Scuole Germania, disabilità: ecco chi vorrebbe classi separate

InGermania, doveil22,3%della popolazione ha unadisabilità(secondo i dati Eurostat del 2018), il portavoce del partito di estrema destraAlternative für Deutschland,Björn Höcke,crede che esista la necessità dicreare nelle scuolegruppi distinti,poiché ibambini con disabilitàrappresentano unfattore di stress e freno nello sviluppo degli altri compagni. Un’affermazione molto dura che sta generando scalpore enumerosi dissensi, soprattutto in Italia.Qui i bambini con disabilità vengono infatti inseriti nelle classi insieme agli allievi senza disabilità e affiancati (seppur a volte con qualche difficoltà) da docenti di sostegno, figure che nacquero per la prima volta nel nostro Paese con la legge 517/1977, che abolì le classi differenziali. L’esponente del partito politico tedesco è contrario, inoltre, a ciò che lui stesso definisce come“ideologia inclusiva” nelle scuole, suggerendo l’isolamento dei bambini che mostrano problematiche non solo fisiche ma anche psichiatriche e linguistiche. E aggiunge:«dobbiamo liberare il sistema scolastico da progetti ideologici,a esempio dall’inclusione perché sono tutti programmi che non aiutano i nostri studenti,li rendono meno produttivi». Visioni e idiomi che sottolineano un’attitudine preoccupante e contraria nei confronti di una fetta essenziale della società per la quale, da tempo, si sta cercando di ampliare alcune tutele fondamentali: per esempio,nel marzo del 2021 la Commissione europea ha adottato lastrategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. Facendo un passo indietro,nel 2009 la Germania firmò laConvenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità,impegnandosi a sospendere gliistitutidesignati come “speciali” e concedere così a tutti gli studenti dirimanere in un unico spazio, senza disuguaglianze. Questo impegno, però, non sembra essere stato portato a termine. I dati forniti dalla fondazioneBertelsmann Stiftungevidenziano chequasi l’8% dei bambini tedeschi in età compresa tra i 6 e 16 anni ha Bisogni Educativi Speciali (Bes)e ha unsostegno scolastico. Tra loro, il4,2%ovvero più della metà, frequenta unaFörderschule:un’istituzione dedicata unicamente ai bambini con disabilitàe con problemi psichiatrici, divisi dagli altri minori. Le considerazioni di Björn Höcke potrebbero rafforzare questa divisione. Sembrerebbe infatti che l’intenzione della Germania sia continuare a perseguire la strada dei percorsi differenziati, ampliando così unagrande emarginazione socioculturale. Secondo Matteo Renzi, ciò è una«follia che alimenta la paura del diverso»,mentre Antonio Tajani afferma:«non farò mai un accordo conAlternative fur Deutschaland,quando dicono che un bambino disabile deve essere emarginato e messo in una classe da solo».