La dieta vegana? Più sana per noi e per l’ambiente

La dieta vegana? Più sana per noi e per l’ambiente

 

Che ilsistema alimentare globaleabbia un impatto importante sull’ambiente è certezza ormai consolidata. I dati parlano chiaro: si stima che quest’industria sia annualmente responsabile di circa18Gt di emissioni di gas serra- pari al 34% delle emissioni di gas serra totali – e che il70% dell’utilizzo mondiale di acqua dolcesia a carico del sistema alimentare (che ne inquina il 78%). Allo stesso modo, l’industria alimentare è da ritenere responsabile dellosfruttamento di tre quarti di superficie terrestreche, libera dai ghiacci, viene interessata dalle attività antropiche diagricoltura, oltre che dell’enormeperdita di biodiversitàscatenata da cambiamenti artificiali nella destinazione d’uso di vaste aree. Un esempio è ladeforestazione: migliaia di ettari di foreste ogni anno vengono rasi al suolo per rendere il terreno idoneo all’agricoltura e incrementare, così, l’attività dell’industria alimentare mondiale, a scapito della fauna che vi trova il suo habitat naturale. E allora, cosa possiamo fare per arrestare questa distruzione ambientale? La risposta arriva direttamente da unostudio pubblicato suNature Food, secondo cui con uncambiamento nella dieta mondiale– da carnivora a vegana – è possibile aiutare l’ambiente rimanendo entro i limiti delle emissioni di gas serra, dello sfruttamento del suolo e dell’acqua, oltre che abbassando i livelli di inquinamento idrico e di perdita di biodiversità. Le diete a base vegetale sono, quindi,più sostenibilidi quelle ricche di carne. Per arrivare a questa conclusione, lo studio, dal titoloVegans, vegetarians, fish-eaters and meat-eaters in the UK show discrepant environmental impacts,ha analizzato le diete reali di circa 55.000 persone (vegani, vegetariani e mangiatori di pesce e/o carne) nel Regno Unito e utilizzato i dati di 38.000 aziende agricole in 119 Paesi per analizzare l’impatto della produzione degli alimentiin modi e luoghi diversi. Quello che è emerso dalla ricerca è che lediete vegane, oltre a essere più sane, hanno anche unminor impatto ambientale,che corrisponde solo al30% dell’impatto ambientale dietetico dei consumatori di carne: diete vegane, infatti, producono il 75% in meno di emissioni di gas serra (il dato si attesta sul 25,1%), minor inquinamento idrico (34,3%) e minor sfruttamento del suolo (25,1%) rispetto alle diete ricche di carne. Inoltre, le diete vegane hanno finora aiutato nellariduzione della distruzione della fauna selvaticadel 66% e del consumo di acqua del 54%. Il nocciolo della questione gira per lo più intorno alproblema del bestiame, della sua gestione e del suo mantenimento:il nutrimento dei ruminanti, infatti, implica unmaggiore sfruttamento del suolo(il che significa maggiore deforestazione e minore carbonio immagazzinato dagli alberi), unmaggiore consumo di acqua dolceper l’abbeveraggio e l’irrigazione delle colture, un significativouso di fertilizzantiper le piantagioni che forniscono nutrimento eun’elevata emissione di metano, un potente gas serra, prodotto direttamente dal loro processo di alimentazione, che nelle diete vegane è inferiore del 93% rispetto alle diete ricche di carne. Il prof.Peter ScarboroughdellaOxford University,a capo della ricerca pubblicata suNature Food,ha dichiarato aThe Guardianche«Lenostre scelte alimentarihanno un grande impatto sul Pianeta e ridurre la quantità di carne e latticini nella dieta può fare una grande differenza»,più di quanto possano fare riforme, tecnologie sofisticate e tagli agli sprechi alimentari. Quello che si chiede e si auspica è una svolta verso diete che non necessariamente abbandonino gli alimenti di origine animale e virino verso un’alimentazione totalmente vegana: è stato dimostrato dalla ricerca, infatti, che l’impronta ambientale di chi consumabassi livelli di carne(circa 50g al giorno) è pressoché simile a quella di vegetariani, vegani e pescetariani. Non serve, dunque, rinunciare completamente alla carne per fare la differenza e contribuire a salvare il Pianeta: serve consumarla con moderazione econsapevolezza. Se le scelte alimentari sono strettamente personali, quelle che riguardano il Pianeta sono comuni e riguardano ognuno di noi. Abbiamo tutti ildovere moraledi compiere scelte consapevoli esostenibili per la collettività.