Incendio Hawaii: il responsabile delle emergenze si dimette

 

Proseguono le ricerche dei dispersi sull’isola hawaiana di Mauidopo il violentoincendiodell’8 agosto, che ha causato ladistruzione della cittadina di Lahaina.Ma, mentre i team di ricerca lavorano 24 ore su 24 per identificare le vittime, continuano acrescere le polemichecontro le autorità e la gestione iniziale del disastro. Ilresponsabile dellaMaui Emergency Management Agency(Mema), Herman Andaya, harassegnatole dimissioni, ufficialmente per questioni di salute. Ma sul suo conto pesano le accuse dinon aver azionato il sistema delle sirene di allarmeche avrebbe potuto mettere in allerta la popolazione di fronte all’avanzare delle fiamme. Andaya ha difeso la decisione di non utilizzare le sirene, tecnicamente predisposte per segnalare l’arrivo di uno tsunami,temendo che la popolazione sarebbe scappata nella direzione sbagliata,verso ilfuoco. Diversi cittadini e cittadine si sono anche lamentati dellamancanza di avvisi di emergenzasugli smartphone, cosa che ha lasciato pochissimo tempo per scappare. Alcune vittime non sono mai uscite dalle loro case e diverse sono morte nelle loro auto in cerca di una via di fuga. Altre persone,per la disperazione, si sono gettate nell’oceanocercando di sopravvivere aggrappate agli scogli ed evitando di respirare l’enorme fumo nocivo. Il sindaco Richard Bissen nominerà al più presto un sostituto: «Data la gravità della crisi che stiamo affrontando, io e il mio team metteremo qualcuno in questa posizione chiave il più rapidamente possibile e non vedo l’ora di fare presto questo annuncio». Ulteriori critiche sono state rivolte alleiniziative governative avviate nei primi giorni del disastro, giudicate troppo lente einsufficienti. Diversi residenti di West Maui hanno raccontato di aver ricevutomaggior aiuto dalle reti di volontari rispetto agli agenti governativi, mentre altri sfollati sono rimasti senza servizi, elettricità, acqua e connessione internet, dormendo nei parchi o nelle case risparmiate dall’incendio. Di fronte a queste polemiche laFema-Federal Emergency Management Agencyha accelerato gli aiuti federali e ha stanziato quasi 2 milioni di dollari a circa 1.200 residenti, mentre altri 2.200 hanno richiesto assistenza. Anche ilgovernatore Josh Greenè sempre più sottopressione, sia per le enormi difficoltà dettate dalla più grave emergenza di sempre dell’isola, che per alcunecontroverse decisionipolitiche prese prima del disastro tramite un decreto-legge. Alcuni esperti lo hanno accusato di averconcesso troppi permessi edilizi e di aver sospeso i regolamenti urbanistici dell’isola, in modo da accelerare la costruzione di alloggi. Questo potrebbe aprire le porte a pericolose speculazioni, specialmente da parte di grossi investitori immobiliari pronti ad approfittare dell’emergenza. Conscio di questi pericoli il governatorehaannunciatodi aver preso in considerazione una moratoria sulle vendite delle proprietà distrutte o danneggiate, in modo da fermare le speculazioni fuori controllo, grazie anche a delle misure legali atte a «non consentire a nessuno al di fuori del nostro Stato di acquistare terreni fino a quando non supereremo questa crisi e decideremo come Lahaina dovrà essere nel futuro». Keli’i Akina, presidente delGrassroot Institute of Hawaii,organizzazione politica senza scopo di lucro, hadichiaratoche monitorerà nei prossimi mesi attentamente le azioni di Green: «Se il governatore non riesce ad aiutare gli attuali proprietari a ottenere il capitale di cui hanno bisogno in modo che possano ricostruire il più rapidamente possibile, non sappiamo cosa può succedere.Deve proteggere i proprietari terrieri locali rispetto agli investitori».