finanziaria alternativaa quella occidentale.«Il processo oggettivo e irreversibile di de-dollarizzazione dei nostri legami economici sta guadagnando slancio, si stanno compiendo sforzi per sviluppare meccanismi efficaci per le operazioni reciproche e il controllo valutario e finanziario – ha dichiarato Putin – Di conseguenza, la quota del dollaro nelle operazioni di esportazione-importazione nell’ambito dei Brics sta diminuendo». Infatti,l’utilizzo della moneta statunitensenegli scambi commerciali deiBrics, nel corso del 2022, è statapari solo al 28,7% del totale; ciononostante, l’introduzione di una moneta comuneè, per adesso, una possibilitàremotaper le disparità economiche e l’assenza di una linea di sviluppo condivisa. L’ambizione di un’espansione del blocco è uno dei grandi temi del summit. L’Economistcalcola che, nell’improbabilecaso in cui vengano ammessi i 18 principali Paesi candidati,la popolazione del blocco arriverebbe al 58% del totale, rispetto al 10% dei residenti del G7; inoltre la quota del Pil mondiale salirebbe al 34%, ovvero il doppio di quella dell’Ue, ma ancora inferiore alle 7 potenze mondiali.La Cina diverrebbe così un polo importantissimo in chiave anti-occidentale,rappresentando il 55% della produzione degli eventuali 23 Paesi.