Gli effetti della crisi climatica non risparmiano l’Asia meridionale

 

Lacrisi climaticacontinua a mietere vittime, mettendo a dura prova molte aree del mondo, comprese le regioni dell’Asia meridionale. Da diverso tempo durante la stagione deimonsoni,intense precipitazioni sono solite far vacillare learee settentrionali dell’Indiae i territori a sud-ovest dellaCina, causando forti disagi alle popolazioni, numerosi morti ed enormi danni alle città colpite. Tuttavia,il bilancio delle vittime e l’entità dei danni risultano più severi ogni anno che passa, a causa di precipitazioni dalla portata sempre più violenta e devastante. Da inizio luglio,pesanti precipitazioni si stanno abbattendo su diverse zone dell’Indiaprovocando già 100 decessi e causando gravi danni alle città e importanti disagi alla popolazione. Nelle aree settentrionali, le scuole sono state chiuse e le autorità deglistati himalayani di Himachal Pradesh e Uttarakhandhanno espressamente chiesto alle persone di non avventurarsi fuori dalle loro case se non necessario. Il Dalai Lama, che vive nell’Himachal Pradesh, ha fatto sapere che contribuirà alla ricostruzione delle regioni colpite attraverso una donazione economica. Pioggepiù copiose della norma, accompagnate daraffiche di vento, stanno mettendo a dura prova anche lacosta indiana a sud-ovest che affaccia sul Mar Arabico. Nel Gujarat, le autorità aeroportualihanno affermatoche sono state prese misure speciali per drenare completamente l’acqua dalle piste allagate dell’aeroporto di Ahmedabad e dalle aree dei terminal che sono state letteralmente sommerse, mentre in molti distretti costieri è scattato il livello di allarme arancione. Il quotidianoTimes of Indiariporta che a inizio mesesono piovuti su New Delhi circa 153 millimetri di acqua in sole 24 ore. Si è trattato della precipitazione più intensa degli ultimi 40 anni. Il 9 luglio, ilCentral Water Commissionha segnalato che il livello dell’acqua nel fiume Yamuna ha superato i 207,49 metri, circostanza che non si verificava dal lontano 1978. Nonostante ciò, il giorno dopo, il primo ministro Arvind Kejriwal ha affermato che, tenendo conto di varie previsioni degli esperti, era improbabile un aumento sostanziale del livello dell’acqua del fiume. Diversamente da quanto ipotizzato però le piogge sono continuate tanto da provocare l’esondazione del fiume Yamunae richiedere la conseguente evacuazione di centinaia di persone. Non se la stanno passando meglio learee cinesi, dove si contano al momento25 vittime complessive e centinaia di persone costrette ad abbandonare le proprie abitazionia causa del diffuso allagamento di strade ed edifici residenziali dovuto alle piogge. L’emittente stataleCCTVha reso noto che queste piogge torrenziali hanno colpito soprattuttoChongqing, una vasta regione montuosa di 31 milioni di persone, provocando nel distretto di Wanzhou a nord-est perdite economiche per un valore di 227,8 milioni di yuan (31,5 milioni di dollari). Nella provincia centrale dell’Henan, le immagini proiettate da diversi media cinesi hanno mostrato vigili del fuoco intenti a inviare i loro giubbotti di salvataggio con un drone e portare le persone in salvo con una gru. Qui, le precipitazioni hanno causatodanni economici alsettore industriale, dato che la Saic Motor ha avvertito un impatto a breve termine sulla logistica nel suo stabilimento, mentre la giapponese Nissan ha sospeso la produzione nel suo stabilimento. La gravità della situazione ha fatto intervenire il presidenteXi Jinping, che haesortato i soccorsi ad agire tempestivamenteper assistere le popolazione e mettere in sicurezza le loro proprietà private. Le autorità cinesi hanno così attivato il livello III in risposta all’emergenza in caso di calamità, mentre il ministero delle finanze ha annunciato lostanziamento di 320 milioni di yuanper la ricostruzione delle zone colpite dall’alluvione. Nel frattempo gli scienziati hanno dichiarato che anche inCinala popolazione dovrà aspettarsi in questo mese ulteriori disastri naturali, dovuti a repentine oscillazioni climatiche e temperature elevate. La situazionepotrebbeinfatti ulteriormentepeggiorare, dato che l’Organizzazione meteorologica mondiale prevede nuove forti piogge con l’arrivo diEl Niño. Questo fenomeno naturale si verifica ogni sette anni eda origine al surriscaldamento della superficie oceanica, procurando fluttuazioni su scala globale della pressione atmosferica. Gli esperti sostengono che l’arrivo di El Niñoin concomitanza con gli effetti dellacrisi climatica, genererà uninnalzamento delle temperatureal di sopra della media eintense precipitazioniin tutta la regione dell’Oceano Pacifico. Quando questo fenomeno naturale si combina con ilsurriscaldamentocausato dall’uomo si generano condizioni meteorologiche dall’impattotanto imprevedibile quantocatastrofico. Ne consegue che, molto probabilmente, i livelli in costante aumento di gas serra nell’atmosfera consentiranno a El Niño di produrre temperature anomale capaci di far registrare nuovi livelli di caldo record e ulteriori precipitazioni dagli impatti irregolari e potenzialmente devastanti in India e Cina. Diviene perciò sempre più importanteprevenire piuttosto che reagirea questi fenomeni meteorologici estremi. Come dimostra anche la recentealluvioneverificatasi nell’Emilia-Romagna, il cambiamento climatico è destinato a generare effetti sempre più significativi in ogni parte del Pianeta. Pertanto, le infrastrutture dovranno essere potenziate per aumentare la resistenza a queste calamità naturali, mentre andranno apportati cambiamenti sistemici per abbassare l’emissioni di gas serra, in modo tale che emergenze come queste non diventino la normalità.